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Prevenzione delle malattie del cuore

Usa il cuore per combattere le malattie cardiovascolari. Naturalmente l'emergenza Covid non può che essere contemplata, visto che i cardiopatici fanno parte delle categorie fragili che devono essere protette

OK Salute e Benessere in collaborazione con Danacol danacol

Le malattie cardiovascolari restano la principale causa di morte nel nostro Paese. Solo in Italia ogni anno muoiono più di 230.000 persone all’anno tra ischemie, infarti, malattie del cuore e cerebrovascolari. Significa all’incirca 630 morti al giorno. Il dato che deve far riflettere è che, nella stragrande maggioranza dei casi, questi decessi si possono prevenire.

Gruppo San Donato

Le malattie del cuore rappresentano quasi il 36% di tutti i decessi: il 32,5% nei maschi e il 38,8% nelle femmine. La fascia d’età in cui si comincia ad avere problemi significativi parte dai 40 anni, mentre il picco è tra gli 85 e gli 89 anni. Ancora oggi si pensa, erroneamente, che le patologie che colpiscono il cuore interessino in massima parte gli uomini; ciò porta le donne a sottovalutare gli esami clinici. In realtà, il 57% delle morti riguarda proprio il sesso femminile.

Prevenzione delle malattie del cuore: quali sono i fattori di rischio?

Ormai il mondo scientifico converge all’unisono sui fattori di rischio che possono aumentare anche in modo significativo il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari.

1. Pressione arteriosa

Il sangue pompato dal cuore in tutto il corpo tramite i vasi sanguigni esercita una pressione, chiamata pressione arteriosa, sulle pareti delle arterie. Quando questa pressione è troppo elevata può danneggiare le arterie che, indurendosi, richiedono al cuore uno sforzo maggiore per far circolare il sangue. Questa condizione, quasi sempre asintomatica, viene chiamata ipertensione arteriosa e rappresenta un fattore di rischio per una serie di problemi cardiocircolatori.

Quali sono i valori normali?

I parametri da prendere in considerazione sono due: la pressione minima (diastolica) e la pressione massima (sistolica). Il valore della minima deve essere compresa tra 60 e 79 mmHg mentre il valore della massima deve essere tra 90 e 119 mmHg. Il risultato è considerato nella norma se i valori sono inferiori a 120/80 mmHg.

Prevenzione delle malattie del cuore: i rischi dell’ipertensione

La pressione alta mette in pericolo il cuore perché può portare a infarto, ingrossamento del muscolo cardiaco (ipertrofia) o scompenso cardiaco. Anche i vasi sanguigni ne risentono: l’aumento della pressione può favorire la formazione di protuberanze (aneurismi) ed emorragie. L’ipertensione può essere associata anche a difficoltà cognitive e può mettere a rischio la salute di altri organi come cervello, reni e occhi.

2. Prevenzione delle malattie del cuore: l’indice di massa corporea

L’indice di massa corporea (Body Mass Index) è il parametro che mette in relazione il peso corporeo di una persona con la sua altezza. È comunemente utilizzato per individuare una condizione di sottopeso, di peso normale, di sovrappeso e di obesità.

Come si calcola

Calcolare l’indice di massa corporea è semplice: basta dividere il peso, misurato in kg, per l’altezza al quadrato, misurata in metri (kg/m²). Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, è da considerare:

  • nella norma un indice compreso tra 18,50 e 24,99 kg/m² (normopeso).
  • Al di sotto dei 18,50 kg/m² si parla di sottopeso,
  • tra i 25,00 e i 29,99 kg/m² c’è una condizione di sovrappeso,
  • a partire dai 30,0 kg/m² c’è obesità.

Prevenzione delle malattie del cuore: meglio misurare il girovita

Le recenti linee guida dei cardiologi, però, suggeriscono di misurare soprattutto il girovita. L’indice di massa corporea non tiene conto ad esempio della percentuale di massa magra. Prendiamo l’esempio di un atleta. Com’è noto i muscoli pesano più del grasso. Molto probabilmente applicando solo la misurazione dell’indice di massa corporeo verrebbe fuori che è obeso. In realtà è il contrario.

3. Colesterolo

Il colesterolo è un grasso indispensabile per il funzionamento delle nostre cellule. Se è presente in quantità eccessiva può mettere in pericolo la salute cardiovascolare. I due tipi principali sono:

  • il colesterolo “buono” (HDL), che viaggia dal fegato ai tessuti periferici e poi viene eliminato,
  • quello “cattivo” (LDL), che nel tragitto dal fegato ai tessuti si deposita sulla parete delle arterie (favorendo l’insorgenza di placche aterosclerotiche).

Una recente ricerca ha messo in luce che esiste anche un altro tipo di colesterolo, quello brutto, che è molto pericoloso.

Quali sono i valori normali?

  • La comunità scientifica consiglia di mantenere i livelli del colesterolo totale (HDL e LDL) al di sotto dei 200 mg/dl di sangue.
  • È considerato “moderatamente alto” quando le sue concentrazioni ematiche sono incluse tra 200 e 239 mg/dl.
  • È “alto” quando raggiungono o superano i 240 mg/dl.

Cosa fare?

Per il colesterolo non bastano gli stili di vita, anche se restano importanti. La maggior parte però dipende dalla produzione da parte del fegato di questo grasso. Mangiare in modo corretto è comunque fondamentale. Meglio, molto meglio scegliere una dieta con proteine vegetali, perché per quanto riguarda il colesterolo non ci sono grandi differenze tra carne bianca o rossa.

4. Dieta equilibrata

Un’alimentazione sbilanciata, ricca di sale e povera di fibre, combinata a una vita sedentaria rappresenta un’importante fattore di rischio per l’insorgenza di numerose malattie. Per mantenere il cuore (ma non solo) in salute, è importante seguire una dieta equilibrata che apporti anche tutti i nutrienti di cui l’organismo ha bisogno: tra questi, proteine, carboidrati e grassi. Ci sono alcuni cibi che sono particolarmente utili per il benessere del cuore. Ideale è un’alimentazione ricca di verdure, per fare il pieno di vitamine e sali minerali. Ma c’è di più. Nel tempo si sono accumulate molte convinzioni che sostengono che alcuni alimenti siano dannosi per il cuore. Fortunatamente un’imponente ricerca americana ha sfatato questi luoghi comuni. Spesso si è portati a seguire anche delle diete alla moda. Ad esempio seguire una dieta senza glutine può danneggiare il cuore.

Diversi studi hanno eletto la dieta mediterranea come la migliore per il cuore. Due ricerche, una italiane e l’altra britannica, dimostrano che sia l’alimentazione più corretta anche dopo che si è sofferto di una malattia cardiovascolare.

Le giuste proporzioni

È importante assumere questi nutrienti in proporzioni adeguate. Quali sono le corrette proporzioni?

  • Il 15-20% circa delle calorie assunte quotidianamente dovrebbe provenire dalle proteine,
  • tra il 55 e il 60% dai carboidrati,
  • il 25-30% dai grassi.

Senza dimenticare, però, vitamine, minerali e acqua.

5. Esercizio fisico

L’attività fisica fa aumentare i livelli di colesterolo “buono”, tiene sotto controllo la pressione, protegge cuore e arterie. L’esercizio fisico fa parte della terapia vera e propria delle malattie cardiovascolari. 

Quale attività fisica bisogna praticare?

Per avere effetti positivi sulla salute cardiorespiratoria, l’attività fisica dovrebbe essere praticata in sessioni da almeno 10 minuti fino a raggiungere i 150 minuti a settimana. Si potrebbe fare:

  • una camminata veloce almeno 5 volte a settimana o
  • attività fisica di intensità elevata (nuoto, corsa, bicicletta) almeno 3 volte a settimana.

Anche chi ha malattie cardiovascolari deve fare attività fisica. Ideali sono il golf e lo yoga. Chi non ha invece problemi al cuore può tranquillamente fare un esercizio fisico intenso. Anzi, una ricerca canadese sostiene che rinforzi ancora di più il muscolo. Anche la maratona lo rinforza, sempre considerando ovviamente allenamento ed età.

6. Stop fumo

Il fumo rappresenta un importante fattore di rischio sia per l’apparato broncopolmonare sia per quello cardiovascolare in quanto aumenta la pressione arteriosa, la tendenza del sangue a coagulare e riduce la tolleranza all’esercizio fisico. Il fumo inoltre riduce il colesterolo buono aumentando il rischio di l’insorgenza di problemi cardiovascolari.

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