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Diabete: la guida completa

Scopri la differenza tra il tipo 1 e il tipo 2, i sintomi, i fattori di rischio, le cure e come gestire la patologia attraverso alimentazione e attività fisica

Il termine diabete deriva dal greco “diabaino”, cioè passare attraverso. Questo perché gli antichi, osservando le persone diabetiche, notavano che bevevano tanto, facevano molta pipì e perdevano peso: ai loro occhi, quindi, il cibo e l’acqua passavano attraverso il corpo. Esistono due tipi di diabete: il diabete di tipo 1 (chiamato diabete giovanile o insulino-dipendente) e il diabete di tipo 2. Entrambe sono patologie croniche.

√ Definizione

Il diabete di tipo 1

È una malattia autoimmune che insorge, di solito, in giovane età e ha come unico trattamento quello con l’insulina. Si sviluppa in genere durante gli anni dell’adolescenza, ma può comparire anche in bimbi molto piccoli (perfino neonati) o in giovani adulti. Rappresenta circa il 10% dei casi di diabete. Nei malati di diabete di tipo I, il sistema immunitario non riconosce più le cellule del pancreas che producono insulina e scatena una risposta che le distrugge. L’organismo smette così di produrre l’insulina, un ormone fondamentale per la sopravvivenza perché permette di bruciare il glucosio. Per entrare nelle cellule, infatti, il glucosio ha bisogno dell’insulina: in sua assenza non viene bruciato per produrre energia e rimane nel sangue, alzando la glicemia (iperglicemia) e causando danni a vari organi.

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Il diabete di tipo 2

È la forma più comune perché riguarda circa il 90% dei casi di diabete. Secondo gli ultimi dati, gli italiani affetti da diabete sono circa 4 milioni e nel 2030 saranno, in base alle stime, oltre 5 milioni. A differenza del diabete di tipo 1, che ha origine autoimmune e consegue alla rapida distruzione delle cellule del pancreas che producono insulina, il diabete di tipo 2 si sviluppa nell’arco degli anni, passando attraverso una fase d’insulino-resistenza (minore efficacia dell’insulina) e arrivando a un deficit relativo di produzione d’insulina. Ne sono responsabili multiple alterazioni genetiche e fattori acquisiti (stile di vita sedentario, fumo, scorretta alimentazione, sovrappeso). Circa il 40% dei diabetici di tipo 2 ha parenti di primo grado (genitori, fratelli) affetti dalla stessa malattia, mentre nei gemelli monozigoti la concordanza si avvicina al 100%, suggerendo una forte componente ereditaria.

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Il diabete Lada

In una ricerca del 2017, pubblicata su BMC Journal, si parla di una tipologia di diabete posta “a metà” tra le due forme più note. Definito diabete autoimmune latente nell’adulto (LADA), si tratta di una sorta di ibrido che presenta sintomi sfumati dell’uno e dell’altro: come il diabete giovanile di tipo 1 è caratterizzato da autoanticorpi circolanti nel sangue diretti contro le cellule beta del pancreas che producono insulina; come il diabete di tipo 2, invece, i pazienti dopo la diagnosi non hanno sempre bisogno di ricorrere all’insulina.

Da un punto di vista clinico, i pazienti spesso ricevono una diagnosi di diabete tipo 2 e seguono pertanto il trattamento con dieta/attività fisica ed eventualmente ipoglicemizzanti orali. Ma nell’arco di 2-6 anni manifestano un deterioramento della funzione beta-cellulare e devono ricorrere alla terapia insulinica. Gli aspetti epidemiologici, genetici e fisiopatologici di questo tipo di diabete non sono completamente chiariti e alcuni autori ritengono che il LADA rappresenti in realtà il diabete tipo 1 dell’adulto (denominato da alcuni diabete tipo 1.5 a sottolinearne la posizione intermedia).

Guarda il nostro video-approfondimento sull’Insulinavideo insulina

√ Cause e fattori di rischio

Diabete tipo 1 e diabete tipo 2 sono due patologie completamente diverse dal punto di vista eziologico e patogenetico.

Diabete di tipo 1

Le cause sono ancora sconosciute. Ci sono persone predisposte geneticamente all’autoimmunità e che, a causa di un evento scatenante, sviluppano il diabete. Si stanno studiando varie possibilità, come genetica, virus, infezioni, infiammazioni a livello intestinale o il precoce svezzamento dall’allattamento materno. Tuttavia, non c’è ancora alcuna certezza.

Tra i fattori di rischio del diabete di tipo 1: parenti di primo grado (quindi genitori, fratelli) con la patologia, malattie autoimmuni (ad esempio tiroidite, artrite reumatoide, celiachia, vitiligine) e malattie autoimmuni tra i parenti di primo grado.

Diabete di tipo 2

Si può più facilmente sviluppare il diabete di tipo 2 in presenza di alcuni fattori di rischio: la familiarità, il sovrappeso, l’obesità, le alterazioni iniziali della glicemia e, nelle donne, la presenza di diabete in gravidanza. Chiaramente, la presenza contemporanea di più fattori aumenta la probabilità di ammalarsi. I figli di chi ne è affetto, quindi, soprattutto se si tratta di entrambi i genitori, sono maggiormente esposti al rischio, perché possono ereditare alcune varianti di geni che ne favoriscono la comparsa, ma non significa che accada sempre e inevitabilmente. Al contrario, ci si può ammalare anche se non si hanno diabetici in famiglia, sebbene nel caso del diabete di tipo 2 il rischio sia minore.

I fattori di rischio del diabete di tipo 2: forma fisica e stile di vita

  • Eccesso di peso
  • Alimentazione e riposo squilibrati
  • Sedentarietà
  • Fumo di sigaretta
  • Glicemia o HbA1c non ottimale
  • Basso peso alla nascita (meno di 2.5 kg)
  • Elevato peso alla nascita (più di 4 kg)
  • Donna che ha partorito un figlio di peso superiore a 4 kg
  • Età avanzata

I fattori di rischio del diabete di tipo 2: alimentazione

I fattori di rischio del diabete di tipo 2: patologie 

  • Apnee ostruttive del sonno
  • Ipertensione
  • Gotta
  • Ovaio policistico
  • Menopausa precoce
  • Assunzione di statine per il colesterolo
  • Pregresso diabete gestazionale

I fattori di rischio del diabete di tipo 2: fattori ambientali esterni

√ Prevenzione

Diabete di tipo 1

Nonostante siano state condotte molte ricerche, al momento non c’è alcuna dimostrazione che il diabete tipo 1 possa essere prevenuto con un particolare stile di vita o con i farmaci. Tuttavia, è possibile prevenirne, posticipare l’insorgenza o ridurne la gravità delle complicanze, mantenendo il più possibile stabili nel tempo i valori della glicemia. Perché ciò avvenga è importante che il paziente diabetico di tipo 1 sia consapevole della propria condizione e sia in grado di gestirla nella vita quotidiana seguendo uno stile di vita il più possibile sano.

Lo studio TrialNet

Presso il Diabetes Reseach Institute – DRI dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano è in corso lo studio internazionale TrialNet. Il team di ricerca individua soggetti a rischio diabete di tipo 1 per cercare di capire le cause e i fattori di rischio della patologia e, un giorno, poterlo prevenire.

Diabete di tipo 2

Il diabete di tipo 2, invece, può essere prevenuto, anche nelle persone più a rischio. Come? Fin dall’età pediatrica, adottando uno stile di vita corretto, rappresentato da una dieta bilanciata il più possibile ipocalorica e da un esercizio fisico regolare. Seguire una dieta ipocalorica significa preferire i cereali integrali, verdure e ortaggi, che assicurano un adeguato apporto di fibre, nutrienti importanti per prevenire sia il diabete, sia la malattia cardiovascolare, ed evitare i grassi, specialmente quelli saturi, ancora più pericolosi degli zuccheri semplici. L’esercizio fisico, almeno tre ore alla settimana, migliora invece il funzionamento dell’insulina e riduce la quantità e la pericolosità del grasso corporeo.

Prevenzione del diabete di tipo 2: dalla teoria alla pratica

Che il diabete di tipo di 2 si possa prevenire intervenendo sullo stile di vita è stato dimostrato nella pratica: in Finlandia si è riusciti a ridurre il rischio cardiovascolare del 70% abbassando l’incidenza del diabete di tipo 2 con modifiche sull’alimentazione (la base è stata la dieta mediterranea) e sull’attività fisica (settimanale e moderata come consigliano le linee guida internazionali). Tuttavia, l’incidenza del diabete nel mondo e in Italia continua ad aumentare. Questo perché modificare lo stile di vita delle persone è difficile e, nonostante gli interventi non siano impossibili, possono implicare dei costi importanti.

L’ormone dello sport che previene il diabete

Una delle spiegazioni scientifiche del perché l’attività fisica e lo sport facciano bene alla salute tenendo lontano patologie croniche come il diabete è da ricercare nell’irisina, il cosiddetto ormone dello sport. Prodotto dai muscoli durante l’esercizio, è una molecola chiave perché ha effetti positivi sul metabolismo. Una buona concentrazione di irisina, che aumenta con l’allenamento, tiene alla larga malattie metaboliche come il diabete e l’obesità.

Prevenzione del diabete di tipo 2: attività fisica e stile di vita

  • Andare in bici
  • Camminare 150 minuti alla settimana
  • Fare cardiofitness
  • Dormire 7 ore a notte (e recuperare il sonno perso)

Prevenzione del diabete di tipo 2: alimentazione

Secondo le linee guide dei diabetologi americani perdere in un anno circa 6 chili riduce del 58% il rischio di ammalarsi di diabete. E una ricerca dell’università John Hopkins ha dimostrato come l’unione di dieta e ginnastica aiuti molto: il rischio di diabete cala addirittura dell’80 per cento.

Tra le diete indicate per prevenire il diabete:

Singoli alimenti:

  • Cereali integrali
  • Olio extravergine di oliva
  • Caffè (soprattutto il caffè dopo i pasti)
  • Yogurt
  • Frutta fresca
  • Avocado
  • Frutta secca (soprattutto noci)
  • Legumi
  • Broccoli
  • Tè verde

√ Sintomi

Nella grande maggioranza dei casi la malattia non dà alcun sintomo. Se questi sono presenti si tratta di sete intensa (polidipsia), necessità di urinare spesso con urine abbondanti (poliuria), stanchezza (astenia). Nel diabete tipo 1 vi è spesso perdita di peso e l’inizio della malattia può essere brusco con notevole malessere, sonnolenza e odore di acetone nell’alito. Nel diabete tipo 2 spesso la diagnosi viene fatta in una persona che sta sostanzialmente bene in occasione di esami di laboratorio di routine.

Diabete di tipo 1

Nel bambino i sintomi di esordio del diabete tipo 1 possono essere improvvisi e, a volte, drammatici, perché le cellule beta-pancreatiche vengono distrutte molto velocemente, causando il rapido aumento dello zucchero nel sangue (iperglicemia) e la perdita di zucchero con le urine (glicosuria). In questo caso l’esordio avviene molto spesso con la cosiddetta “chetoacidosi” che può portare al coma.

Nell’adolescente e nell’adulto, invece, i sintomi di esordio possono essere più graduali, perché la distruzione delle cellule beta avviene più lentamente. I sintomi caratteristici del diabete di tipo 1 all’esordio sono:

  • Sete intensa e frequente bisogno di fare la pipì, soprattutto di notte
  • Perdita di peso rapida (anche se può aumentare il senso della fame)
  • Stanchezza

In caso di chetoacidosi:

  • Offuscamento della vista
  • Perdita di concentrazione
  • Respiro pesante e faticoso
  • Alito acetonemico (con odore di mele marce o vinoso)
  • Nausea e vomito
  • Dolori addominali
  • Sonnolenza fino alla perdita di coscienza (coma chetoacidosico)

Diabete di tipo 2

I sintomi del diabete mellito di tipo 2 sono meno evidenti rispetto al diabete di tipo 1. La malattia rimane per molto tempo asintomatica e quando i sintomi si sviluppano lo fanno in modo graduale. Per questo sono più difficili da identificare:

  • Sete intensa e frequente bisogno di fare la pipì
  • Perdita di zuccheri nelle urine (glicosuria)
  • Aumento dell’appetito
  • Bocca secca e alito cattivo
  • Senso di affaticamento e vista sfocata
  • Aumento delle infezioni dei genitali e delle vie urinarie
  • Taglietti o piccole ferite che guariscono più lentamente (nei casi più manifesti)
  • Disfunzione erettile nei maschi e secchezza vaginale nelle donne.

√ Diagnosi

Diabete di tipo 1

Per effettuare la diagnosi del diabete di tipo 1 bisogna sottoporsi a un esame del sangue. Se i risultati del prelievo identificano un valore di glicemia a digiuno (di 8 ore, quindi la mattina) maggiore di 126 mg/dl in almeno due giornate differenti si diagnostica il diabete.

Diabete di tipo 2

Anche per effettuare la diagnosi del diabete di tipo 2 è sufficiente sottoporsi a un esame del sangue. Anche in questo caso, se il valore della glicemia a digiuno è maggiore di 126 mg/dl e il dato è confermato in almeno due giornate differenti, allora si parla di diabete. In alternativa, possono essere individuati valori maggiori del 6.5% di emoglobina glicata (il dato deve essere confermato da due prelievi), oppure una glicemia maggiore di 200 mg/dl in presenza di sintomi.

Il test da carico orale di glucosio

Già utilizzato nelle donne incinta per scoprire la presenza di diabete gestazione, il test da carico orale di glucosio secondo sarebbe in grado di identificare pazienti con pre-diabete e permettere una prevenzione mirata. Lo dimostra uno studio italiano pubblicato su The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism. Per appronfondire l’argomento leggi l’intervista a Giorgio Sesti, past presidente della Società Italiana di Diabetologia.

√ Stili di vita e rimedi naturali per la gestione del diabete

Al di là della terapia farmacologica, il diabete è una patologia cronica che risente molto (sia positivamente che negativamente) dello stile di vita che un paziente conduce. Tanto da poter migliorare o peggiorare a seconda che questo sia sano o totalmente squilibrato. I capisaldi su cui si basa la gestione del diabete nella vita di tutti i giorni sono ovviamente l’attività fisica (intesa come non sedentarietà) e l’alimentazione.

Attività fisica

La prima è importante perché contribuisce a un calo di peso, fa consumare glucosio nei muscoli (e quindi riduce la glicemia), aumenta la sensibilità all’insulina, correggendo una delle cause del diabete, aumenta il colesterolo buono HLD e riduce la pressione arteriosa, migliorando molti fattori di rischio delle complicanze croniche.

Alimentazione

Parallelamente, la dieta è essenziale per altri motivi. Prima di tutto aiuta a tenere controllato il livello della glicemia del sangue, che dipende molto dai carboidrati (zuccheri) che vengono ingeriti durante i pasti. Secondo, con l’alimentazione si può correggere la dislipidemia (cioè la variazione di quantità dei lipidi circolanti nel sangue) spesso frequente nel paziente diabetico limitando l’assunzione di grassi. Inoltre, una dieta sana aiuta a perdere peso e, nel paziente con diabete di tipo 2, eliminare i chili in eccesso può portare addirittura a cancellare la patologia.

Le diete più consigliate ai pazienti diabetici sono:

Qualche trucco da seguire in cucina: ecco come abbassare l’indice glicemico a tavola.

E infine la lista di alcuni alimenti utili nella dieta di un paziente diabetico, sia di tipo 1 che di tipo 2, perché alleati nel tenere sotto controllo la glicemia:

√ Bambini e adolescenti

√ Diabete gestazionale

Il diabete gestazionale è il diabete che viene diagnosticato per la prima volta durante la gravidanza (in questa videointervista l’esperto spiega come si sviluppa). Comprende sia forme diabetiche che insorgono in gravidanza, sia forme precedenti ma non diagnosticate. È una condizione piuttosto frequente (si stima nei siano colpite il 7-8% di tutte lo donne in dolce attesa) che mette la futura mamma in una condizione di “rischio” a causa di una maggiore frequenza di complicanze materno-fetali (approfondisci qui i rischi per il bambino). Il diabete gestazionale richiede che la donna segua in modo scrupoloso uno stile di vita sano e che sia costantemente sotto controllo medico.

Fattori di rischio

Familiarità per diabete di tipo 2, età della madre superiore ai 35 annidiabete gestazionale in una gravidanza precedentemacrosomia (cioè quando il feto alla nascita pesa più di 4 chili) in una gravidanza precedente, sovrappeso/obesità prima della gravidanza, glicosuria (presenza di zuccheri nella pipì), gruppo etnico di appartenenza, sindrome dell’ovaio policistico.

Sintomi

In genere non dà particolari sintomi, ma in alcuni casi si può presentare:

  • aumento ingiustificato della sete
  • aumento della diuresi
  • perdita di peso
  • infezioni frequenti (ad esempio cistiti)
  • disturbi alla vista

Diagnosi 

La diagnosi si fa con i risultata di una curva da carico di glucosio a due ore con 75 grammi di glucosio.

Terapia 

L’obiettivo della terapia è mantenere un buon controllo della glicemia nel corso di tutta la gravidanza. In questo modo si minimizza il rischio di complicanze. Quindi gli esperti consigliano di:

  • seguire una corretta alimentazione
  • fare movimento
  • monitorare frequentemente la glicemia, che deve essere minore di 90 mg/dl a digiuno e minore di 120 mg/dl dopo un’ora dal pasto. Se non sono sufficienti una dieta adeguata e una costante attività fisica si ricorre a terapia insulinica.

Se dieta e costante attività fisica non sono sufficienti, si ricorre alla terapia insulinica. Tuttavia, la maggior parte delle pazienti guariscono dal diabete gestazionale dopo il parto.

Prevenzione

Per prevenire il diabete gestazionale le donne possono modificare il loro stile di vita, quindi aumentare l’attività fisica e farla costantemente, seguire un’alimentazione adeguata, riducendo l’assunzione di zuccheri semplici e grassi (sono sconsigliati, ad esempio, patate e fritti). Se una donna è in sovrappeso oppure obesa, dovrebbe programmare la gravidanza cercando di perdere peso prima di rimanere incinta.

√ Cura

Il diabete, tranne casi particolari, è una malattia cronica che va curata per tutta la vita. La cura è essenziale non solo per eliminare i disturbi legati all’iperglicemia, ma soprattutto per minimizzare il rischio di complicanze croniche. Oltre alla dieta e l’attività fisica, la cura del diabete si basa anche sull’utilizzo di farmaci ed è fondamentale l’educazione terapeutica da parte del medico di fiducia. Un aspetto irrinunciabile per una malattia in cui è il paziente il vero protagonista della cura e del risultato finale. L’educazione terapeutica riguarda la terapia con farmaci orali o insulina, l’automonitoraggio glicemico, l’alimentazione, l’attività fisica, la gestione delle ipoglicemie e delle malattie intercorrenti.

Per il trattamento del diabete tipo 2 sono utilizzati soprattutto gli antidiabetici orali, di cui esistono varie categorie con diverso meccanismo d’azione. Questi medicinali sono in grado di ridurre la glicemia nel sangue aumentando la secrezione di insulina. Ci sono poi altri farmaci, non orali ma iniettabili diversi dall’insulina (si chiamano analoghi di GLP-1), che sono in grado di aumentare la secrezione e/o la sensibilità insulinica e vengono utilizzati nel trattamento del diabete di tipo 2.

La terapia con somministrazione continua di insulina, invece, rimpiazza la carenza dell’ormone ed considerata indispensabile per il paziente con diabete di tipo 1, che non deve mai sospenderla. La terapia insulinica, però, può essere indispensabile anche nel diabete tipo 2. A volte solo temporaneamente al momento della diagnosi o in caso di traumi, operazioni chirurgiche, malattie concomitanti, a volte in via definitiva. Ciò accade in genere quando la malattia dura da molti anni e le cellule che producono l’insulina sono molto ridotte. A volte la terapia insulinica è necessaria nel diabete tipo 2 perché i farmaci orali sono controindicati (ad esempio se c’è insufficienza renale) o non tollerati.

√ Conseguenze

Il diabete può portare all’insorgenza di altri problemi per la salute:

√ Testimonianze

Scopri i racconti e le storie di pazienti e personaggi famosi che fanno i conti con il diabete di tipo 1 e di tipo 2:

 

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