Alimentazione

Cresce il rischio di diabete gestazionale con i fritti in tavola

Da limitare in gravidanza e anche prima del concepimento. La frittura altera i nutrienti nei cibi e causa l'accumulo di sostanze potenzialmente dannose, correlate a diabete, obesità e insulino-resistenza.

Patatine, ali di pollo, olive ascolane o una bella frittura di paranza: un peccato di gola da concedersi raramente per non mettere a repentaglio il girovita e, nelle donne, anche la prospettiva di una gravidanza serena e senza complicanze. Una ricerca statunitense, condotta presso il National Institute of Child Health and Human Development di Rockville, ha infatti sottolineato che il consumo quotidiano di cibi fritti è correlato a un maggiore rischio di manifestare il diabete gestazionale, un disturbo nel metabolismo degli zuccheri che causare un aumentato livello di glucosio nella futura mamma (soprattutto nell’ultimo trimestre) e maggiori complicanze al parto. E non basterebbe scacciare le ‘voglie’ di frittura durante la gestazione per tutelarsi da questo rischio: la dieta ricca di fritti ha un impatto sulla salute femminile già prima del concepimento.

 

Il team americano è giunto a queste conclusioni monitorando lo stato di salute di oltre 15 mila donne e seguendo un totale di 21 mila gravidanze nel corso di un decennio. Di tutte le partecipanti sono state raccolte informazioni sullo stile di vita e alimentazione quotidiana, distinguendo le donne che non consumavano abitualmente cibi fritti (meno di una volta la settimana) dalle golose di patatine o pollo fritto (con un consumo di 1-3, 4-6 la settimana o quotidiano). Il rischio di diabete in gravidanza, riportano i risultati pubblicati sulla rivista Diabetologia, è maggiore in chi ha l’abitudine di mettere in tavola piatti fritti, tutti i giorni.

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Una delle ragioni, ancora da chiarire nel dettaglio, potrebbe essere nell’effetto dei prodotti nocivi che si sviluppano durante il processo di frittura, a causa delle alte temperature: gli alimenti vengono alterati nella loro struttura e perdono alcuni nutrienti essenziali, come gli acidi grassi insaturi come l’acido linolico e linoleico, arricchendosi invece di prodotti avanzati della glicazione, lipidi e proteine modificati. «Questi ultimi sono stati recentemente associati a insulino-resistenza, danno alle cellule beta del pancreas e diabete, in parte perché promuovono lo stress ossidativo e infiammazione.- spiegano i ricercatori – Inoltre, alcuni studi su diete povere di questi composti hanno dimostrato di migliorare significativamente la sensibilità all’insulina, ridurre lo stress ossidativo e alleviare gli stati infiammatori».

 

Il rischio maggiore per la salute delle donne, specie se si sogna una maternità, è stato osservato con i cibi fritti da asporto oppure ordinati al ristorante perché «gli oli per frittura si deteriorano in modo più marcato quando sono riutilizzati, un gesto frequente quando il fritto non è cucinato in casa», puntualizzano gli autori dello studio.

 

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