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Ictus: oggi si ha più tempo per salvarsi

Si allunga fino a 9 ore la finestra temporale per la somministrazione della trombolisi

Fino a nove ore per salvarsi da un ictus cerebrale, che in Italia colpisce circa 150.000 persone l’anno. Possibile? La risposta è affermativa secondo gli esperti riuniti al Congresso dell’European Stroke Organisation 2019 in corso a Milano. Oggi le finestre temporali entro le quali si può intervenire per limitare i danni dell’ictus cerebrale sono le prime 4 ore e mezza dalla comparsa dei sintomi se si utilizza la trombolisi (cioè la somministrazione di un farmaco capace di disostruire l’arteria cerebrale occlusa) oppure le prime 6 ore se si interviene con trombectomia meccanica (device meccanici per via endovascolare).

Salvarsi da un ictus: è un malattia tempo-dipendente

Quella cerebrovascolare è, infatti, una patologia che dipende dal tempo. Indipendentemente dalla gravità del quadro clinico, è fondamentale che, in presenza dei sintomi dell’ictus, la persona venga trasportata rapidamente dall’ambulanza del 118. Meglio ancora al Pronto Soccorso dell’Ospedale dotato di Unità Neurovascolare (Stroke Unit) più vicino. Sai come accorgerti che una persona sta avendo un ictus? 

Gruppo San Donato

Salvarsi da un ictus: trombolisi fino a 9 ore

Arriva invece la notizia che il trattamento trombolitico può essere somministrato, con buoni risultati, entro una finestra temporale più lunga. Fino alle 9 ore dopo la comparsa dei sintomi, in pazienti selezionati, con l’utilizzo delle più recenti tecniche di neuroimaging.

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Meno tempo, meno rischi

«L’efficacia della terapia dipende dal tempo». La conferma arriva da Danilo Toni, già Presidente dell’Italian Stroke Organization e Professore Associato presso l’Università La Sapienza di Roma – È stato dimostrato che la mortalità, il rischio di emorragie intracraniche e le disabilità permanenti diminuiscono in maniera significativa ogni 15 minuti giocati in anticipo sull’ictus».

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Le donne e l’ictus

Si calcola che 1 donna su 5 avrà un ictus nell’arco della sua vita (per gli uomini il rapporto è di 1 su 6) e, considerando che le donne vivono più a lungo degli uomini, aumenta la probabilità di esserne colpite. L’ictus uccide il doppio del tumore mammario.

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