Salute

Allergie tutte le bufale che trovate in Rete

Sul web insistono molte fake news legate alle allergie stagionali. Ecco quelle più radicate

Allergie: tutte le bufale. Sono davvero tante le fake news che si trovano in Rete sul mondo delle allergie. Ecco le più diffuse.

Il temporale dà sollievo

FALSO

Gruppo San Donato

La produzione di polline è massima nei giorni di sole, soprattutto nelle ore centrali, quando la colonnina di mercurio sale di qualche grado. Per questo è consigliato:

  • arieggiare la casa e uscire all’aperto alla mattina, prima delle dieci, oppure alla sera;
  • evitare di stendere il bucato all’aperto, lavare viso, mani e capelli prima di andare a dormire;
  • delegare ad altri eventuali lavori di giardinaggio.

Al contrario, la pioggia è una preziosa alleata contro l’allergia. L’acqua abbatte al suolo e distrugge i pollini. L’umidità favorisce la chiusura delle antere dei fiori, riducendo, almeno temporaneamente, la liberazione di nuovi granuli. Attenzione, invece, quando è in arrivo un forte temporale. Nelle fasi iniziali i vortici d’aria possono risollevare i pollini, aumentando il rischio di crisi allergiche, tanto che si parla di asma da temporale. Ecco di cosa si tratta.

Il periodo critico dura solo un mese

FALSO

Per non farsi cogliere impreparati, gli esperti suggeriscono di affidarsi al Bollettino dei pollini o a quelli Arpav provinciali. Forniscono previsioni settimanali aggiornate quotidianamente, incrociando i dati meteorologici con le concentrazioni di polline registrate nelle varie città italiane. Ma se la quantità di questi ultimi dipende, come abbiamo visto, anche dal meteo, la loro varietà è invece influenzata dalla zona geografica. In particolare:

  • nel Nord Italia dominano da aprile a settembre i pollini prodotti dalle graminacee, piante erbacee selvatiche che attecchiscono soprattutto nei prati,
  • al Sud ci sono molti pollini delle erbe compositae, come artemisia e ambrosia, e chenopodiacee, come amaranto e barbabietola da zucchero,
  • non conosce confini la parietaria, un’erba simile all’ortica con una fioritura cha va da marzo a novembre, molto diffusa in tutta l’area mediterranea.

Per la diagnosi, l’unico esame è il prick test

FALSO

Quando si sospetta un’allergia, è bene rifuggire da un pericoloso fai-da-te che porta ad affidarsi ai primi test che capitano a tiro. È indispensabile invece bussare alla porta dell’allergologo per sottoporsi a esami accurati e validati. Tra questi, il più semplice e usato è il prick test, un test cutaneo che serve a identificare la causa dell’allergia. Qui puoi leggere cosa accade durante l’esame. Ma il prick test non è l’unica indagine diagnostica a disposizione.

Gli altri esami

All’occorrenza, al prick test possono essere associati altri accertamenti:

  • la spirometria, che valuta l’ostruzione delle vie aeree;
  • l’endoscopia nasale a fibre ottiche, che ispeziona le cavità del naso;
  • la citologia nasale, che analizza le cellule della mucosa.
  • In caso di necessità, per appurare la diagnosi è possibile ricorrere al dosaggio delle immunoglobuline E, un esame del sangue utile a dosare questi anticorpi specifici per ogni allergene.
  • Nel caso di allergie difficili, che magari persistono nonostante la terapia, è indicato il nuovo test molecolare Alex, Allergy Explorer. Questo esame riesce a scovare allergeni insospettabili. Si effettua con un semplice prelievo di sangue, che viene analizzato da uno speciale macchinario simile a un computer che ha in memoria la “carta d’identità” di 282 componenti, di cui 125 proteine, presenti nei pollini. Il risultato, che arriva dopo una decina di giorni, traccia una vera e propria mappatura degli elementi che possono scatenare l’allergia. In questo modo si può proporre una terapia personalizzata, su misura per il singolo paziente. È ora in atto tramite un sistema di intelligenza artificiale una refertazione in grado di fornire tutte le caratteristiche delle sensibilizzazioni, incluse le reattività crociate alimenti/pollini e alimenti/acari.

È pericoloso assumere antistaminici prima di mettersi alla guida

FALSO

Nonostante la loro efficacia, spesso questi medicinali vengono accettati con difficoltà da chi li deve assumere per i loro presunti effetti collaterali:

  • sonnolenza,
  • perdita di lucidità,
  • mancanza di concentrazione.

Ecco come agisce questo tipo di farmaci. Questo vale per gli antistaminici più “vecchi”, quelli di prima generazione, che agiscono sui recettori H1 dell’istamina, come

  • difenidramina,
  • clorfeniramina,
  • triprolidina,
  • dimenidrinato.

Interessano però anche altri tipi di recettori a livello del sistema nervoso centrale, causando appunto gli effetti indesiderati. Sport e allergie: gli antistaminici possono condizionare l’allenamento?

Farmaci di nuova generazione

Meglio affidarsi ai farmaci di nuova generazione. Sono più selettivi verso gli H1 e superano con più difficoltà la barriera ematoencefalica, arrivando meno agevolmente al sistema nervoso centrale. Sono quindi meglio tollerati e la sonnolenza è molto limitata. Ecco quali sono:

  • loratadina,
  • desloratadina,
  • cetirizina,
  • levocetirizina,
  • bilastina,
  • ebastina,
  • rupatadina,

Il cortisone è un rimedio eccessivo

FALSO

Altra soluzione sono i corticosteroidi, che riducono la risposta difensiva dell’organismo. In particolare, nelle riniti attenuano la sensazione di naso chiuso, la frequenza degli starnuti, il prurito e lo scolo nasali. Nell’asma diminuiscono l’infiammazione e migliorano la respirazione. Qui scopri tutti gli effetti indesiderati del cortisone. I più usati sono:

  • cortisone,
  • prednisone,
  • triamcinolone,
  • betametasone,
  • desametasone,
  • idrocortisone butirrato,
  • idrocortisone acetato.

Sono disponibili sotto forma di spray nasale o soluzioni/polvere per inalazione, mentre sono sconsigliabili quelli per bocca, dati gli effetti collaterali.

Attualmente esistono anche formulazioni che associano antistaminici e corticosteroidi, per un’azione potenziata nei confronti della rinite e combinazioni di broncodilatatori e steroidi inalatori per l’asma. Altre molecole che contrastano l’asma, e che possono essere utilizzate anche in associazione con i farmaci precedenti, sono gli inibitori dei leucotrieni, come montelukast e zafirlukast. Aumentano la pervietà dei bronchi e riducono la produzione di muco. Sono disponibili sotto forma di granulati e di compresse, anche masticabili.

Per l’asma bisogna sempre usare gli spray

FALSO

Quando si manifesta la fame d’aria è opportuno ricorrere ai broncodilatatori. Provocano un rilassamento della muscolatura delle vie respiratorie, consentendo un maggiore afflusso di aria ai polmoni, facilitando la respirazione e attenuando la tosse e l’affanno.

Se l’asma è lieve si possono usare al bisogno i broncodilatatori a breve durata d’azione. Quest’ultima insorge entro cinque minuti dall’assunzione, raggiunge il picco entro 30-60 minuti e dura per quattro-sei ore. Oggi anche alcuni Laba (Laba, long acting beta-adrenoceptor agonists, agonisti a lunga durata d’azione), che agiscono per 12-24 ore, permettendo un’unica somministrazione al giorno, hanno azioni simili e vengono suggeriti in combinazione con gli steroidi inalatori. I Laba sono preferibili quando l’asma è più persistente.

Non ci sono rimedi per i bambini sotto i sei anni

FALSO

Come quantifica la Guida pratica sulle allergie, a oggi la rinite allergica colpisce circa il 7% dei bambini di età compresa tra i sei e i sette anni. Uno studio condotto dall’Italian pediatric allergy network evidenzia che su 1.360 bimbi con età media di 10 anni, l’82% è sensibilizzato ad almeno tre pollini e il 48% ad almeno sei. I più a rischio sono i piccoli che hanno uno o entrambi i genitori allergici. Esiste una predisposizione familiare su base genetica a sviluppare il disturbo.

La diagnosi

Per verificare l’effettiva presenza dell’allergia si può utilizzare, come negli adulti, il prick test. Nei primi due anni di vita però la reattività cutanea può risultare ridotta rispetto alle età successive e può, dunque, essere utile ripetere l’esame nel tempo. Una volta accertata l’allergia, è possibile ricorrere agli antistaminici di seconda generazione. Alcuni possono essere somministrati già a partire dai due anni.

I cortisonici inalatori più usati per i bambini

Tra i cortisonici inalatori, i più usati nel caso dei bambini a partire dai sei anni sono:

  • beclometasone dipropionato,
  • fluticasone propionato,
  • flunisolide,
  • budesonide,
  • prednisone,
  • betametasone,
  • desametasone.
  • Esistono anche quelli sistemici (prednisone, betametasone, desametasone), ma devono essere usati con estrema cautela.

I broncodilatori

Tra i broncodilatatori a rapida azione possono essere impiegati senza particolari problemi salbutamolo e terbutalina. Tra quelli a lunga durata di azione si possono adoperare salmeterolo (dopo i quattro anni), formoterolo (dopo i sei), vilanterolo (dopo i 12). Infine, il principale antileucotrienico usato in pediatria è montelukast, l’unico somministrabile sotto i 12 anni. Via libera alla immunoterapia a partire dai cinque anni.

Il vaccino serve a prevenire le allergie

FALSO

Viene chiamato vaccino, ma si tratta di immunoterapia specifica. A differenza delle classiche vaccinazioni utili a prevenire un’infezione o una patologia in una persona sana, il «vaccino» per l’allergia serve a controllare la malattia. È in grado di combattere il problema alla radice, riducendo la produzione degli anticorpi, le immunoglobuline E, diretti contro gli allergeni.

Come funziona il “vaccino”

In concreto, al paziente vengono somministrate quantità crescenti dell’allergene incriminato, al fine di indurre progressivamente una tolleranza nei suoi confronti. Così, se prima della terapia la reazione allergica era scatenata anche da una piccola quantità di polline, dopo servirà una concentrazione pollinica molto più elevata affinché il sistema immunitario si mobiliti.

Il vaccino per le allergie ai pollini

Nel caso delle allergie ai pollini, il vaccino viene somministrato con uno schema pre-costagionale, cioè a partire dai mesi invernali fino alla fine della stagione della pollinazione. I vaccini sottocutanei e quelli sublinguali sono entrambi efficaci. La scelta va fatta in base alle esigenze del paziente e al tipo di allergia. Il trattamento, che deve durare tre-quattro anni, mantiene la sua efficacia nel tempo, anche dopo la sospensione.

Chi è allergico alle graminacee deve eliminare il pane e la pasta

FALSO

Eliminare dal menù pasta, pane, riso e altri cereali in caso di allergia alle graminacee è un grave errore. Questi prodotti possono essere consumati senza patemi anche da chi risulta allergico al grano.

Chi invece deve evitare di mangiare pane e pasta

Diverso è il caso di alcune persone allergiche ai pollini (circa il 30%), che sperimentano una reattività crociata con determinati alimenti che, una volta ingeriti, possono provocare gonfiore e prurito alla bocca, per arrivare, nei casi più gravi, a determinare il peggioramento dei sintomi dell’allergia respiratoria.

Il problema è che frutta e verdura crude condividono le stesse molecole che scatenano la reazione ai pollini.

Via libera agli ortaggi cotti

Nel caso degli ortaggi, per risolvere il problema bastano pochi minuti di cottura. Questi allergeni vengono completamente denaturati dal calore. Anche l’acidità è loro nemica: per mangiare in tutta tranquillità la frutta, dunque, si può preparare una macedonia con succo di limone.

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