Salute

Un esame del sangue scopre l’osteoartrite 8 anni prima dei sintomi

Non esiste ancora una cura, ma intervenire precocemente potrebbe limitare i danni. Il nuovo test è più accurato degli esami standard che si utilizzano oggi

Come scoprire di avere la osteoartrite al ginocchio anni prima dell’esordio dei sintomi? La risposta a questa domanda arriva da uno studio americano svolto dai ricercatori della Duke Health.

Si tratta di un esame del sangue per sapere se saremo colpiti da questa malattia con almeno 8 anni di anticipo sul classico test con i raggi X.  Si possono leggere i risultati sulla rivista scientifica Science Advances.

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Come scoprire di avere la osteoartrite anni prima?

Gli esperti hanno identificato in campioni di sangue i biomarcatori chiave dell’osteoartrite. L’accuratezza di questo esame del sangue è maggiore rispetto agli strumenti di diagnosi che vengono abitualmente utilizzati. I test disponibili riconoscono l’osteoartrite solo dai danni strutturali all’articolazione del ginocchio e non prima che ci siano sintomi.

L’esame che ha spiegato come scoprire di avere la osteoartrite

I ricercatori hanno analizzato i campioni del sangue di 200 donne. Metà aveva ricevuto una diagnosi di osteoartrite, metà non aveva la patologia. Confrontando i diversi campioni, gli esperti hanno scoperto che chi soffriva della malattia, aveva nel sangue dei biomarcatori specifici. Questi biomarcatori erano già presenti fino a otto anni prima della diagnosi vera e propria.

Cos’è questa malattia? Quanti italiani colpisce?

L’osteoartrite è una malattia cronica che causa danni alla cartilagine e ai tessuti circostanti. Si tratta della forma più comune di artrite: si stima che siano 4.000.000 gli italiani ad esserne colpiti, circa il 12% della popolazione adulta. La fascia di età dell’esordio e nella decade tra i quaranta e i cinquant’anni. Intorno agli 80 anni praticamente interessa tutti.

Quali sono i sintomi?

I sintomi principali della osteoartrite del ginocchio sono:

  • dolore,
  • rigidità,
  • perdita della funzionalità,
  • gonfiore.

La percezione dei sintomi è più forte al risveglio o se siamo inattivi. Quando cominciamo a muovere l’articolazione dopo una trentina di minuti le manifestazioni diminuiscono anche sensibilmente. Anche se ci sono danni, diversi pazienti non sentono i sintomi.

Quali sono le terapie?

In genere si prescrivono degli esercizi fisici, ma anche farmaci per ridurre il dolore e garantire una migliore funzionalità. Gli antidolorifici possono essere assunti o per via orale, o per via topica, sotto forma di gel, una o più volte al giorno. Si scelgono le formulazioni in gel nelle persone anziane e in chi abbia problemi allo stomaco, per evitare i noti effetti indesiderati.

Anche la terapia termica con applicazione di impacchi freddi in fase di infiammazione acuta e caldi in fase sub-acuta può dare benefici. È importante muoversi, perché un periodo di riposo prolungato peggiora la situazione. Nei casi più gravi si può arrivare alla sostituzione dell’articolazione.

Non c’è quindi una cura, ma solo farmaci capaci di alleviare i sintomi. Si cerca però di arrivare a una diagnosi la più precoce possibile per rallentare la progressione della malattia, prima che possa diventare debilitante.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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