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Mal di testa: perché ascoltare il nuovo podcast sull’emicrania

Questa patologia ancora troppo spesso è oggetto di pregiudizi che la fanno percepire erroneamente come una scusa per evitare impegni lavorativi o sociali

L’emicrania colpisce circa 6 milioni di italiani ma, nonostante la sua diffusione, viene frequentemente sottovalutata e sotto-diagnosticata. Il nuovo podcast “Mal di Testadi Fondazione CIRNA e Alleanza Cefalalgici, prodotto da Hypercast con il supporto non condizionante di AbbVie, mira a fornire informazioni accurate e aumentare la sensibilizzazione sulla malattia.

Mal di testa: di cosa parla il podcast

I primi 5 episodi del podcast, disponibili sulle principali piattaforme, sono condotti da Giuditta Pini, già parlamentare, firmataria della legge sul riconoscimento dell’emicrania come malattia sociale e host del podcast di politica “Chiedi alla Pini”, e Cristina Tassorelli, Professoressa Ordinaria di Neurologia presso l’Università di Pavia.

Gruppo San Donato

Ogni puntata include la partecipazione di un ospite ed esplora un diverso aspetto della malattia, concludendosi con la rubrica “Le parole dell’emicrania” con la voce di Alessandra Sorrentino, Presidente di Alleanza Cefalalgici e autrice del blog “Le parole dell’emicrania”. Tra gli ospiti figura l’attrice Veronika Logan, che racconta la convivenza con la patologia e come affrontarla nella quotidianità.

Nel podcast si sottolinea l’importanza dell’educazione sull’emicrania per combattere lo stigma. Partendo da falsi miti e pregiudizi, si descrivono le terapie di profilassi, i cambiamenti e le evoluzioni della malattia nel corso della vita, fino alle prospettive per il futuro. Vengono illustrate anche le entità patologiche associate come ansia, depressione e attacchi di panico, e il supporto psicologico connesso.

L’emicrania non è solo un mal di testa

Secondo il Global Burden of Disease, Injuries and Risk Factors Study (GBD) l’emicrania è la seconda malattia più disabilitante, in termini di anni vissuti con disabilità, se consideriamo entrambi i sessi e tutte le età, mentre è al primo posto nelle donne tra i 15 e i 49 anni. Tuttavia, molte persone soffrono in silenzio per paura del giudizio o di non essere prese sul serio, talvolta dagli stessi medici.

Oltre al dolore alla testa, che peggiora con il movimento, gli attacchi di emicrania possono manifestarsi con sintomi quali nausea, vomito, sensibilità alla luce, al suono e agli odori. Alcuni pazienti sono colpiti da emicrania con aura, che si manifesta con sintomi neurologici transitori prima dell’attacco, come disturbi visivi o formicolii.

«Il pregiudizio più frequente sull’emicrania è che non si tratti di una malattia, ma che sia soltanto un banale mal di testa che passa in 5 minuti con un comune analgesico. Da questo pregiudizio ne deriva un secondo, ossia che sia una scusa per non fare nulla, non andare a lavoro, a scuola o non uscire», spiega Alessandra Sorrentino.

Questo ha portato alla sua banalizzazione negli anni, inducendo l’opinione pubblica, ma anche chi ne soffre, a considerarla un fenomeno normale e non una condizione da gestire e trattare per evitare che arrivi ad avere un impatto severo sulla qualità della vita. «L’emicrania è invece una malattia neurologica invisibile e invalidante. Il mal di testa è soltanto uno dei suoi sintomi, la punta dell’iceberg di una patologia complessa che è frutto dell’interazione tra fattori bio-psico-sociali».

Emicrania e comorbidità psichiatriche

«Le comorbidità psichiatriche sono molto frequenti. Non tenere conto della stretta relazione tra emicrania e disturbi della sfera psichiatrica vuol dire curare un individuo a metà. È quindi estremamente importante considerare la persona nella sua complessità. Trattare l’emicrania significa prendere in carico il paziente in modo olistico, costruendo insieme a lui e ad altri specialisti un team che sappia individuare tutti i fattori capaci di impattare sull’andamento della malattia stessa».

L’evoluzione delle terapie per migliorare la qualità della vita

«Dal punto di vista delle terapie di profilassi, che hanno l’obiettivo di prevenire gli attacchi o di ridurne la frequenza e l’intensità, disponiamo ora degli anticorpi monoclonali anti-CGRP e dei gepanti». La differenza rispetto al passato è che questi sono farmaci mirati. Infatti, come specifica Alessandra Sorrentino, «non sono presi in prestito da altre patologie, ma sono stati studiati e creati specificamente per l’emicrania. Sono tendenzialmente sicuri, ben tollerati ed efficaci».

«Ogni paziente è a sé e sappiamo che esiste sempre una variabilità nella risposta al farmaco. Ma dall’uso sulla popolazione, sta emergendo che questi farmaci stanno cambiando notevolmente la qualità della vita delle persone che soffrono di emicrania». Inoltre, la ricerca sta andando avanti per individuare e sviluppare altre possibilità terapeutiche.

Mal di testa: il podcast come strumento di sensibilizzazione

Dal 2020, l’emicrania è riconosciuta dalla legge italiana come “malattia sociale”. «La legge ha dato all’emicrania la dignità di essere riconosciuta come malattia. Sembra paradossale che sia necessaria una legge per riconoscerlo, eppure è così. Abbiamo acquisito il diritto di dire al mondo che anche noi siamo malati e non soffriamo di un banale mal di testa. E, soprattutto, sono stati stanziati fondi che permetteranno alle Regioni di rivedere e migliorare il sistema di presa in carico del paziente emicranico».

«Però, la legge da sola non può cambiare la percezione della malattia nella società. Ci vuole ancora tanto lavoro di comunicazione e sensibilizzazione, altrimenti la legge rimarrà una scatola vuota. Dobbiamo lavorare per eliminare o almeno limitare il più possibile la disinformazione sull’emicrania. Il podcast è uno degli strumenti con cui possiamo farlo», conclude Alessandra Sorrentino.

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Aurora Pianigiani

Collabora con OK Salute e Benessere e si occupa di comunicazione in ambito medico-scientifico e ambientale. Laureata in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Firenze, si è formata nel settore dei media digitali e del giornalismo. Ha conseguito il Master in Comunicazione della Scienza e della Salute presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e contestualmente ha scritto articoli per testate giornalistiche che svolgono attività di fact-checking.
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