Alimentazione

Dieta senza glutine: fa bene o fa male?

La dieta gluten free in persone sane può modificare negativamente la composizione del microbiota intestinale aumentando i livelli dei batteri potenzialmente dannosi

La moda del momento, complice anche un mercato in crescita, è di adottare un regime alimentare privo di glutine, anche quando non si soffre di celiachia. Eppure, invece di trarne beneficio, l’organismo rischia gravi scompensi, soprattutto se si parla di bambini. Abbiamo affrontato l’argomento con Ersilia Troiano, dietista presso la Direzione Servizi Educativi e Scolastici del Municipio III di Roma Capitale e Presidente ANDID (puoi chiederle un consulto qui) e con Giuseppe Di Fabio, Presidente dell’Associazione Italiana Celiachia.

Dottor Di Fabio, sempre più persone, pur non avendo problemi d’intolleranza, seguono una dieta priva di glutine: da dove nasce questo fenomeno? 

Purtroppo il dilagare d’innumerevoli informazioni su web, social network, televisione, carta stampata, spesso scorrette, incomplete o ingannevoli, hanno portato a questo fenomeno. Molte persone scelgono di eliminare il glutine dalla propria dieta per seguire la moda del momento, un’idea talvolta rafforzata anche da personaggi noti, non celiaci, che dichiarano pubblicamente di seguire la dieta gluten free. Molti altri decidono di seguirla pensando erroneamente che la dieta senza glutine abbia un effetto specifico sulla diminuzione del peso.
È necessario fare corretta informazione e bloccare questo fenomeno che sta contribuendo a ostacolare le diagnosi di oltre 400mila pazienti che ignorano di essere affetti da celiachia. Inoltre, il diffondersi della moda del “senza glutine” tra la popolazione non celiaca, svaluta e banalizza questa patologia e le difficoltà di chi ne soffre, che negli anni ha conquistato importanti diritti e tutele fondamentali per la propria salute e che, in questo modo, rischiano di essere messi in discussione.

Gruppo San Donato

Dottoressa Troaino, quali sono gli scompensi nutrizionali causati da una dieta priva di glutine, quando non si soffre di celiachia?

Considerato che la “moda” di seguire la dieta senza glutine pur non essendo affetti da celiachia è abbastanza recente, ci sono pochi studi sugli effetti negativi che può avere sui soggetti sani e sono sicuramente necessari ulteriori ricerche per accertare le possibili conseguenze dell’eliminazione del glutine in questi casi.
Indubbiamente, chi non è affetto da celiachia non ha alcun vantaggio o beneficio dall’escludere il glutine dalla propria dieta: non esistono infatti evidenze sperimentali che suggeriscano che la cosiddetta “popolazione generale” (ovvero i soggetti non affetti da celiachia) possa giovarsi dell’esclusione di glutine dalla propria dieta. Né tantomeno ci sono evidenze che suggeriscono che una dieta senza glutine possa avere effetti benefici sulla perdita di peso. Ci sono alcuni studi (sebbene debbano essere considerati con cautela, dato anche il limitato numero di soggetti coinvolti), tuttavia, che indicano che seguire una dieta senza glutine nei soggetti sani può modificare negativamente la composizione della flora batterica intestinale, riducendo la concentrazione di batteri intestinali benefici (ad esempio Bifidobacterium e Lactobacillus) e aumentando invece i livelli di quelli potenzialmente dannosi (enterobatteri ed Escherichia coli).
Altro aspetto da non dimenticare, l’adeguatezza nutrizionale. Con l’esplosione del “mercato” del gluten free, sono oggi disponibili numerosissimi prodotti, da molti consumatori percepiti come “più salutari” di quelli tradizionali, trattandosi di prodotti “dietetici”. In realtà non è sempre così, considerato che alcuni prodotti da forno possono essere, ad esempio, più ricchi in grassi e quindi in energia dei loro equivalenti tradizionali e, un po’ come succede per i prodotti light, la percezione di “prodotto salutare” ne determina un consumo maggiore. Ultimo ma non ultimo, il costo. I prodotti senza glutine possono costare anche il doppio rispetto ai prodotti tradizionali e il loro utilizzo senza alcuna base scientifica è veramente fuori luogo.
Ricordiamoci che parliamo di salute, e che la competenza professionale è fondamentale nell’indirizzare le persone all’alimentazione più corretta e adeguata ai bisogni e fabbisogni individuali. La dieta senza glutine non significa solo “eliminare”, ma anche e soprattutto sostituire, adeguando le scelte in un’ottica di adeguatezza nutrizionale, varietà e sostenibilità a lungo termine. E non è e non può essere una scelta improvvisata, autosomministrata e soprattutto totalmente contraria alle sue indicazioni.

Dottor Di Fabio, quanto è rischioso escludere il glutine dalla propria dieta se non si è celiaci?

Il rischio di iniziare una dieta gluten free senza indicazione del medico curante è quello di precludere la corretta diagnosi di celiachia, esponendosi così in futuro a complicanze anche gravi. Bisogna assolutamente evitare di fare autonomamente diagnosi di celiachia o di mettersi a dieta sulla base di consigli di parenti o amici. Se si sospetta di essere celiaci è necessario rivolgersi prima al medico e poi al centro specialistico di riferimento per completare tutte le indagini del caso, senza escludere il glutine dalla propria dieta prima di aver completato tutti gli accertamenti, compresa, in caso di esito positivo delle analisi del sangue, la biopsia intestinale.

Alimenti gluten free anche ai bambini non celiaci: dottoressa Troiano quali sono le conseguenze? 

Anche per i bambini vale lo stesso discorso. Far consumare alimenti gluten free in assenza di celiachia o senza aver effettuato prima i dovuti accertamenti è assolutamente sconsigliato. Nel caso in cui si manifestassero, invece, segni tipici della sindrome da malassorbimento intestinale che possono far sospettare la celiachia, quali inappetenza, cambiamento dell’umore, diarrea cronica, arresto o calo di peso e distensione addominale, la prima cosa da fare sarà rivolgersi al pediatra che indirizzerà al percorso diagnostico corretto permettendo di arrivare a una chiara diagnosi e iniziare così la dieta senza glutine. Nel caso in cui fosse accertata l’assenza della patologia, il bambino potrà continuare a seguire una dieta varia, che includa anche il glutine.

Dottoressa Troiano qual è invece il regime alimentare che si deve adottare in caso si soffra d’intolleranza al glutine? 

Al momento, l’unica terapia per chi soffre di celiachia è la dieta senza glutine, che va seguita con rigore e per tutta la vita. La malattia celiaca consiste in un’infiammazione cronica dell’intestino tenue, scatenata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti. Le persone che hanno ricevuto diagnosi di celiachia, dunque, devono modificare la loro dieta per tutta la vita escludendo attentamente tutti gli alimenti che contengono glutine, prestare attenzione alle contaminazioni ed evitare le trasgressioni. La celiachia è caratterizzata da un quadro clinico variabilissimo, dalla diarrea con marcato dimagrimento a sintomi extraintestinali quali anemia, amenorrea, infertilità, osteoporosi e dermatiti. La celiachia non trattata può portare a complicanze anche drammatiche come il linfoma intestinale, quindi è importante che la dieta senza glutine sia seguita con rigore anche dalle persone celiache che non presentano una sintomatologia evidente.

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