Cardiologia

Smog e cuore: 14% di infarti e ictus causati da inquinamento

Un'imponente ricerca svolta negli USA ha dimostrato che molti eventi cardiaci sono causati dalla presenza delle polveri sottili

Vivere a lungo in zone dove la qualità dell’aria è pessima a causa della presenza oltre i limiti consentiti delle polveri sottili aumenta in modo significativo la possibilità di sviluppare malattie cardiovascolari. La notizia arriva da uno studio dell’Università dell’Oreogon. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica The Lancet Planetary Health Journal. Il rapporto tra smog e cuore è indagato da molti anni dalla comunità medica e da quella scientifica da molti anni. L’inquinamento ambientale gioca anche un ruolo importante nella diffusione di Covid 19.

Smog e cuore: più di 150.000 le persone seguite per 15 anni 

I ricercatori in forza all’università pubblica nord americana hanno messo sotto osservazione i dati di oltre 157.000 adulti residenti in 21 differenti Paesi. I volontari avevano un’età compresa tra i 35 e i 70 anni. Tutte queste persone sono state seguite per un periodo di quindici anni. Più di 9.000 persone hanno avuto degli eventi legati a patologie cardiovascolari, di cui più di 4.000 un attacco cardiaco, mentre 4.139 l’ictus.

Gruppo San Donato

Smog e cuore: se aumentano le polveri sottili, cresce anche il rischio 

I risultati di questo studio non lascerebbero spazio a dubbi, visto anche che sono molte le persone che il team di ricerca ha analizzato. Secondo i ricercatori 14 casi su 100 di malattie cardiovascolari sono causati proprio dalla lunga esposizione alle polveri sottili. Ma c’è di più. Gli esperti hanno sottolineato che per ogni aumento delle concentrazioni di polveri sottili di 10μg/m3, il rischio di ammalarsi sale del 5 per cento. Il gruppo di lavoro ha tenuto conto anche di altri fattori di rischio come il fumo di sigaretta, le abitudini alimentari o la presenza di colesterolo o trigliceridi alti. La buona notizia è che combattendo i livelli di inquinamento ambientale fa scendere le possibilità di ammalarsi.

Smog e cuore: problemi anche per gli adolescenti

Già a sedici anni chi vive in città inquinate mostra i primi segni degli effetti dello smog sulla salute del cuore.

Lo afferma uno studio condotto in Polonia, secondo cui i più esposti hanno anche un maggior rischio di infarto.

La ricerca ha esaminato oltre 800 giovani tra 16 e 22 anni di Cracovia e Lublino, due grandi città polacche abbastanza simili tra loro ma con la prima che ha il doppio dei livelli di polveri sottili e altri inquinanti rispetto all’altra. Ai soggetti sono stati misurati i livelli nel sangue di diverse proteine che indicano un’infiammazione in corso, trovando valori sensibilmente più alti nei giovani che vivono nella città con più smog, con quelli obesi che hanno mostrato i livelli più alti.

Smog e cuore: può essere utile la vitamina B

Uno studio, pubblicato su Scientific Reports, condotto dal gruppo di ricerca statunitense coordinato dall’italiano Andrea Baccarelli, che lavora alla Columbia University di New York, sostiene che la vitamina B potrebbe limitare i problemi dello smog sul cuore. L’integrazione con vitamina B per quattro settimane ha dimostrato di ridurre gli effetti sul ritmo del cuore del 150%; la conta dei globuli bianchi è calata del 139%, mentre quella dei linfociti è scesa del 106%.

Un aiuto efficace, ma non per tutti

«I nostri risultati – afferma Baccarelli – dimostrano che due ore di esposizione al PM 2.5 ambientale concentrato ha un sostanziale impatto fisiologico sulla frequenza del cuore, sulla variabilità del ritmo cardiaco e sulla conta dei globuli bianchi. Questi effetti, però, possono essere quasi del tutto annullati con una supplementazione di vitamina B per quattro settimane». I ricercatori sottolineano però che il risultato è stato ottenuto su uomini adulti e sani, e quindi potrebbe non essere generalizzabile anche alle persone più a rischio, come bambini, anziani, pazienti con malattie cardiovascolari e abitanti di zone estremamente inquinate.

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