Salute Mentale

Violenza sulle donne: basta con la vergogna. Dobbiamo reagire

Il 25 novembre si celebra la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne: con il professor Claudio Mencacci abbiamo parlato di coraggio e solidarietà

Nell’ultimo periodo, il tema della violenza sulle donne è stato al centro di cronache e dibattiti, aprendo un vero e proprio vaso di Pandora. Grazie ad alcune donne coraggiose, molte altre hanno trovato la forza di parlare e puntare il dito contro datori di lavoro, allenatori, conoscenti e colleghi che, in diversi contesti, sono stati protagonisti di molestie fisiche o psicologiche.

Perché si denuncia in ritardo?

Spesso le denunce di molestia o violenza arrivano a distanza di anni dall’accaduto. Perché? «Ci sono varie motivazioni perché questo accade» spiega Claudio Mencacci, Direttore Dipartimento Neuroscienze e Salute mentale ASST Fatebenefratelli-Sacco ed ex Presidente della Società Italiana di Psichiatria. «Una donna può pensare che i suoi problemi non siano abbastanza gravi da essere segnalati, può provare un senso di impotenza e pensare di non riuscire a trovare risorse adatte a risolvere la situazione. Oppure può essere legata al suo maltrattatore o abusatore da una dipendenza economica, può provare sentimenti di protezione nei confronti del partner e la speranza in un suo cambiamento, può credersi responsabile della violenza, o ancora, e queste sono le più gravi, credere di non meritare aiuto e aver paura di svelare la situazione di violenza per il timore di mettere a repentaglio la propria sicurezza e quella dei figli, se si hanno».

Gruppo San Donato

Il sistema dietro alla violenza sulle donne sta pian piano crollando

Quello che sta accadendo negli ultimi mesi a livello mediatico è positivo, perché sta facendo crollare un sistema e lo sta facendo crollare davanti agli occhi di tutti. «Il sistema per cui si riteneva che certi atteggiamenti e comportamenti prevaricatori da parte degli uomini fossero la normalità sta cadendo. Crolla l’idea che certe espressioni o modalità di corteggiamento – che in realtà sono solo abusi – debbano per forza essere presenti in un percorso professionale. Questo comportamento non deve essere più accettato».

La solidarietà tra donne deve essere indistinta

Nonostante le donne stiano facendo sempre più squadra per combattere la violenza, per parlare e denunciare, a volte nel dare solidarietà fanno delle distinzioni. Questo accade soprattutto quando le vittime sono donne avvenenti, ad esempio attrici che hanno fatto carriera. Perché alcune donne ricevono meno solidarietà di altre? «Questo è il residuo di una difficoltà insita nel genere femminile, che è quella di fare gruppo e darsi sostegno a vicenda» spiega Mencacci. «Purtroppo le donne hanno la tendenza a dividersi e a far prevalere quelle che possono essere reciproche invidie o gelosie. Questo rischia di rompere il gruppo e quindi la solidarietà, che invece dovrebbe essere indistinta». Tuttavia oggi la consapevolezza di non poter più tollerare e accettare la vergogna della violenza subita sta finalmente aiutando a costruire una rete tra le donne.

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