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Prevenire il Parkinson? Si può con la dieta mediterranea

In occasione della Giornata Mondiale del Parkinson è importante ricordare il ruolo dell'alimentazione come strumento per ridurre il rischio di malattie neurodegerative

Con i suoi alimenti ricchi di grassi buoni, antiossidanti, vitamine e sali minerali, la dieta mediterranea è il più prezioso dei regimi alimentari. In occasione della Giornata Mondiale del Parkinson, malattia neurodegenerativa che in Italia colpisce circa 300.000 persone, vogliamo puntare l’attenzione sulle possibili associazioni tra questa dieta e la prevenzione della patologia.

Il ruolo preventivo
della dieta mediterranea

Come ci spiega nella videointervista Mario Zappia, segretario della Società Italiana di Neurologia e professore Ordinario di Neurologia presso l’Università di Catania, si sa come l’alimentazione mediterranea sia in grado di ridurre il rischio di malattie vascolari grazie alla riduzione del colesterolo e della pressione arteriosa. Meno, invece, si conosce del suo ruolo nei confronti di Alzheimer e Parkinson.

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Gli studi e le prime evidenze

Tuttavia, il suo ruolo è assolutamente evidente: un recente studio scozzese ha riportato che soggetti anziani con bassa aderenza a una dieta mediterranea avevano una maggiore velocità di comparsa di atrofia cerebrale, mentre uno studio americano ha evidenziato una riduzione del rischio di sviluppare Alzheimer pari al 40% in chi seguiva strettamente un’alimentazione di tipo mediterraneo.

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Il ruolo della dieta mediterranea 
nel prevenire il Parkinson

Un altro studio, pubblicato nell’ottobre 2018 su Movement Disorders, ha riportato simili risultati anche per il Parkinson. Secondo la ricerca, l’aderenza alla dieta mediterranea è associata a una minore probabilità di Parkinson prodromico (la fase in cui insorgono i sintomi della malattia) nelle persone anziane.

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Cosa succede nel cervello?

Si ritiene che gli effetti della dieta mediterranea sulla neurodegenerazione siano dovuti non solo a un’azione antiossidante con rimozione di radicali liberi, ma anche a una riduzione della neuroinfiammazione. Un’esagerata risposta neuroinfiammatoria potrebbe dipendere da sovralimentazione in età infantile, causa di precoce obesità, che “sensibilizzerebbe” il cervello a rispondere in modo abnorme a stimoli immunogenici di lieve entità, causando disfunzione di circuiti neurali cognitivi e motori. Per questo, una sana educazione alimentare sin da piccoli e l’adesione costante a una dieta di tipo mediterraneo rimangono, ad oggi, i pilastri per prevenire le malattie neurodegenerative.

 

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