Salute

Le malattie che peggiorano con il freddo

Dalla dermatite atopica all'artosi, tre specialisti spiegano quali patologie possono acutizzarsi con l'abbassamento delle temperature

Quando si parla di legami fra basse temperature e salute dell’organismo il pensiero corre subito ai classici malanni stagionali, dall’influenza al raffreddore, dal mal di gola alla tosse. In realtà l’inverno non è insidioso solamente per l’apparato respiratorio: in questa stagione, infatti, si può assistere al peggioramento, e in alcuni casi anche alla comparsa, di diverse malattie, a carico di vari sistemi e apparati. Vediamo le principali.

Malattie che peggiorano con il freddo: dermatite atopica

Uno degli organi che risente maggiormente dell’abbassamento delle temperature è la pelle. Ecco perché in inverno si può andare incontro a una riacutizzazione di varie problematiche, a partire dalla dermatite atopica e dalla psoriasi. «La prima è una condizione molto frequente in età pediatrica, che però non risparmia nemmeno gli adulti», spiega Franco Rongioletti, direttore e primario dell’unità di dermatologia clinica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.

Gruppo San Donato

«Dipende da un deficit delle sostanze lubrificanti, soprattutto ceramidi, che hanno il compito di formare sull’epidermide una barriera protettiva. Il risultato è che la pelle diventa secca, arida e disidratata soprattutto in alcune zone; in termini medici si parla di xerosi e chi ne soffre avverte un prurito, solitamente intenso, e la necessità di grattarsi. In fase acuta si possono formare anche piccole vescicole che, rompendosi facilmente in seguito al grattarsi, danno luogo a piccole erosioni e poi a crosticine che possono infettarsi».

Psoriasi

La psoriasi, invece, può manifestarsi a qualunque età. Nella sua forma più comune è caratterizzata dalla formazione di lesioni cutanee di colore rosso e di diversa grandezza, ricoperte da squame argentee che spesso danno prurito, associate a una secchezza cutanea di fondo. All’origine della dermatite atopica e della psoriasi in genere c’è un mix di fattori diversi, genetici, immunologici, allergici, comportamentali e ambientali: fra questi ce ne sono anche alcuni tipicamente invernali. «Innanzitutto l’esposizione al freddo», continua il dermatologo.

«Le basse temperature esterne peggiorano ulteriormente la secchezza cutanea, così come il riscaldamento eccessivo e la scarsa umidità degli ambienti. Anche l’abitudine di indossare indumenti di lana e sintetici a diretto contatto con la pelle ha un effetto negativo, poiché questi capi aumentano la sudorazione, che ha un’azione irritante, esacerbando la situazione e il prurito». Infine, in inverno ci sono due ulteriori elementi aggravanti: la diminuita esposizione al sole, che tende a migliorare le manifestazioni di queste malattie, e la tendenza a usare acqua più calda del solito per lavarsi, che danneggia il film idrolipidico protettivo, accentuando la xerosi.

Acne

Un’altra malattia cutanea che tende a peggiorare in questo periodo è l’acne, un’infiammazione dei follicoli pilo-sebacei, le strutture che contengono i peli. Si riconosce per la comparsa, soprattutto sul viso, di comedoni o punti neri, foruncoli e, nei casi più seri, cisti o noduli. All’origine c’è una sovrastimolazione delle ghiandole sebacee, che si trovano alla base dei follicoli piliferi e hanno il compito di produrre il sebo, una secrezione oleosa che lubrifica i peli e la pelle. L’acne colpisce soprattutto ragazzi e giovani adulti a causa della tempesta ormonale che si verifica in adolescenza e che innesca il processo infiammatorio.

Che cosa succede durante la stagione fredda? «Le basse temperature stimolano la produzione di sebo, accentuando il problema», racconta Rongioletti. «Inoltre, in inverno non si può contare sull’abbronzatura, che tende a camuffare i brufoli e a migliorare l’aspetto della pelle, e sull’effetto “asciugante” che i raggi solari esercitano in concomitanza di brevi esposizioni. In realtà, il sole aumenta l’ispessimento dello strato superficiale della pelle aumentando la comparsa di comedoni e punti neri con conseguente peggioramento dell’acne che si manifesta proprio in autunno/inverno».

Malattie che peggiorano con il freddo: orticaria

Accanto alle problematiche cutanee che si acuiscono in inverno ci sono quelle che compaiono per la prima volta in questo periodo in quanto scatenate proprio dal freddo. «Appartiene a questo secondo gruppo la crioglobulinemia, una rara patologia immunologica che si caratterizza per la presenza nel sangue di crioglobuline, proteine che con le basse temperature precipitano andando a chiudere e infiammare temporaneamente i vasi sanguigni», afferma lo specialista.

«Se in alcuni casi non compaiono sintomi particolari, in altri possono esserci debolezza, dolori articolari o muscolari, lesioni simili a ematomi (porpora), zone cutanee necrotiche, che alla vista si presentano di colore violaceo, bluastro o nerastro e prive di sensibilità. Nelle situazioni più complesse possono subentrare danni seri a vari organi, come i reni». Esiste, poi, l’orticaria da freddo, una reazione cutanea che si verifica dopo l’esposizione a basse temperature, vento gelido, freddo e neve. Causa la formazione di pomfi, ossia rigonfiamenti pruriginosi, soprattutto nelle zone esposte, che durano da pochi minuti a diverse ore.

Come difendere la pelle dal freddo

«Il primo consiglio è ricordarsi di idratare adeguatamente la pelle con creme emollienti e idratanti», continua Rongioletti. «Ottime, per esempio, quelle contenenti urea e acido lattico: vanno applicate su tutto il corpo, anche più volte al giorno nelle zone più vulnerabili, e sempre dopo la doccia e il bagno». Bisogna poi evitare di usare detergenti aggressivi, che fanno molta schiuma, e preferire i saponi neutri e delicati sulla pelle, meglio ancora se consigliati dal dermatologo. In caso di acne, detergere il viso mattina e sera con prodotti specifici, come un detergente con benzoilperossido per le sue proprietà antibatteriche, e seguire i trattamenti consigliati dallo specialista.

Se l’acqua dell’acquedotto è molto calcarea, laddove possibile è opportuno applicare un addolcitore per renderla meno aggressiva nei confronti della pelle. No agli indumenti in lana e sintetici: specialmente per quelli a diretto contatto con la cute si devono prediligere materiali come il cotone. In casa, non esagerare con il riscaldamento: l’ideale è avere una temperatura attorno ai 20 gradi. Se serve, è bene ricorrere a un umidificatore che riduca la secchezza ambientale, tenendo presente che il tasso di umidità dovrebbe essere pari al 50-60%. L’orticaria, in genere, si risolve spontaneamente nel giro di qualche ora: nei casi più complessi il medico potrebbe prescrivere degli antistaminici. L’uso di creme grasse sulle zone esposte può aiutare a prevenire o ridurre il fenomeno.

Malattie che peggiorano con il freddo: artrosi e dolori muscolo-scheletrici

Il freddo tende a peggiorare anche l’artrosi, un fenomeno fisiologico che riguarda moltissime persone dopo i 50 anni. Si tratta, infatti, dell’usura e dell’invecchiamento progressivo delle strutture che compongono le articolazioni. Quando si manifesta, l’artrosi lo fa principalmente con il dolore, che in genere si accentua durante l’inverno. «Le ragioni sono diverse», spiega Corrado Campochiaro, immunoreumatologo dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.

«In primo luogo occorre considerare che il freddo è già di per sé uno stimolo aggravante che peggiora la sensazione dolorosa. Fra l’altro, quando fa freddo istintivamente ci si contrae, aumentando la tensione a carico di muscoli, tendini e ossa. Inoltre, con le basse temperature il liquido sinoviale delle articolazioni, che ha funzione lubrificante e facilita i movimenti, tende a diventare meno fluido. Non bisogna dimenticare che in questa stagione tendiamo ad avere uno stile di vita sedentario, quando invece le articolazioni dovrebbero essere mantenute il più possibile in movimento per funzionare bene».

Infine, occorre considerare che nella stagione fredda i muscoli sono soggetti a una maggiore rigidità e a una minore escursione e ampiezza di movimento e in aggiunta la ridotta esposizione al sole diminuisce la produzione di vitamina D, sostanza amica delle ossa. Queste ragioni spiegano perché in inverno è più comune essere soggetti a infiammazioni e dolori muscolo-scheletrici in generale: tutto l’apparato è messo a dura prova.

Prevenire e attenuare gli acciacchi

Per prevenire e attenuare il dolore è importante innanzitutto mantenersi in movimento. Solo durante le fasi acute, quando si prova molto male, è utile stare fermi: al di fuori di questi momenti, bisogna cercare di avere uno stile di vita più attivo e di praticare un’attività fisica regolare e costante per migliorare la funzionalità e lo stato di muscoli, tendini, legamenti e ossa. L’ideale è puntare su sport fuori carico, che allenino le articolazioni senza stressarle, come nuoto, bicicletta, yoga, pilates, ginnastica a terra, ricordandosi sempre di fare stretching prima di iniziare.

È fondamentale poi imparare a usare correttamente l’articolazione colpita dall’artrosi, apprendendo da uno specialista, come un fisioterapista, un fisiatra o un immunoreumatologo, quali sono i movimenti e gli sforzi da evitare per non peggiorare la situazione. «Spesso sono molti utili i trattamenti fisioterapici, quali cicli di esercizi riabilitativi, ginnastica posturale, onde d’urto, laserterapia, ionoforesi, magnetoterapia, tecarterapia, trattamenti osteopatici», conclude l’esperto. «Inoltre si può ricorrere alle infiltrazioni locali di corticosteroidi, che hanno effetto antinfiammatorio, o di acido ialuronico e altre sostanze che rafforzano la cartilagine articolare».

Coprirsi bene per proteggere i capillari

Tipico della stagione invernale è anche il fenomeno di Raynaud, un disturbo correlato a una risposta eccessiva a determinati stimoli, fra cui il gelo e gli sbalzi di temperatura. «Il freddo provoca uno spasmo, ossia un’eccessiva costrizione, dei capillari che, di conseguenza, non portano una quantità di sangue sufficiente verso la periferia», spiega Corrado Campochiaro, immunoreumatologo dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.

«Il risultato è che mani e piedi si raffreddano e perdono temporaneamente colorito, diventando bianchi. Poi, quando la circolazione viene ripristinata, diventano bluastri e infine nuovamente rosati». Possono comparire anche dolori e rigonfiamenti delle zone interessate. È importante coprirsi in modo adeguato quando si esce all’esterno: per proteggere le estremità vanno indossati guanti riscaldati e sottoguanti tecnici e calzature idonee che isolino bene il piede.

Perché aumentano le sindromi influenzali?

Perché in inverno si assiste a un aumento di sindromi influenzali, faringiti, riniti e otiti? «Innanzitutto perché il freddo, gli sbalzi di temperatura e la secchezza ambientale interferiscono con l’efficienza della clearance mucociliare, uno dei meccanismi di protezione dell’organismo: il muco, con la sua viscosità, intrappola agenti e particelle nocivi e viene spinto dal movimento delle ciglia cellulari che ricoprono le vie respiratorie verso l’alto, dove viene ingerito o espulso con un colpo di tosse», risponde Roberto Teggi, otorinolaringoiatra specialista in otoneurologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.

«Se questo sistema non funziona correttamente può contribuire alla comparsa di infezioni o malattie respiratorie». In secondo luogo perché in inverno si trascorre più tempo in ambienti caldi e affollati, a contatto con altre persone: questo facilita il contagio. Infine, non bisogna dimenticare che nella stagione fredda si segue un’alimentazione meno salutare e ci si espone meno al sole, per cui si potrebbero avere carenze di vitamine e altre sostanze utili al sistema di difesa.

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