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Asma grave: il vaccino anti-Covid interferisce con le cure?

Secondo il primo studio italiano condotto sul tema, la vaccinazione è sicuro e non peggiora i sintomi. Anche nei pazienti trattati con farmaci biologici

Il vaccino anti-Covid è sicuro e non peggiora i sintomi nei pazienti in cura per asma grave. È il risultato, positivo, del primo studio italiano, pubblicato sulla rivista internazionale Vaccines e presentato al congresso nazionale della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (Siaaic). Il lavoro ha analizzato la sicurezza e la tollerabilità della vaccinazione a Rna messaggero (Pfizer) su 253 pazienti con asma grave trattati con farmaci biologici. «Sono stati esclusi dalla vaccinazione solo i pazienti con una recidiva in atto. E quelli in cura con un’elevata dose di steroidi per via orale» ha spiegato Gianenrico Senna, coautore dello studio e presidente Siaaic. «Tutti gli altri sono stati seguiti per registrare e valutare gli eventuali eventi avversi dopo la vaccinazione».

Asma grave e vaccino: via libera alla terza dose

Le percentuali risultanti dallo studio sono rassicuranti. Più dell’80% dei pazienti non ha avuto alcun effetto collaterale dopo il vaccino, né dopo la prima né dopo la seconda dose. E infatti secondo gli esperti anche un’eventuale terza dose non deve spaventare i 200 mila italiani che soffrono di asma grave. Dagli Stati Uniti, tra l’altro, arrivano i primi dati sugli effetti collaterali della terza tornata vaccinale, ma tutto sembra in linea con le precedenti (puoi approfondire in questo articolo).

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Piccoli effetti collaterali

«Dopo la prima dose solo il 19% dei pazienti ha lamentato un effetto collaterale, che nell’81% dei casi era comune e di poco conto. Come dolore diffuso o linfoadenopatia (ingrandimento di uno o più linfonodi, ndr)» riprende Senna. «Dopo la seconda dose, invece, appena il 17% ha avuto un evento avverso e nel 95% dei casi si è trattato di piccoli fastidi come dolore al braccio, febbre, dolori muscolari o mal di testa. Non si è registrato alcun evento avverso raro, come reazioni allergiche gravi o asimmetrie facciali. Né è mai stata raccomandata o riferita una pre-medicazione con antistaminici o paracetamolo».

Il vaccino non interferisce con le cure

L’analisi particolareggiata dei pazienti in terapia con un anticorpo monoclonale (farmaco biologico) è stata altrettanto tranquillizzante. Sovrapponibile a quella su chi non li assume. «L’unica precauzione presa è stato osservare un intervallo di 48 ore fra la somministrazione del farmaco biologico e la dose di vaccino» specifica Andrea Vianello, professore Malattie Apparato Respiratorio all’Università di Padova e coautore dello studio. «In nessun caso si è verificato un peggioramento dell’asma. La patologia è rimasta stabile, quando non addirittura lievemente migliorata».

Asma grave e Covid-19: il ruolo dei corticosteroidi

Come aveva dimostrato l’anno scorso una ricerca condotta all’interno del Severe Asthma Network Italy (uno dei più grandi registri di pazienti asmatici), le persone con asma grave non corrono un rischio maggiore di contrarre il coronavirus. E, soprattutto, non vanno incontro a complicanze più severe di altre persone.

Su 1.504 pazienti, infatti, i casi di malattia confermata o altamente sospetta sono risultati 26. Pari a un’incidenza dell’1,73%. Anche il tasso di mortalità è risultato piuttosto basso: 7,7% contro il 14,5% della popolazione generale italiana. Come si spiega questo dato? Ci sono delle ipotesi sul ruolo dei farmaci per l’asma nei confronti del coronavirus. Secondo gli autori della ricerca, c’è la possibilità che l’impiego di corticosteroidi inalatori possa prevenire o mitigare lo sviluppo dell’infezione da coronavirus.

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