CervelloSalute

Emicrania: sintomi, cura e prevenzione

Cosa fare e cosa non fare in caso di attacco emicranico? Quali i cibi che possono scatenarlo? L'esercizio fisico fa bene? Come impostare la terapia corretta? A queste e altre domande risponde l'esperto di OK Piero Barbanti

L’emicrania colpisce il 14 per cento della popolazione mondiale, soprattutto le donne, e incide pesantemente sulla qualità della vita. Ci ha spiegato tutto di questa insidiosa patologia il professor Piero Barbanti, Direttore dell’Unità per la Cura e la Ricerca su Cefalee e Dolore dell’Istituto Scientifico San Raffaele Pisana di Roma (puoi chiedergli un consulto qui).

 Emicrania e cefalea: qual è la differenza?

Quando si parla di cefalea di solito si allude al tipo tensivo, che rappresenta la seconda patologia al mondo per numero di persone affette, mentre l’emicrania è la terza. Il sintomo principale in caso di cefalea tensiva è una sensazione di peso o di cerchio alla testa, mai forte, ma snervante, che compare spesso al culmine dello stress. L’emicrania è per definizione o moderata o severa ed è facilmente riconoscibile perché il dolore spesso, ma non sempre, è unilaterale cioè riguarda metà testa. Si associa a fastidio per le luci, per i rumori e per certi odori, talora anche a nausea e vomito.
Il paziente emicranico, durante l’attacco, diventa pallido, con le occhiaie e deve rigorosamente evitare qualsiasi sforzo fisico e limitare le normali attività, pena il peggioramento.
Il soggetto con cefalea di tipo tensivo, invece, continua a svolgere le sue faccende, sebbene con un fastidio alla testa. Questa è la differenza sostanziale tra l’emicrania e la cefalea tensiva. Un’altra differenza è rappresentata dal fatto che l’emicranico durante l’attacco non riesce in alcun modo a stare senza farmaco, spesso gli analgesici non hanno alcun effetto e non di rado si deve rivolgere al pronto soccorso.

Gruppo San Donato

È una patologia tipicamente femminile: perché?

L’emicrania colpisce il 14 per cento della popolazione mondiale, più le donne degli uomini, in un rapporto di 3 a 1.
Il 27 per cento delle donne tra la pubertà e la menopausa soffre di questa patologia, ciò significa che 1 donna su 4 nel periodo riproduttivo ha attacchi di emicrania.
Le donne sono colpite maggiormente perché l’emicrania è un disturbo ereditabile, in virtù del quale il soggetto eredita un cervello ipereccitabile che equivoca per eccesso di zelo, trasformando in dolore, variazioni ambientali di per sé non dolorose come ad esempio il passaggio stress-relax, i fattori climatici, il digiuno e le variazioni delle ore di sonno.
La donna ha mensilmente almeno due “variazioni” ormonali importanti: quella ovulatoria e quella mestruale, che si sommano a quelle ambientali. Quindi, rispetto a un uomo emicranico, ha molti più fattori scatenanti.
Non dimentichiamo inoltre che tra uno degli elementi principali che inducono l’emicrania è lo stress. La donna ha mantenuto il suo ruolo famigliare tradizionale, ma si è caricata di nuovi elementi di stress come il lavoro: tutti questi fattori fanno sì che la donna sia la leader incontrastata dell’emicrania.
Durante la gravidanza la donna emicranica attraversa un periodo di grande benessere, libera dal mal di testa, questo perché cessa la tipica variabilità ormonale; un altro dei motivi è dato dallo stile di vita adottato, soprattutto dal secondo e terzo trimestre, con ritmi più consoni e regolari. Anche durante l’allattamento il mal di testa continua di solito a essere in letargo, ma poi riparte. Due donne su tre dopo la menopausa salutano per sempre l’emicrania. 

Emicrania con aura: di che cosa si tratta?

L’emicrania con aura è il mal di testa sopra citato (pulsazione unilaterale, dolore, fastidio per i rumori, nausea e vomito), ma preceduto, prima della comparsa del dolore, da sintomi neurologici molto disparati: scintillii e scomparsa di parte del campo visivo, difficoltà a trovare le parole, formicolio in una metà del corpo e del volto. Questi disturbi, che si chiamano aura, non durano istanti, ma hanno una durata che varia da un minimo di 5-10 minuti a massimo un’ora. Quando scompaiono, subentra il dolore. Sono sintomi neurologici focali e spesso allarmano il paziente, anche se in realtà sono del tutto benigni.
Il soggetto che soffre di emicrania con aura non deve fumare e se è donna non deve prendere la pillola, perché queste situazioni aumenterebbero il rischio di ischemia al cervello.

 Quali sono gli errori da evitare e i consigli da seguire?

Prima di tutto uno stile di vita che preveda una riduzione e una migliore gestione dello stress. Il cervello emicranico iper-reagisce agli stimoli quotidiani e sono pertanto utili le tecniche di rilassamento quali il training autogeno, la meditazione e la cosiddetta mindfulness.
È consigliabile anche un regime alimentare corretto, evitando digiuni e stravizi, ma senza privarsi di quegli alimenti – quali il cioccolato – che la tradizione popolare considera ingiustamente pericolosi, dato smentito dalle evidenze scientifiche. L’alcol è invece un sicuro elemento scatenante l’emicrania. Il suo meccanismo di azione nell’emicrania non è però la semplice vasodilatazione, che come tutti sanno è quasi immediata, ma un meccanismo metabolico più complesso che si innesca nel volgere di diverse ore, specie la mattina seguente.
Un ruolo importante nel provocare un attacco è dato anche dalla scarsa idratazione. È sorprendente, ma circa due milioni di giovani italiani bevono poco, senza dimenticare gli anziani.
È importante inoltre promuovere regolarmente l’attività fisica aerobica, perché consente un miglior utilizzo cerebrale del triptofano. Questo aminoacido presente negli alimenti, viene trasformato nel cervello in serotonina, aiutando a contrastare il dolore. Inoltre l’attività aerobica stimola nel cervello la produzione di sostanze neurotrofiche fondamentali per la regolazione della funzione nervosa.

In caso di forte dolore, che cosa fare?

Prendiamo in considerazione una persona che soffre di attacchi di emicrania a frequenza bassa, cioè al massimo una volta a settimana. Nel caso alzandosi si senta un inizio di mal di testa, può talora essere sufficiente assumere subito un caffè doppio. La caffeina è un “farmaco” antidolore, contenuto tra l’altro nelle principali composizioni analgesiche.
Se invece il mal di testa è più significativo, occorre prendere subito un analgesico. Il primo e più comune è l’antinfiammatorio, facilmente reperibile senza ricetta medica.
Il limite? Non è specifico ed è potenzialmente gastrolesivo, inoltre se preso in dosi eccessive e per lunghi periodi può arrecare problemi non soltanto allo stomaco, ma anche all’apparato cardiovascolare, renale ed ematologico. L’alternativa è rappresentata dai triptani, che funzionano da estintori specifici e selettivi dell’attacco. Sono stati messi in commercio per la prima volta 25 anni fa, non hanno effetti collaterali sullo stomaco, agiscono sia sul dolore sia sui sintomi associati come nausea e vomito. Quando si sente arrivare l’attacco emicranico, bisogna utilizzare subito la dose giusta. L’emicrania è un processo, come un temporale, che si sviluppa nel corso delle ore, e se non si blocca per tempo, si amplifica.

L’emicrania si può prevenire?

Esistono anche cure preventive dell’emicrania. Quando una persona ha in media più di un attacco a settimana, non deve pensare soltanto a curarla con sintomatici, ma anche a prevenirla. Il trattamento preventivo farmacologico si avvale di alcuni antidepressivi, antiepilettici, betabloccanti e calcio antagonisti.
Questa cura preventiva dura da 4 a sei mesi e spesso viene ripetuta più volte durante la vita del paziente.
In alcuni casi può essere efficace anche una cura preventiva non farmacologica con integratori quali il magnesio, la vitamina B2 o il Coenzima Q10 ad alti dosaggi o sostanze quali il tenacetum partenium.
Una delle ultime frontiere è rappresentata dai neurostimolatori portatili, dispositivi che stimolando il nervo vago al collo o i nervi sovraorbitali e, agendo perifericamente, rendono meno suscettibile ed eccitabile il cervello emicranico.
Il futuro è rappresentato dall’utilizzo degli anticorpi monoclonali, il cui scopo è rendere il cervello meno suscettibile di fronte alle variazioni che notoriamente lo fanno alterare.

di Eliana Canova

TI POTREBBERO INTERESSARE ANCHE

Emicrania: stop con il neurostimolatore portatile

Mal di testa: metà delle donne migliora con la fine dell’età fertile

Mal di testa da mestruazione? Prova il magnesio

Emicrania con aura: fotografata l’impronta nel cervello

“Vaccino” contro il mal di testa, bene i primi test

Mostra di più
Pulsante per tornare all'inizio