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Bambini iperattivi: e se bastasse una cura di sonno?

L'ADHD e i disturbi del sonno potrebbero essere due facce della stessa medaglia: la nuova ipotesi al vaglio degli esperti

In tre casi su quattro, la sindrome da deficit d’attenzione e iperattività (ADHD) è accompagnata da disturbi del sonno, sia nei bambini che negli adulti. Soltanto una coincidenza? Forse no. A suggerirlo è la psichiatra Sandra Kooij del Centro medico della Vrije University di Amsterdam, che ha avanzato una nuova ipotesi scientifica in occasione del congresso del Collegio europeo di neuropsicofarmacologia (ECNP) a Parigi.

Tutta colpa dell’orologio biologico

Mettendo insieme i risultati dei più recenti studi scientifici, Kooij è arrivata a ipotizzare che l’iperattività e i disturbi del sonno non siano problemi separati, perché entrambi sono legati allo sfasamento dell’orologio biologico che controlla i ritmi dell’organismo. «Molte ricerche dimostrano che le persone con ADHD tendono a manifestare anche disturbi del sonno», spiega la psichiatra.

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Due facce della stessa medaglia

«Quello che stiamo facendo è portare questa associazione al livello successivo: basandoci sulle evidenze, riteniamo plausibile che l’ADHD e i problemi legati al ritmo circadiano siano intrecciati nella maggioranza dei pazienti. Lo pensiamo – sottolinea l’esperta – perché ad essere alterato è il ritmo tra il giorno e la notte, così come la tempistica di molti processi fisici, non solo il sonno, ma anche la temperatura corporea, il modo di muoversi, l’orario dei pasti e così via. E’ come se l’ADHD e l’insonnia fossero due facce della stessa medaglia».

L’ora del riposo

In effetti sono numerosi gli indizi che sembrano puntare in questa direzione. Nel 75% dei pazienti con ADHD, per esempio, la fase del sonno (riconoscibile dai cambiamenti dei livelli di melatonina e dai movimenti del corpo durante il riposo) è ritardata di circa un’ora e mezza. Anche le variazioni della temperatura corporea durante il sonno sono ritardate e riflettono le alterazioni della melatonina.

Notti agitate

Molti pazienti con ADHD soffrono anche di disturbi del sonno, come le apnee notturne e la sindrome delle gambe senza riposo. Quando è sera, tendono ad essere più attivi della norma, e spesso ritrovano un po’ di sollievo prendendo la melatonina oppure facendo la fototerapia al mattino per resettare l’orologio biologico.

Dietro gli occhiali da sole

Recenti studi hanno inoltre dimostrato che circa il 70% degli adulti con ADHD hanno gli occhi ipersensibili alla luce e tendono a indossare gli occhiali da sole per lunghi periodi durante il giorno, peggiorando così i problemi legati allo sfasamento dell’orologio biologico.

E’ nato prima l’uovo o la gallina?

«Stiamo lavorando per confermare l’esistenza di questo legame tra mente e corpo valutando biomarcatori come la vitamina D, il cortisolo, la glicemia, i valori della pressione arteriosa e la frequenza cardiaca. Se la nostra ipotesi sarà confermata, ci troveremo davanti ad una questione molto interessante: è l’ADHD che causa insonnia o è l’insonnia che causa l’ADHD? Se quest’ultima sarà la risposta giusta, allora potremo provare a trattare alcuni casi di ADHD senza farmaci, ad esempio modificando i ritmi di sonno e veglia, così da prevenire l’impatto negativo dell’insonnia cronica sulla salute. Non stiamo dicendo che tutti i casi di ADHD siano legati a variazioni del ritmo circadiano, ma è evidente che questo sia un aspetto sempre più importante».

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