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Il ritorno all’ora solare ci rende più depressi

Uno studio danese mostra un picco di casi di depressione nelle settimane successive al cambio dell'ora

Nella notte tra sabato e domenica ricordatevi di spostare le lancette degli orologi indietro di un’ora. Il vostro cervello, probabilmente, farà lo stesso con le “lancette” che regolano il vostro umore. Pare infatti che il passaggio dall’ora legale all’ora solare possa aumentare il rischio di depressione. A indicarlo è uno studio pubblicato sulla rivista Epidemiology dalle università di Aarhus, Copenhagen e Stanford.

I ricercatori hanno preso in esame le cartelle cliniche relative a oltre 185.000 persone a cui è stato diagnosticato uno stato depressivo tra il 1995 e il 2012. I dati mostrano un incremento dell’8% delle diagnosi nel mese immediatamente successivo al ritorno dell’ora solare. Un picco troppo pronunciato per essere frutto di una coincidenza, secondo il coordinatore dello studio Soren D. Ostergaard. «Siamo relativamente certi che la causa sia proprio il passaggio dall’ora legale a quella solare, e non, per esempio, le giornate più corte o il cattivo tempo. Infatti – precisa il ricercatore – abbiamo tenuto conto di tutti questi fattori nelle nostre analisi». E sebbene lo studio sia focalizzato sui casi di depressione più severi diagnosticati negli ospedali psichiatrici, Ostergaard non esclude che il cambio dell’ora possa avere effetti anche su problemi meno gravi. «Crediamo che tutte le forme di depressione, dalle più lievi alle più gravi, possano risentire del cambio dell’ora, e siccome la depressione è sempre più diffusa – precisa – un aumento dell’8% corrisponde ad un numero elevato di casi».

Gruppo San Donato

Lo studio non evidenzia il meccanismo che lega la depressione al ritorno dell’ora solare, ma i ricercatori hanno già diverse ipotesi sul tavolo: tirare indietro le lancette di un’ora, infatti, significa “spostare” un’ora di luce dal tardo pomeriggio (tra le 17 e le 18) alla mattina (tra le 7 e le 8). «Probabilmente – spiega il ricercatore – riusciamo a beneficiare meno di quell’ora di luce al mattino, perché la maggior parte di noi in quel momento della giornata è sotto la doccia, fa colazione o si trova in auto o sull’autobus per recarsi a scuola o al lavoro. Quando torniamo a casa nel tardo pomeriggio e abbiamo un po’ di tempo libero, invece, è già buio».

«Oltretutto il cambio dell’ora è spesso associato ad un effetto psicologico negativo – conclude Ostergaard – perché segna l’inizio di un lungo periodo di buio e freddo».

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