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L’obiettivo di 10.000 passi al giorno è verità o falso mito?

Tutto è nato per motivi pubblicitari, ma poi la scienza ne ha confermato i benefici. Tuttavia, non devono diventare un'ossessione. Ecco perché

C’è chi li conta con il cellulare, chi con l’orologio da fitness, qualcuno ancora con il contapassi, molti senza nulla. Il concetto dei 10.000 passi quotidiani negli ultimi anni è stato molto stressato, sia dai medici che da chi si occupa di salute e divulgazione scientifica.

Il primo contapassi

Il giornale inglese Guardian, però, di recente ha raccontato che si tratta di una cifra totalmente arbitraria, nata da una campagna pubblicitaria giapponese degli anni Sessanta. Nel tentativo di cavalcare l’entusiasmo delle Olimpiadi di Tokyo, un marchio iniziò a pubblicizzare il primo contapassi della storia dal nome “manpo-kei”. Tradotto? “10.000 passi”.

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Moda e scienza

La comunità scientifica ha consigliato per anni di camminare tanto quanto aveva deciso un’azienda giapponese per meri fini di marketing? Ovviamente no, perché da quell’anno in poi sono stati numerosi gli studi scientifici che hanno evidenziato e avvalorato la tesi dei 10.000 passi al giorno. È chiaro che poi, nel tempo, il messaggio è stato rinforzato anche per la diffusione dei vari smart watch e fitness tracker tanto di moda. Quando è stato creato il contapassi “manpo-kei”, però, ancora non c’erano le prove che 10.000 passi quotidiani fossero la quantità esatta che faceva bene alla salute. I giapponesi, racconta nell’articolo del Guardian David Bassett, capo della kinesiologia, dello sport e degli studi sportivi all’Università del Tennessee, «hanno ritenuto fosse un numero indicativo di uno stile di vita attivo e sano».

Gli studi condotti

«Questo concetto continua a essere rinforzato per il modo in cui sono stati condotti gli studi» afferma Catrine Tudor-Locke del Center for Personalised Health Monitoring presso l’Università del Massachusetts. La maggior parte delle ricerche scientifiche hanno confrontato persone che fanno 10.000 passi al giorno con persone che ne fanno molti meno, ad esempio 3.000 o 5.000. Su questi parametri gli scienziati hanno poi misurato le calorie bruciate, la pressione sanguigna e i livelli di glucosio nel sangue. E così facendo hanno scoperto che chi cammina di più ha maggiori benefici per la salute cardiovascolare. Ma i numeri di passi scelti sono arbitrari, potevano essere tranquillamente 5.000 contro 8.000 oppure 12.000.

Non sono per tutti

Per alcune categorie di persone, ad esempio malati cronici, diabetici di tipo 2, individui anziani abituati a uno stile di vita sedentario, imporsi di fare 10.000 passi al giorno potrebbe essere controproducente.

La velocità della camminata

«Sappiamo che stili di vita troppo sedentari sono negativi e se si fanno meno di 5.000 passi al giorno può esserci aumento di peso, perdita di densità ossea, atrofia muscolare, rischio di diabete» continua Tudor-Locke. «Ma, allo stesso tempo, è sbagliata anche l’ossessione dei 10.000 passi al giorno». L’importante è evitare la sedentarietà e cercare di camminare il più possibile. Sulla velocità della camminata ha pubblicato uno studio lo scorso giugno proprio la dottoressa Tudor-Locke: secondo l’esperta, è necessario un minimo di 100 passi al minuto affinchè la camminata sia benefica.

Mezz’ora ogni giorno

Per il resto, cercate di trovare degli escamotage per muovervi un po’ ogni giorno. Ad esempio: fate le scale al posto dell’ascensore, scendete a una fermata prima dell’autobus, camminate mentre parlate al telefono, etc. E ricordate che, in linea generale, gli esperti consigliano agli adulti di muoversi almeno mezz’ora ogni giorno, anche non consecutiva.

 

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