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Vuoi potenziare la memoria? Dormi ascoltando il suono delle cascate

Una stimolazione sonora “dolce” prolunga il sonno profondo che aiuta a fissare i ricordi

Negli anni Novanta andavano di gran moda quei cd un po’ “New Age” con incisi i suoni della natura per le pratiche di rilassamento e meditazione: il rumore della cascata, il cinguettio degli uccelli, lo sciabordio delle onde del mare. Cercate bene in casa, perché potreste ritrovarne ancora qualche esemplare nascosto in un angolo. Spolveratelo, inserito nel lettore e preparate un buon paio di cuffie per il vostro prossimo pisolino.

Una “coccola” per il cervello

Pare infatti che “coccolare” il cervello durante il sonno attraverso una stimolazione sonora dolce, come quella generata dal rumore delle cascate, prolunghi la durata del sonno profondo aiutando a fissare meglio i ricordi. A beneficiarne potrebbero essere soprattutto gli over-60, che con il passare degli anni iniziano ad avere qualche problemuccio di memoria. Lo dimostra uno studio della NorthWestern University di Chicago pubblicato su Frontiers in Human Neuroscience.

Gruppo San Donato

Rumore rosa

I ricercatori hanno messo a punto uno strumento che emette una particolare stimolazione sonora, tecnicamente definita come “rumore rosa”, che è in grado di aumentare la durata del sonno profondo, il momento più rigenerante del riposo in cui si consolidano i ricordi. Il dispositivo è stato quindi sperimentato su 13 persone ultrasessantenni e ha portato risultati significativi già dopo una sola notte di stimolazione acustica.

I risultati

I volontari al risveglio si sono dimostrati più efficienti nel ricordare la lista di parole letta la sera prima e hanno triplicato i punteggi ottenuti ai test di memoria. Tutto merito di una migliore qualità del riposo: i progressi nelle prove cognitive, infatti, sono stati accompagnati da un prolungamento della fase di sonno profondo.

Per gli over-60

A beneficiare di questa nuova tecnica di stimolazione potrebbero essere proprio gli anziani, che col passare degli anni vanno incontro ad una perdita fisiologica delle ore di sonno e, di conseguenza, anche della memoria. I risultati dello studio potrebbero infatti aprire le porte ad un protocollo di stimolazione domestica, per potenziare la memoria… sognando le cascate!

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