Salute

Fisioterapia: ecco quando serve

In occasione della Giornata Mondiale della Fisioterapia dell'8 settembre, AIFI lancia la campagna #LeManiGiuste per scegliere un professionista serio e competente

Dal classico mal di schiena al trauma sportivo, passando per le patologie neurologiche, infantili e respiratorie: gli ambiti della riabilitazione nei quali opera il fisioterapista sono molteplici anche se nella maggior parte dei casi i cittadini non ne sono al corrente. «Fare fisioterapia significa occuparsi di prevenzione, cura e riabilitazione nelle aree della motricità ma non solo» spiega Alessandra Amici, Segretaria Nazionale dell’Associazione Italiana Fisioterapisti (AIFI). I pazienti affetti da disturbi non solo muscolo-scheletrici ma anche neurologici e viscerali possono dunque, attraverso precise attività terapeutiche, mantenere o recuperare le funzionalità, sia dal punto di vista motorio sia cognitivo.

Chi si può rivolgere al fisioterapista? «Innanzitutto, tutte le persone che vogliono prevenire alcuni problemi muscolari e osteoarticolari, come ad esempio un mal di schiena o un dolore al tratto cervicale, o i disturbi legati all’invecchiamento. In secondo luogo, si può ricorrere alla fisioterapia quando si ha la necessità di curare, ad esempio, disfunzioni muscoloscheletriche, articolari o funzionali come quello temporomandibolari o della deglutizione. Infine, anche coloro che hanno bisogno di riabilitarsi dopo un trauma o una grave patologia, per recuperare il normale stato di salute o il massimo potenziale possibile» chiarisce la dottoressa.

Gruppo San Donato

Pochi sanno che anche gli individui con malattia di Parkinson possono giovarsi di un programma fisioterapico per migliorare l’equilibrio e il cammino: «In sinergia con la terapia farmacologica prescritta dal medico – spiega Amici – il fisioterapista può aiutare il paziente a “ricostruire” i movimenti che, a causa della malattia, ha perso o danneggiato. Li alleniamo a svolgere piccole ma importanti attività come alzarsi dal letto o vestirsi e così via».

Il fisioterapista può aiutare anche nella riabilitazione delle patologie respiratorie in bambini, adulti e anziani e può intervenire nei casi di incontinenza: «Spesso, nel periodo post-parto o dopo interventi all’utero o all’addome, possono verificarsi episodi di questo tipo. Il fisioterapista aiuta, mediante degli esercizi specifici del pavimento pelvico, a ricostruire quell’equilibrio funzionale e muscolare che aiuta la tenuta della parete addominale e della vescica e il rilascio su comando» conclude la Segretaria Nazionale dell’AIFI.

È necessario, quindi, che il paziente si affidi a un fisioterapista professionista, legalmente riconosciuto e competente. È per questo motivo che, in occasione della Giornata Mondiale della Fisioterapia dell’8 settembre, AIFI ha lanciato la campagna #LeManiGiuste, per sensibilizzare il cittadino sulla scelta del giusto fisioterapista e per evitare sgradevoli sorprese.

Come facciamo, però, a verificare la serietà del medico a cui ci stiamo rivolgendo? «Bisogna assicurarsi che il fisioterapista sia in possesso della Laurea in Fisioterapia o abbia titoli equipollenti che determinino la sua abilitazione. Generalmente un professionista partecipa poi ai corsi di aggiornamento secondo il sistema Educazione Continua in Medicina (ECM). Potremmo anche verificare l’iscrizione ad AIFI, che costituisce un ulteriore elemento di conferma che stiamo trattando con un fisioterapista qualificato (anche se l’iscrizione non è obbligatoria). Infine, il fisioterapista professionista rilascia la ricevuta di pagamento che non è soggetta a Iva perché si tratta prestazione sanitaria» spiega la dottoressa Amici.

Chiara Caretoni

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