Salute

Malattia di Crohn: la guida completa

È un’infiammazione cronica che può colpire tutto il tratto gastrointestinale. Le cause sono ancora sconosciute. Se non curata adeguatamente, può portare a complicanze gravi che possono richiedere un intervento chirurgico. La terapia immunosoppressiva e gli screening permettono di controllare la malattia e la sua progressione nella maggior parte dei casi 

La Malattia di Crohn è un’infiammazione cronica dell’intestino. Può colpire tutto il tratto gastrointestinale, dalla bocca all’ano. Nella stragrande maggioranza dei casi colpisce soprattutto l’ultima parte dell’intestino tenue, l’ileo e il colon.

Se non curate, le ulcere scatenate dall’infiammazione, possono creare dei restringimenti intestinali (stenosi) o “bucare” l’intestino, toccando gli organi circostanti (fistole). In questi casi si interviene chirurgicamente, anche se la malattia può ricomparire in breve tempo.

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Se curata bene si riesce però ad avere una vita regolare.

Fattori di rischio della malattia di Crohn

Come abbiamo già detto le cause non sono ancora note. I fattori di rischio sono diversi. C’è sicuramente una predisposizione genetica, anche alcuni fattori ambientali possono favorire lo sviluppo di questa malattia infiammatoria dell’intestino. Alcuni stili di vita possono aumentare il rischio di ammalarsi, come ad esempio il fumo di sigaretta. Anche le alterazioni della flora batterica intestinale e della risposta immunitaria possono favorirne la comparsa.

Anche se alcuni geni sembrano essere coinvolti, non è una malattia ereditaria, né genetica.

I sintomi 

Può essere anche asintomatica, ma nella maggior parte delle volte può manifestarsi con alcuni sintomi che comunque dipendono da persona a persona. Tra le manifestazioni più comuni c’è la diarrea cronica, che può durare anche oltre a un mese. In genere colpisce durante le ore notturne. Molti pazienti lamentano dolori e crampi addominali, mentre altri hanno potuto notare perdite di sangue misto alle feci. Anche una febbricola che insorge alla sera e i dolori articolari possono essere annoverati tra i sintomi. Spesso ci può essere un calo di peso importante.

Diagnosi

Sono diversi gli strumenti per scoprire la malattia.

  • La colonscopia con visualizzazione dell’ileo e con biopsia intestinale. Serve a valutare lo stato della mucosa intestinale. È essenziale per la diagnosi.
  • L’ecografia delle anse intestinali. Aiuta a valutare la parete intestinale in maniera non invasiva, per escludere o diagnosticare complicanze da malattie.
  • La risonanza magnetica addominale con mezzo di contrasto. Permette di localizzare l’infiammazione, di valutare eventuali complicanze e di valutare l’estensione e l’attività infiammatoria.
  • L’Entero-TC con mezzo di contrasto. Ha lo stesso valore diagnostico della risonanza. Dev’essere utilizzata con cautela poiché espone ai raggi X.
  • L’esofagogastroduodenoscopia valuta se esiste una localizzazione di malattia a livello della parte alta dell’intestino.
  • L’enteroscopia con videocapsula. È un esame non invasivo per diagnosticare lesioni del piccolo intestino che non sono accessibili con la colonscopia.
  • L’esplorazione chirurgica sotto anestesia. Va impiegata in casi selezionati di morbo di Crohn perianale. È allo stesso tempo diagnostica e curativa.

Terapie

La terapia punta a spegnere l’infiammazione intestinale.

I trattamenti comprendono:

  • La mesalazina (5-ASA). Agisce direttamente come anti-infiammatorio sulla mucosa intestinale durante il transito intestinale.
  • Gli antibiotici intestinali (fluorochinolonici, metronidazolo, rifaximina). Aiutano a equilibrare la flora batterica, oppure a ridurre o eliminare gli ascessi.
  • L’azatioprina o la 6-mercaptopurina (immunosoppressori). Inducono la morte della gran parte dei globuli bianchi attivati, responsabili dell’infiammazione.
  • Gli steroidi. Hanno una potente azione anti-infiammatoria.
  • I farmaci a base di cortisone, come il betametasone.
  • Il metotrexate. Agisce, con meccanismi diversi, come immunosoppressore che distrugge buona parte dei globuli bianchi attivati.
  • I farmaci biologici (infliximab, adalimumab). Sono anticorpi biotecnologici che bloccano selettivamente una delle molecole principali responsabili dell’infiammazione.
  • Chirurgia. Serve a rimuovere le complicanze irreversibili.
  • Farmaci sperimentali. Possono avere vari meccanismi d’azione e che solo Centri d’eccellenza selezionati possono somministrare nell’ambito di studi clinici.

Fonte IRCCS Humanitas

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