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Donne, il rischio di infarto cresce in gravidanza

L'attacco cardiaco, che colpisce soprattutto gli uomini, nella donne ha sintomi più sfumati. Il parto e la pillola aumentano il pericolo

Rischio di infarto e gravidanza? L’infarto è la più frequente malattia cardiovascolare: ogni anno in Italia si verificano circa 200mila nuovi casi, per la maggior parte dovuti a trombosi, cioè l’ostruzione di un’arteria coronarica dovuta alla formazione di un trombo, che è un coagulo di sangue. «Colpisce maggiormente i maschi, ma sono in aumento gli infarti nelle donne», spiega Lidia Rota Vender,  esperta in malattie da trombosi e presidente di ALT (Associazione Lotta alla Trombosi). Dolore al petto che viene e va: cosa può essere?

FATTORI DI RISCHIO

I principali sono:

Gruppo San Donato

«L’esordio delle malattie cardiovascolari nelle donne avviene in genere dopo i cinquant’anni», precisa Rota Vender. «Nelle persone più giovani il rischio di infarto è quadruplicato durante la gravidanza e aumenta molto nei 40 giorni successivi al parto. Anche la pillola contraccettiva può accrescere il rischio».

SINTOMI

Il dolore acuto al petto che si estende al braccio sinistro non è una sintomatologia tipicamente femminile. Nelle donne i sintomi sono più sfumati e sono principalmente un dolore dietro lo sterno o un fastidio che assomiglia molto a una fitta intercostale, che a volte si irradia fino alla scapola o alla mandibola. Qui puoi trovare tutti i sintomi e le differenze con quelli maschili.

CURE

L’obiettivo della terapia dell’infarto è quello di ripristinare il più rapidamente possibile l’afflusso di sangue al tessuto miocardico e circoscrivere così l’area colpita.

I FARMACI

I trombolitici sono in grado di sciogliere il trombo che causa l’occlusione delle coronarie: devono essere somministrati non oltre sei ore dall’infarto.

L’ANGIOPLASTICA

Consiste nell’inserimento nell’arteria ostruita di un catetere (un minuscolo tubo) munito di palloncino, che viene gonfiato e sgonfiato per schiacciare il coagulo di sangue e riaprire l’occlusione. L’intervento, in anestesia locale, dev’essere effettuato entro quattro o cinque ore dall’inizio della crisi.

IL BYPASS

È una sorta di ponte utilizzato per far circolare il sangue aggirando la zona dove il flusso è ostruito. È un’operazione chirurgica a cuore aperto da svolgere in anestesia totale e che comporta una degenza di una settimana. «Recentemente è stata messa a punto in California una tecnica poco invasiva, che, grazie a una telecamera in miniatura, permette di eseguire un bypass attraverso un’incisione di soli cinque centimetri tra le costole e l’apertura di altri tre piccoli fori per introdurre gli strumenti», dice Rota Vender. In questo modo la degenza viene ridotta a soli tre giorni e si eliminano gli inevitabili strascichi (anche estetici) di un intervento a cuore aperto.

INFARTO SILENZIOSO

A forza di sopportare meglio il dolore, capita che le donne non si rendano neppure conto di aver avuto un attacco cardiaco. Si conta infatti un crescente numero di episodi di infarti tra le donne, senza che siano diagnosticati.

Tendenzialmente gli uomini sono capaci di sopportare meglio il dolore. Le donne sono più attrezzate per superare quello relativo all’attacco cardiaco. Sono quindi più predisposte a soffrire di infarti silenti. Il 45% degli attacchi cardiaci colpisce in maniera silenziosa.

Sono ancora sconosciuti i motivi per cui alcune persone non si accorgano di avere avuto un infarto.

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