Salute

Coronavirus: a cosa servono i test sierologici che verranno distribuiti in Italia

L'azienda farmaceutica Abbott ha vinto il bando per la fornitura di test seriologici in tutta Italia. Ma cosa sono e a cosa servono veramente?

Entro la fine di maggio saranno distribuiti, nel nostro Paese, 4 milioni di test sierologici. A confermarlo è Abbott, l’azienda farmaceutica che si è aggiudicata il bando di gara indetto dal governo per la fornitura di kit anticorpali. «Il vincitore ha dimostrato di avere tutti i requisiti di qualità richiesti dal Comitato tecnico-scientifico e ha scelto di offrire gratuitamente i test» commenta Domenico Arcuri, il Commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus.

Test sierologico: cos’è

Da quando è insorta la pandemia si è sentito spesso parlare di “test sierologico”. Ma che cos’è e a cosa serve questo strumento? A differenza del tampone, che ci dice se l’infezione  Covid-19 è in corso o meno, il test sierologico (o anticorpale) conferma se si è entrati in contatto con il virus e se, per questo motivo, l’organismo ha prodotto degli anticorpi. Questo test può essere di due tipi: rapidi e quantitativi. I primi stabiliscono, basandosi solo su una goccia di sangue, se l’individuo ha sviluppato gli anticorpi. I secondi, eseguiti attraverso un prelievo ematico completo, decreta quanti anticorpi sono stati prodotti.

Gruppo San Donato

In particolare questo strumento consente di rilevare gli anticorpi IgM e IgG. I primi vengono prodotti non appena insorge l’infezione e mostrano, quindi, se la malattia è attualmente in corso. I secondi, invece, vengono rilasciati solo in un secondo momento, quando l’infezione è debellata. Indicano, cioè, che la malattia si è verificata in passato ma non è più in atto. In questo caso la persona è tendenzialmente immune.

Test sierologico: a cosa serve?

Grazie al test sierologico è possibile conoscere quante persone hanno contratto il virus senza saperlo (o perché hanno avuto sintomi leggeri o perché del tutto asintomatici). Ciò consente di comprendere la reale diffusione dell’infezione, sia dal punto di vista geografico sia da quello anagrafico. Questo strumento consente, dunque, di definire meglio l’evoluzione della malattia e di studiarne gli anticorpi, anche nell’ottica di sviluppare terapie e vaccini efficaci.

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Il test sierologico di Abbott

Il test di Abbott, quindi, identifica l’anticorpo IgG, che potrebbe persistere per mesi e forse anni dopo la guarigione. Questo test ha dimostrato una specificità e una sensibilità nel rilevare gli anticorpi IgG superiore al 99% 14 giorni o più dopo l’insorgenza dei sintomi. L’azienda sta aumentando enormemente la produzione europea di test anticorpali, tanto che conta di distribuirne 4 milioni entro la fine del mese. Nel prossimo futuro l’azienda renderà disponibile anche il test sierologico per la determinazione qualitativa delle IgM dirette contro il SARS COV-2.

«È necessario avere test credibili, attendibili ed eseguibili su larga scala con risultati ottenibili in tempi relativamente ristretti» interviene Carlo Federico Perno, Direttore del Dipartimento di Medicina di Laboratorio dell’ASST Ospedale Niguarda di Milano. «L’auspicio è che, con questi test di valore, sia possibile avere un valido aiuto per far ripartire al meglio il nostro Paese, e dare a ciascuna persona informazioni reali e consistenti del proprio stato di salute».

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