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Sintomi da Long-Covid? La visita dall’osteopata è gratuita

Fino al 24 aprile oltre 400 osteopati iscritti al Registro degli Osteopati d’Italia offrono una prima visita gratuita a tutti i pazienti con disturbi riconducibili al Long-Covid o la cui cronicità è peggiorata dopo la pandemia

Nebbia cognitiva, affanno, fatica cronica ma anche dolori muscolari, ansia e insonnia: i sintomi del Long-Covid possono durare anche mesi e colpiscono in media un terzo dei pazienti che hanno contratto l’infezione. Sono sempre più numerosi, infatti, i guariti dal virus Sars-Cov-2 che lamentano svariate manifestazioni cliniche anche dopo l’esito negativo del tampone molecolare e fino a quattro settimane dopo la guarigione. In occasione della Settimana Internazionale dell’Osteopatia, fino al 24 aprile oltre 400 osteopati iscritti al ROI, il Registro degli Osteopati d’Italia, offrono una prima visita gratuita a tutti i pazienti con disturbi riconducibili al Long-Covid o la cui cronicità è peggiorata in seguito alle restrizioni per la pandemia.

Sintomi da Long-Covid? Come prenotare la visita dall’osteopata 

L’iniziativa si inserisce all’interno di CronOs, Cronicità e Osteopatia, il progetto promosso dal ROI con l’obiettivo di informare i cittadini sul supporto che l’osteopatia può dare ai pazienti che presentano disturbi cronici e di dare impulso alla ricerca scientifica in questo specifico campo della salute. È possibile prenotare la propria visita sul sito dedicato; i pazienti possono individuare l’osteopata aderente all’iniziativa più vicino a loro attraverso la mappa interattiva disponibile. Una volta effettuata la scelta, i pazienti possono contattare direttamente  l’osteopata per fissare la visita gratuita, chiamando il numero riportato nella sua scheda.

Gruppo San Donato

Malattie croniche peggiorate in seguito alle restrizioni 

Per Long-Covid si intende una condizione clinica caratterizzata da una sintomatologia estremamente eterogenea, che permane o si sviluppa dopo quattro settimane dall’infezione. I disturbi sono molto variabili e oggi non esiste un consenso unanime sulle loro caratteristiche, anche se è possibile distinguere manifestazioni generali come astenia, mialgie, artralgie, debolezza generale e manifestazioni organo-specifiche come dispnea, tachicardia, cefalea e reflusso. «Inoltre, anche le norme promosse per il contenimento della pandemia hanno avuto conseguenze molto importanti sulla salute dei pazienti», interviene Paola Sciomachen, Presidente del ROI. «La sospensione degli abituali controlli di salute, lo stress, il mantenimento di posture scorrette durante lo smart working e l’interruzione dell’attività fisica sono solo alcune delle cause che hanno condizionato il nostro stile di vita e che possono aver originato o peggiorato disturbi cronici che l’osteopatia può contribuire a trattare».

Occhi puntati anche sulle patologie croniche

Occhi puntati non solo sugli strascichi del Covid ma anche sulle patologie croniche. Sono infatti oltre 24 milioni gli italiani costretti a fare i conti con queste malattie, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che oltre l’80% della spesa pubblica per la salute è indirizzato alle cure e alla gestione di questi pazienti. «Tra gli interventi sanitari volti alla cura e alla presa in carico dei malati cronici, l’osteopatia riveste un ruolo sempre più importante, integrandosi pienamente nel Sistema Sanitario Nazionale. Nel Piano Nazionale della Cronicità, il Ministero della Salute sottolinea che nel trattamento di pluripatologie è importante la collaborazione tra diversi professionisti sanitari e la gestione del paziente nella sua interezza. Con il progetto CronOs il ROI vuole fornire una risposta concreta in questo senso e sottolineare il suo ruolo come attore di primo piano nel campo della Sanità italiana», commenta di nuovo Sciomachen.

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