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Alluvione in Romagna: allarme per rischio infezioni e malattie mentali

La Sima avverte: «Alto il rischio di infezioni virali e batteriche nelle zone alluvionate». Attenzione anche alla salute mentale. La Regione Emilia Romagna invia una task force di psicologi

Rischio infezioni dopo l’alluvione in Romagna. A lanciare l’allarme sono i sindaci di alcuni centri coinvolti dagli allagamenti e gli esperti della Società Italiana di Medicina Ambientale. In diversi paesi l’acqua paludosa emette odori pesantissime di putrefazione. L’acqua che arriva dalle fogne e le carcasse dei molti animali morti durante l’alluvione stanno facendo alzare la preoccupazione. Secondo la Sima in caso di alluvioni come quella che ha colpito l’Emilia Romagna bisogna farsi carico degli effetti a lungo termine sui rischi igienico-sanitari e psicologici per la popolazione coinvolta.

Rischio infezioni dopo l’alluvione: gastroenteriti e tetano

Lo straripamento delle acque di scarico fa crescere in modo esponenziale il rischio di infezioni virali e batteriche. Nel mirino degli esperti sono soprattutto il norovirus, il rotavirus e l’epatite A. Preoccupazione anche per la presenza di batteri come il Campylobacter, l’Escherichia coli e la Salmonella. La maggior parte di questi agenti patogeni causa malattie gastrointestinali anche importanti, oltre a dermatiti e congiuntiviti. Il ristagno dell’acqua provoca un’enorme presenza di zanzare e insetti. Le autorità sanitarie stanno pensando anche di procedere a vaccinazioni di profilassi. Si tratta soprattutto della vaccinazione antitetanica. L’ultimo richiamo dev’essere stato fatto non più tardi di dieci anni fa.

Gruppo San Donato

Gli esperti parlano della necessità di attendere altri dieci giorni per permettere alle acque di defluire. I sindaci di alcuni comuni stanno pensando di far evacuare alcune persone. I più a rischio sono i bambini e gli anziani.

Come abbassare il rischio infezioni dopo l’alluvione

I consigli degli esperti sono quelli di lavarsi molto bene le mani e usare stivali, senza mai camminare a piedi nudi o con scarpe aperte nell’acqua. In caso di ferite anche piccole virus e batteri potrebbero entrare nell’organismo attraverso il flusso sanguigno. Bisogna evitare di esporre anche le mani, che devono essere sempre protette da guanti. Non toccarsi occhi, bocca e naso. I bambini non devono giocare nelle zone allagate. Può essere utile indossare anche mascherine FFP2.

Preoccupazione per la salute mentale di chi ha perso tutto

C’è anche un forte rischio di disagi mentali. È facile immaginare che eventi di questa portata provochino disturbi post traumatici con ansia, disturbi psicosociali e tendenze suicide. Chi ha perso tutto può non avere più alcuna speranza nel futuro. La regione Emilia Romagna infatti ha mobilitato una squadra di psicologi dedicata all’emergenza.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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