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Paola Perego: «Chiunque dovrebbe avere la possibilità di fare prevenzione»

Ogni 12 mesi la conduttrice si sottopone a un’ecografia addominale e l’ultima volta il medico ha scoperto una piccola massa, che le è stata asportata, senza necessità di ulteriori terapie

Tra le conduttrici più famose della televisione italiana, Paola Perego, 58 anni, dal 2021 presenta il programma Citofonare Rai2 insieme a Simona Ventura. A OK Salute e Benessere racconta di aver scoperto un tumore al rene in fase iniziale grazie a un’ecografia addominale. Si è quindi sottoposta tempestivamente all’intervento chirurgico. Dopo questa esperienza, Paola Perego ribadisce che la prevenzione dovrebbe essere
gratuita e garantita a tutti coloro che la vogliono fare.

Paola Perego: «Chiunque dovrebbe avere la possibilità di fare prevenzione»

Sono una donna fortunata, perché ho la possibilità di fare controlli privatamente e con una semplice ecografia addominale ho potuto scoprire di avere un tumore al rene all’inizio della sua evoluzione e quindi sottopormi tempestivamente al trattamento giusto, che nel mio caso è stato un intervento chirurgico. Purtroppo per molte persone non è così.

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Spesso i giornali parlano del fatto che tanti italiani rinunciano a cure ed esami per motivi economici. È qualcosa di profondamente ingiusto, anzi direi inaccettabile in un Paese come il nostro. Inutile organizzare campagne per la diagnosi precoce delle malattie, se poi occorrono mesi se non anni per avere un appuntamento. Troppe persone che si rivolgono al Servizio sanitario nazionale si scontrano con liste d’attesa infinite, che possono trasformare una situazione affrontabile in un problema gigantesco.

Con la prevenzione si risparmierebbe in cure, chirurgia e ricoveri

Io mi sottopongo a esami di screening da sempre, da quando ero ragazza, perché ho avuto qualche difficoltà con la mia salute fin da subito. È diventata un’abitudine e dovrebbe essere una consuetudine per tutti. Un po’ come succede con esami come la mammografia per il tumore al seno, o la ricerca del sangue occulto nella feci per quello al colon retto, che sono offerti gratuitamente dalle varie regioni italiane, con tempistiche certe.

Sarebbe utile che anche l’ecografia addominale rientrasse negli screening della salute pubblica. Si pensa sempre al costo del singolo test, ma non si calcola quanto si potrebbe risparmiare in cure, interventi chirurgici e ricoveri se le varie patologie, soprattutto quelle oncologiche, fossero individuate in tempo.

Paola Perego: «Non capisco chi non fa gli esami per paura»

Non sono una fissata, né posso definirmi una salutista di ferro. Mangio ad esempio quello che mi va, sgarro spesso. Però l’appuntamento con i controlli non lo salto mai. Le persone che capisco meno sono quelle che non si sottopongono agli esami perché hanno paura. Ripetono come un mantra che non li fanno perché hanno il timore di scoprire di avere qualche problema. Dovrebbe essere esattamente il contrario. Più hai paura, più dovresti fare esami.

Ormai tutti i medici ci spiegano che la maggior parte delle malattie, se scoperte all’inizio, diventano molto più semplici da gestire. La diagnosi precoce è fondamentale. Diventa tutto più complicato quando invece la malattia ha già intaccato il nostro corpo. Certo, poi si può essere anche colpiti da forme tumorali particolarmente aggressive, contro le quali c’è poco da fare. Ma in questi casi entra in gioca anche la sfortuna, o il fato, a seconda delle proprie convinzioni. Se si è particolarmente sfortunati si può pure essere investiti da un’automobile mentre si passeggia in città. Ecco, quelli che si affidano solo al destino, faccio veramente fatica a comprenderli.

La conduttrice ha subito una nefrectomia parziale

Tornando al mio caso personale, ogni anno faccio gli esami del sangue e un’ecografia addominale. Da una di queste ecografie il medico si è accorto che c’era qualcosa che non andava al rene. Immediatamente abbiamo approfondito con una Tac total body e la diagnosi è stata di carcinoma. Insomma, avevo un cancro. All’inizio ho subito reagito e quasi non ho avuto paura. Mi hanno operata poco dopo. Ho subìto una nefrectomia parziale, proprio grazie al fatto che faccio controlli ogni anno e la massa non era estesa: l’anno prima non c’era niente.

L’oncologo mi ha tranquillizzata sulle alte probabilità di guarigione completa, così si è deciso per un intervento chirurgico conservativo che tende a garantire la funzionalità dei reni. Mi hanno asportato solo la parte interessata dal cancro, salvando quella sana, che così continua a lavorare normalmente.  Fortunatamente la terapia del tumore del rene, almeno nel mio caso, si è risolta esclusivamente con l’operazione chirurgica e non mi sono dovuta sottoporre ad altre cure invasive, come la radio o la chemioterapia.

Solo dopo l’intervento ho realizzato la situazione. È stato strano. Sono quelle cose che pensi che possano accadere solo agli altri, ma non a te. Mi sono chiesta, come immagino capiti a tutti quelli a cui succede: «Perché a me?» La domanda giusta che dovremmo farci, però, è un’altra, vista la diffusione di questa malattia. Dovremmo chiederci: «Perché non a me?». Mi sono spaventata solo dopo, quando ho capito. All’inizio ero come in trance agonistica. Addirittura ne scherzavo con gli amici. Ho fatto anche l’errore di cercare su Internet, consultando il famigerato dottor Google, dove leggi di tutto. È un errore che non si dovrebbe mai fare.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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