Salute

Differenze di genere: il cuore della donna e i rischi cardiovascolari

L'universo femminile continua a essere poco studiato, sotto diagnosticato e sotto trattato

In medicina uomini e donne non sono uguali. Si ammalano in modo diverso, con sintomi dissimili e rispondono alle terapie singolarmente. Nonostante la ricerca sulla fisiopatologia sesso-correlata sia aumentata negli ultimi 20 anni, l’universo femminile continua a essere meno studiato nei trial clinici, sotto diagnosticato e anche sotto trattato, con conseguente aumento di complicazioni e mortalità. È da qui che nasce il congresso “Medicina di Genere”, organizzato da ARCA (Associazioni Regionali Cardiologi Ambulatoriali) in collaborazione con la multinazionale farmaceutica Adamed, focalizzato sul rischio vascolare per le donne.

L’incidenza delle malattie cardiovascolari nelle donne

L’incidenza delle malattie cardiovascolari nella popolazione femminile rappresenta la prima causa di mortalità a livello globale. Solo nel nel 2019 a 275 milioni di donne è stata diagnosticata una malattia cardiovascolare nel mondo, e di queste 9 milioni sono decedute per questo motivo. Obiettivo dell’American College of Cardiology entro il 2030 è, dunque, ridurne l’incidenza. Per indagare il grado di consapevolezza nelle donne italiane, Arca ha condotto una survey dal nome “Carin Women”. Dai dati emerge che solo il 15% ritiene che il rischio cardiovascolare sia maggiore nel sesso femminile rispetto al sesso maschile e il 27% pensa che il rischio sia inferiore. Solo il 20% riesce a svolgere regolarmente attività fisica, utile nel ridurre il rischio di eventi cardiovascolari, mentre il 31% la equipara a lavori casalinghi.

Gruppo San Donato

In quanto ad abitudini alimentari, la maggior parte delle intervistate dichiara di consumare frutta e verdura 1-2 volte al giorno invece delle 5 consigliate. Le donne indicano che le maggiori difficoltà nel seguire corretti stili di vita per la prevenzione delle malattie cardiovascolari sono: avere corrette abitudini alimentari (33%), praticare attività fisica regolare (28%) e abbandonare il fumo (15%). «Questi dati dimostrano come sia necessaria una maggiore informazione sui benefici di un’attività fisica regolare e sulla promozione di counselling per la disassuefazione da fumo di sigaretta» sottolinea Giovanni Battista Zito, presidente di ARCA.

I fattori di rischio sono correlati al genere

Rispetto alle malattie cardiovascolari (MCV), gli ultimi studi indicano che le donne presentano fattori di rischio specifici correlati al genere. Nello specifico, alle donne basta fumare un terzo delle sigarette dell’uomo per essere esposte al medesimo livello di rischio. Le malattie autoimmuni, più tipicamente femminili visto il ruolo immunostimolante degli estrogeni, possono essere associate a un maggior rischio di MCV, per lo stato di infiammazione cronica sistemica ed esse associato.

La menopausa precoce si associa ad un maggior rischio cardiovascolare, contrariamente alle donne con menopausa ad esordio più tardivo. La Sindrome dell’Ovaio Policistico (PCOS) può compromettere la salute cardiovascolare delle donne in età giovane tra i 30 e 40 anni, che presentano un rischio più alto (del 19%) rispetto alle coetanee che non hanno disturbi ovarici. Le donne che hanno sofferto di gestosi e ipertensione gestazionale hanno un rischio raddoppiato di MCV entro 5-15 anni dalla gravidanza e, in particolare, rischio quadruplicato di sviluppare ipertensione arteriosa. Anche una storia di diabete in gravidanza può essere una spia di aumentato rischio di diabete ma anche di MCV. Le donne che hanno sofferto di tumore al seno presentano un rischio più alto di sviluppare MCV (infarto, ictus).

Serve maggiore attenzione allo stile di vita e alla prevenzione

Gli esami di screening possono altresì essere utili a evidenziare questo rischio: la presenza di calcificazioni arteriose mammarie (CAM) alla mammografia, seppur senza rilievo dal punto di vista oncologico, può invece segnalare la presenza di calcificazioni delle arterie coronariche.

«Mettere al centro della discussione la medicina di genere e il rischio cardiovascolare per le donne è fondamentale, in quanto può contribuire a promuovere nella classe medica e nelle pazienti maggiore attenzione agli stili di vita corretti e alla prevenzione, con controlli tempestivi» conclude Pasquale Bove, General Manager di Adamed Italia.

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Beatrice Foresti

Giornalista pubblicista, collabora con OK Salute e Benessere, insieme ad altre testate. È laureata in Comunicazione, Media e Pubblicità all’Università IULM di Milano e ha da poco terminato un Master in Giornalismo alla RCS Academy. È appassionata di scrittura, radio, fotografia e viaggi.
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