Benessere

Un sorriso smagliante? Attenti al fai da te

Perché i denti s’ingialliscono

Perché i denti s'ingialliscono

«La discromia dentale è causata da diversi fattori», spiega Gianna Maria Nardi, docente di igiene dentale all’Università la Sapienza di Roma. Puoi chiederle un consulto qui. «In alcuni casi, l’alterazione della pigmentazione è irreversibile. È provocata da:

  • danni traumatici,
  • malattie,
  • difetti congeniti,
  • assunzione di particolari farmaci come le tetracicline.

In altri, invece, le discromie colpiscono solo lo smalto e sono prevalentemente legate:

Gruppo San Donato

  • al consumo di cibi e bevande fortemente pigmentanti, come il caffè, il tè, le bevande alla cola, gli spinaci e i carciofi,
  • al fumo di sigaretta,
  • alla scarsa igiene orale e
  • all’invecchiamento».

La pulizia professionale

La pulizia professionale

«Il punto di partenza per ritrovare un sorriso brillante», spiega Nardi, «è una profonda pulizia professionale che consente, attraverso una tecnica chiamata deplaquing, di eliminare il biofilm batterico e i pigmenti superficiali. Per fare ciò, l’igienista dentale si avvale dell’air polishing, un macchinario con cui spruzza un getto d’acqua e bicarbonato sulle macchie più intense o glicina su quelle più lievi». Si passa poi alla procedura di eliminazione dell’eventuale tartaro e del tessuto di granulazione presente: «Si tratta del cosiddetto debridment. Viene eseguito con ablatori meccanici o curettes manuali», aggiunge la specialista.

Lo sbiancamento vero e proprio

Lo sbiancamento vero e proprio

Nel caso in cui l’igiene professionale non dovesse dare gli esiti sperati, si può ricorrere allo sbiancamento dentale vero e proprio. «È un processo chimico di ossido-riduzione che può essere eseguito sia in uno studio odontoiatrico, sia con procedure domiciliari. La scelta spetta al professionista sulla base della gravità delle discromie e della presenza o meno di disturbi pregressi», spiega Nardi.

«A questo punto, si procede usando due agenti sbiancanti sotto forma di gel, cioè il perossido di idrogeno o il perossido di carbammide. Per le discromie legate al consumo di cibi e bevande o al fumo, non si può usare più del 6% di perossido di idrogeno e più del 18% di perossido di carbammide. Per le macchie molto gravi, spesso causate da patologie, si può arrivare fino al 38-40% di queste sostanze su indicazione dell’odontoiatra», puntualizza l’esperta. Nella maggior parte dei casi, per ottenere un buon risultato basta una seduta e il trattamento può costare indicativamente 300-400 euro.

Le mascherine da usare a casa

Le mascherine da usare a casa

Quando i denti presentano un colore poco gradevole su una dentatura comunque sana, si possono tranquillamente adottare sistemi di sbiancamento domiciliare. «L’odontoiatra prepara una mascherina, da apporre sulle arcate dentarie, contenente un gel sbiancante e indossarla ogni giorno per circa mezz’ora, per due settimane. Esistono anche spazzolini speciali, che hanno una capsula con gel, da passare sulle superfici dentali due volte al giorno per 15 giorni», spiega l’igienista dentale. Terminato il trattamento, che ha un costo di 200-300 euro circa, è necessario tornare dal professionista per valutarne l’esito.

Attenzione all’ipersensibilità dentinale

Le mascherine da usare a casa

L’unica controindicazione allo sbiancamento è l’ipersensibilità dentinale. «Se una persona soffre di questo disturbo, potrebbe avvertire ancor più dolore durante il trattamento», avverte Nardi. «Quindi, in questi casi, l’odontoiatra deve prima rimineralizzare i denti e imporre una dieta priva di cibi e bevande acidi per almeno una settimana, con lo scopo di ristabilire l’equilibrio del cavo orale. Solo allora si potrà procedere con lo sbiancamento».

Scovolino e collutorio

Le mascherine da usare a casa

«Più la persona segue stili di vita corretti e adotta una buona igiene orale, più l’effetto dello sbiancamento è prolungato nel tempo», ammonisce Nardi. «In particolare:

  • bisogna sempre lavare bene il cavo orale con uno spazzolino multilivello e manico anatomico,
  • utilizzare uno scovolino in silicone, che non lede i tessuti gengivali,
  • evitare alimenti e bevande pigmentanti,
  • servirsi di collutori in grado di rallentare la pigmentazione, consigliati dallo specialista stesso».

Se scegliamo il fai da te

Se scegliamo il fai da te

E se si decidesse di optare per il fai-da-te, comprando strisce adesive, dentifrici ad azione abrasiva e penne per sbiancare presenti in commercio? «Il rischio nell’utilizzo di questi prodotti da banco, soprattutto quelli a forma di burrocacao che bruciano le papille interdentali, è la mancata diagnosi del professionista e gli eventuali danni procurati da un’errata apposizione sui denti», avverte Nardi. «Quindi il consiglio è di recarsi sempre in uno studio dentistico per ottenere un consulto sulla tecnica di sbiancamento più opportuna e personalizzata in base alle caratteristiche anatomiche e tissutali del cavo orale».

 

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