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Troppo sport fa male al cuore?

Gli ex-atleti sono più predisposti a manifestare fibrillazione atriale con l’età. Succede anche a chi fa esercizi frequenti e ad alta intensità: alla base sembra esserci un’alterazione strutturale del cuore, in risposta all’allenamento duraturo

Fare troppo sport è davvero pericoloso? Evitare gli eccessi è, in generale, la strategia ‘salva-salute’ per eccellenza. Anche quando si tratta di abitudini salutari, come l’attività fisica. Quando se ne fa troppa, regolarmente e ad alta intensità, il cuore è sottoposto a maggiore stress e si rischia un’alterazione del normale ritmo cardiaco che può sfociare, con il tempo, nella fibrillazione atriale.

Troppo sport pericoloso, è l’attività moderata a fare bene

E pensare che ci si dedica allo sport non solo per passione ma anche per il bene delle nostre coronarie. Solo però se fatto con moderazione, confermano ora gli esperti. Intensità e durata dell’esercizio fisico pesano più della frequenza settimanale con cui facciamo jogging o una partita a calcio. Lo hanno osservato i ricercatori svedesi del Karolinska Institute di Stoccolma. I ricercatori hanno analizzato i dati di 44 mila uomini tra i 45 e i 79 anni di età. La loro salute cardiovascolare è stata monitorata per 12 anni. Chi si allenava intensamente per più di 5 ore la settimana era più soggetto a manifestare fibrillazione atriale attorno ai 60 anni di età, con un rischio del 20 per cento superiore ai soggetti che, invece, normalmente si dedicavano a un’attività fisica moderata.

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I risultati dello studio

I risultati dello studio, pubblicato sulla rivista Heart, sottolineano anche i benefici di un allenamento ‘soft’. È sufficiente un’ora al giorno, in bicicletta o camminando in modo sostenuto, per abbassare del 13 per cento il rischio di alterazioni del ritmo cardiaco rispetto a chi preferisce stare seduto sul divano.

Ma perché troppo sport fa male?

La risposta si legge in uno studio internazionale, appena pubblicato su Nature Communication, che ha visto partecipare anche i ricercatori italiani del Dipartimento di Bioscienze dell’Università Statale di Milano. Il cuore degli sportivi, di solito, è bradicardico, ovvero batte con minore frequenza (si chiama ipertrofia cardiaca da sport). È un adattamento messo in atto dall’apparato cardiocircolatorio per far sì che tutti gli organi e tessuti possano sostenere allenamenti e sforzi ad alta intensità. Gli studiosi hanno osservato che, per ottenere questo risultato, nelle cellule cardiache si attuano delle vere proprie modificazioni strutturali a livello dei canali ionici che regolano ritmo e frequenza cardiaca. Scoperto nei topi, se questo meccanismo dovesse essere osservato anche nell’uomo spiegherebbe perché molti ex-atleti sono più propensi a sviluppare disturbi del ritmo cardiaco in età avanzata.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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