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Bambini: quelli che crescono con un animale hanno meno allergie alimentari

Secondo un ingente studio pubblicato su Plos One, se i piccoli convivono con cani o gatti hanno un rischio inferiore di diventare allergici a latte, uova, noci e grano

Prendere un cucciolo di cane o di gatto in concomitanza con la nascita di un figlio o una figlia potrebbe essere, oltre che una coccola per l’intera famiglia, anche un investimento sulla sua salute futura. Il suggerimento arriva da uno studio giapponese pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Plos One, secondo cui un’esposizione precoce, addirittura pre-nascita, quindi quando la mamma è ancora incinta, e poi durante l’infanzia ad animali domestici riduce la possibilità che il bimbo o la bimba sviluppino un’allergia alimentare.

Le allergie più frequenti

Tra i bambini, quali sono le allergie alimentari più frequenti? In alcuni Paesi ad alto reddito, a più di un bambino su dieci viene diagnosticata un’allergia alimentare e l’incidenza di questi disturbi nei bambini continua ad aumentare. Precedenti ricerche hanno suggerito un potenziale legame tra l’esposizione di cani o animali da allevamento in gravidanza e nella prima infanzia e la riduzione delle allergie alimentari. Tra gli alimenti allergizzanti più frequenti ci sono il latte, l’uovo, il grano, la soia, con la crescita anche il pesce (merluzzo, trota, sogliola) e alcuni tipi di frutta a guscio (noci, mandorle, nocciole, arachidi). Secondo i dati, l’80% dei bambini non sviluppa allergia a più di due alimenti contemporaneamente.

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Bambini: quelli che crescono con un animale hanno meno allergie alimentari

Il lavoro pubblicato su Plos One è di tipo osservazionale. Si tratta cioè di uno studio in cui i partecipanti, in questo caso bambini, vengono osservati per un quantità determinata di tempo per vedere se esiste una relazione tra due o più fattori presenti nella loro vita. Ad esempio, il consumo di bevande dietetiche e l’obesità, nel caso specifico la presenza di pet e le allergie alimentari. Gli studi osservazionali non possono dimostrare che un fatto causa l’altro, ma solo che essi sono collegati. I ricercatori giapponesi hanno considerato un campione di oltre 66 mila bambini (parte del Japan Environment and Children’s Study, uno studio prospettico di coorte alla nascita a livello nazionale) e li hanno osservati fino all’età di tre anni.

Una volta concluse le analisi, hanno scoperto che il 22% dei bimbi era stato esposto ad animali domestici durante il periodo fetale. In particolare, quelli esposti a cani avevano significativamente meno probabilità di sperimentare allergie a uova, latte e noci. E i risultati cambiavano poco se il cane viveva in casa o fuori casa. I piccoli esposti ai gatti, invece, avevano un rischio minore di diventare allergici a uova, grano e soia. Brutte notizie, infine, per i criceti. I bimbi che avevano questi pet in casa (0,9% del gruppo totale studiato) avevano più probabilità di avere un’allergia alle noci. Secondo gli autori, questi risultati possono aiutare a guidare la ricerca futura sui meccanismi alla base delle allergie alimentari infantili.

Bambini: prevenire le allergie è possibile?

Lo studio condotto in Giappone suggerisce che acquistare un animale domestico in vista della nascita di un bebè potrebbe ridurre il rischio di allergia. Ma in realtà gli esperti ci ricordano che possiamo fare ben poco per prevenire davvero le allergie, alimentari e non. Anche se sono legate a fattori ambientali, infatti, sono prima di tutto malattie di origine genetica ed ereditarie. È il motivo per cui la loro comparsa dipende poco da quello che una mamma mangia durante la gravidanza o l’allattamento. Escludere gli allergeni più frequenti dalla dieta di una futura mamma non previene la comparsa di allergie nel figlio, così come non le causa offrire al neonato gli stessi alimenti una volta iniziato lo svezzamento.

Tuttavia, gli esperti dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma suggeriscono alcune misure, che hanno più la caratteristica del buon senso che della sicura efficacia:

  • Allattare al seno, senza limitazioni nella dieta: non solo serve a nutrire correttamente il neonato, ma fornisce aiuto anche nei confronti delle infezioni nei primi mesi di vita, quando le difese immunitarie sono ancora deboli.
  • Non fumare in gravidanza, durante l’allattamento o a contatto con il bambino: è dimostrato che il fumo può addirittura scatenare le allergie.
  • Arieggiare tutti i giorni la stanza del bambino: in questo modo si riduce l’umidità. E i locali domestici umidi creano un ambiente favorevole per gli allergeni presenti in casa.

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