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Alessandro Cecchi Paone: «Con dieci chili in meno si è abbassata la pressione»

«Sono riuscito a dimagrire con poche modifiche a tavola e iniziando a tirare di boxe. A tutto vantaggio della mia salute cardiovascolare»

Nelle mia vita l’ipotesi di mettermi a dieta non mi aveva mai nemmeno sfiorato. Primo, perché non sopporto l’idea di pesare le porzioni, di calcolare le calorie e di attenermi a un menu rigido. Secondo, perché per me il cibo è sinonimo di socialità e di cene fuori casa. Complice il mio lavoro privo di orari, da sempre consumo pranzi frugali per poi abbuffarmi di sera al ristorante in compagnia di amici e colleghi.
Sia chiaro: non consiglio a nessuno di imitarmi, tuttavia non sono mai ingrassato fino a quando ho praticato regolarmente nuoto tre volte alla settimana.

Non entravo più nei vestiti

I miei problemi di peso sono iniziati poco prima dei 50 anni quando, per un mix di pigrizia, noia e mancanza di tempo, ho smesso di frequentare la piscina. Con il senno del poi, non avrei potuto scegliere momento peggiore per lasciare lo sport. In poco più di due anni ho messo su dieci chili, passando dal mio peso forma di 95 a 105. Colpa del metabolismo che a quell’età rallenta in modo naturale e che per giunta avevo affaticato con le mie insane abitudini alimentari. Ero diventato così gonfio da non entrare più nei vestiti!

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Nonostante questo, non mi preoccupavo tanto per l’aspetto estetico, quanto per i possibili effetti collaterali del sovrappeso sull’apparato cardiocircolatorio, a maggior ragione vista la mia età. Così, festeggiato il cinquantesimo anniversario, ho sentito l’esigenza di un serio check up cardiovascolare. Mi sono rivolto all’Istituto europeo di oncologia dove il professor Carlo Cipolla – cardiologo primario nonché medico dello sport e dietologo – mi ha sottoposto a tutti gli esami del caso: analisi del sangue, elettrocardiogramma, ecocardiogramma e misurazione della pressione per un’intera giornata con l’holter. La diagnosi? Una leggera forma di ipertensione e i famigerati dieci chili di troppo.

Stress e sovrappeso nemici della pressione arteriosa

Il medico mi ha avvertito che lo stress può giocare un ruolo nevralgico nei problemi di pressione, come sicuramente è accaduto nel mio caso. Ma ha aggiunto che l’altra causa fondamentale è il sovrappeso.
Per riportare la pressione nei valori corretti, mi ha quindi suggerito di tornare a praticare sport e di iniziare a seguire un regime alimentare studiato ad hoc sulla base dei miei gusti e dei risultati dei test effettuati. Inizialmente ero un po’ scettico, perché – come vi raccontavo – il solo pensiero di mettermi a dieta mi avvilisce. Ma la mia diffidenza è svanita quando ho capito che il professore mi proponeva un approccio diverso, fondato su macro-regole e non su rigidi schemi.

In 12 mesi ristabilito senza fatica

La farò breve, ho seguito i suoi suggerimenti. E i benefici sono stati quasi immediati. Tanto per dirne una, ho scoperto che il caffelatte non faceva per me: mi è bastato sostituirlo con il tè per tornare a sentirmi più leggero, regolare a livello intestinale e reattivo. Medesimo discorso per la lattuga, che ho rimpiazzato con rucola, radicchio e soncino. Inoltre, oggi a cena ai carboidrati preferisco pesce, carne o uova accompagnati da verdura condita in modo semplice e frutta.

Quanto allo sport, dopo un infelice mese in palestra, qualche estenuante allenamento di calcio e una manciata di noiose lezioni di yoga, ho finalmente individuato la disciplina che fa per me: la boxe. Ebbene, nel giro di 12 mesi, mi sono ristabilito del tutto senza alcuna fatica né rinuncia a tavola. E ormai da cinque anni i valori di massima e minima della pressione sono sempre nella norma, così come il mio il peso. Perché vi ho raccontato la mia storia? Per sottolineare quanto, più che apparire magri, sia importante la prevenzione. A tutte le età.

Alessandro Cecchi Paone

Testimonianza raccolta da Nicole Cavazzuti per OK Salute e benessere febbraio 2017

 

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