Alimentazione

Sicuri che mangiare veggie sia sempre una buona idea?

I principali punti deboli sono le ossa e la mancanza di ferro e vitamina B12. Ecco come comportarsi

Quali sono i rischi di una dieta vegana? Negli ultimi anni si stanno moltiplicando articoli di giornale, servizi televisivi e anche popolari documentari televisivi che sottolineano come diventare vegani sia la cosa migliore per la salute. I risultati di questa campagna anti carne sta dando i suoi frutti, visto che gli italiani che mangiano veggie sono ormai quasi il 9%, un numero molto superiore solo a dieci anni fa.

Dieta vegana ottima per prevenire cancro e malattie cardiovascolari

I benefici di una dieta plant based, come la chiamano gli anglosassoni, sta nel fatto che non si mangia carne rossa, il cui forte consumo è collegato a un innalzamento del rischio di cancro e malattie croniche e l’assunzione di molte fibre.

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Rischi di una dieta vegana: attenzione a calcio, ferro e vitamina B12

Un numero crescente di ricerche scientifiche suggerisce, però, che diventare vegani potrebbe anche essere dannoso per la salute, specialmente senza un’integrazione importante. Gli studi hanno dimostrato che i vegani hanno maggiori probabilità di avere fratture alle ossa e di soffrire di anemia. Questo accade perché non mangiano i latticini ricchi di calcio e la carne, preziosa fonte di ferro. I vegetali forniscono solo ferro non EME, quindi più difficile da assorbire. Alcune ricerche indicano che una dieta a base vegetale può, invece, ridurre il rischio di infarto o diabete di tipo 2. Le carenze che si possono avere, però, possono aumentare la probabilità di subire un ictus.

Quanto calcio si deve assumere ogni giorno?

Il corpo umano ha bisogno di circa 1.300 milligrammi di calcio al giorno per mantenere le ossa sane. La maggior parte di noi li ottiene da yogurt, formaggio e latte. Per raggiungere questa quantità i vegani dovrebbero mangiare enormi quantità di broccoli, spinaci e pane di segale. Il problema è che quando c’è una carenza il corpo inizia a riassorbire il calcio dalle ossa e ad usarlo per altre funzioni come aiutare i muscoli a contrarsi o a regolare il ritmo cardiaco.

Rischi di una dieta vegana: s’impennano le probabilità di ossa fragili

Secondo uno studio del 2020, i vegani hanno più del doppio delle probabilità di subire una frattura dell’anca, un infortunio alla caviglia o altri danni alle ossa della gamba. Un altro studio del 2022 aveva sostenuto che le donne vegetariane avevano un rischio maggiore di rompersi le anche. Se però i vegani consumano integratori di circa 525 mg al giorno, hanno la stessa probabilità di subire fratture come gli onnivori.

Il problema dei cibi vegani trasformati

Negli ultimi anni c’è stata un’ondata di cibi vegani altamente trasformati – fatti per avere il sapore di quello reale, cioè di carne – che secondo gli esperti sono altrettanto dannosi, se non peggio, per la nostra salute. I produttori di alimenti devono spesso riempirli di oli malsani, amido e altri ingredienti ricchi di grassi saturi, zucchero e sale. In molti casi, sono più calorici e meno nutrienti rispetto ai prodotti di origine animale.

Rischi di una dieta vegana: l’anemia

Normalmente il corpo produce abbastanza globuli rossi per fornire ossigeno adeguato a tutte le cellule, consentendo loro di svolgere le loro funzioni quotidiane. Ma negli anemici, ci sono troppo pochi globuli rossi per questo compito, scatenando sintomi tra cui stanchezza, pelle pallida, battiti cardiaci irregolari e mancanza di respiro.

I vegani corrono un rischio molto più elevato di anemia rispetto ai carnivori perché la loro dieta elimina i prodotti animali, principali fonti di ferro e vitamina B12 necessarie per produrre i globuli rossi. Circa il 6,6% dei vegani soffre di anemia, secondo uno studio del 2019. È il doppio del 2,9% dei mangiatori di carne che avevano la condizione. Tra i vegetariani il tasso era del 3,9%.

Differenze tra carne e vegetali per il ferro

Le donne hanno bisogno di circa 15 mg di ferro al giorno fino all’età di 50 anni, ma dopo la menopausa questo scende a 8,7 mg. Gli uomini hanno bisogno di circa 8 mg al giorno. Le carni rosse, tra cui manzo, agnello e maiale, nonché fegato, pollame e salmone, sono ricche di ferro e vitamina B12. I vegani devono mangiare abbondanti quantità di lenticchie, ceci, tofu e cereali fortificati per soddisfare le loro assunzioni giornaliere raccomandate.

Si ritiene che un quinto dei vegani sia già carente di vitamina B12, secondo uno studio del 2019. Secondo i medici questo li espone al rischio di danni irreversibili ai nervi che potrebbero causare intorpidimento di mani e piedi. Devono quindi assumere integratori di ferro e vitamina B12 per evitare la carenza e la conseguente anemia.

Rischi di una dieta vegana: l’ictus

Alcuni scienziati suggeriscono che mangiare con una dieta vegana potrebbe effettivamente aumentare il rischio di ictus. È assodato che evitare di mangiare carne rossa aiuterà a ridurre il rischio di soffrire di malattie cardiache e anche a ridurre il rischio di diabete di tipo 2. Ma uno studio britannico che ha coinvolto 48.000 persone, inclusi 16.000 vegani, ha rilevato che ci sono stati tre casi di ictus in più ogni 100.000 persone tra i vegani rispetto ai carnivori.

Depressione

Un numero crescente di prove suggerisce che le persone che sono diventate vegane hanno maggiori probabilità di essere depresse rispetto a quelle che mangiano carne. Uno studio pubblicato quest’anno che ha intervistato 14.000 brasiliani tra i 35 e i 74 anni ha scoperto che coloro che seguivano una dieta vegana avevano il doppio delle probabilità di essere depressi, anche se avevano un’assunzione di nutrienti simile a quella dei carnivori.

Una meta-analisi pubblicata nel 2020 e che includeva 160.000 carnivori e 8.500 vegani ha anche scoperto che coloro che tagliano la carne dalla loro dieta avevano una probabilità significativamente maggiore di essere depressi.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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