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I sospiri d’amore? Nascono dal cervello

Individuata l'area cerebrale che li scatena: sono essenziali per gonfiare i polmoni e aiutare la respirazione

I sospiri degli innamorati, si sa, potrebbero alimentare un intero parco di turbine eoliche. Ma vi siete mai chiesti da dove nascono? Se l’atmosfera di San Valentino vi offre solo risposte estremamente romantiche, tipo “nascono dal cuore” o peggio ancora “dall’anima”, lasciate perdere. In realtà i sospiri nascono dal cervello, e fanno un gran bene ai polmoni.

Lo hanno scoperto i ricercatori delle università di Stanford e della California grazie ad uno studio sui topi: d’accordo, detta così la cosa non suonerà particolarmente poetica, ma in futuro potrà essere di grande aiuto per tutti quei pazienti che non riescono a respirare autonomamente o che soffrono di particolari disturbi legati all’ansia che si manifestano con un aumento invalidante della frequenza dei sospiri.

Gruppo San Donato

Che lo si tiri per amore, sollievo o preoccupazione, il sospiro è un meccanismo fisiologico che si attiva regolarmente in maniera del tutto spontanea: anche se non ce ne accorgiamo, ciascuno di noi sospira in media una volta ogni 5 minuti, mentre i topi lo fanno quasi 40 volte ogni ora. L’obiettivo è quello di gonfiare gli alveoli, quei microscopici “palloncini” nei polmoni in cui avviene lo scambio di ossigeno e anidride carbonica tra l’aria respirata e il sangue. Col passare del tempo gli alveoli rischiano di collassare, e proprio il sospiro permette di riaprirli mantenendo la funzionalità dei polmoni.

Questo meccanismo, nei topi, è attivato da circa 230 neuroni posti nel tronco encefalico, la parte più primitiva del cervello dove ha sede la “centralina” che controlla il ritmo della respirazione. Quando questi neuroni “accendono” due geni particolari (chiamati Nmb e Grp), producono molecole messaggero che vanno a risvegliare centinaia di neuroni a valle, pronti a trasformare il semplice respiro in un sospiro. Alterando questa cascata di segnali, è possibile aumentare la frequenza dei sospiri o rallentarla fino a bloccarla del tutto.

Qualcosa di simile potrebbe accadere anche nel cervello di noi umani. Se a San Valentino non avete niente di meglio da fare, potete provare ad allenare un po’ questo vostro meccanismo cerebrale. Mettetevi davanti al telefono e tirate qualche sospiro mentre pensate intensamente al vostro amore. Se vi chiama, avrete risolto la serata. Se non vi chiama, vi sarete fatti due “polmoni” così.

di Elisa Buson

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