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Allergie al polline: sintomi, terapie e vaccino

Il calendario delle allergie, i sintomi, le terapie e il vaccino. Tutto quello che devi sapere sulle allergie al polline

Sono invisibili, silenziosi, ma già in mezzo a noi. Nessun luogo è sicuro e non serve neppure rinchiudersi in casa. Portano lacrime, rendono l’aria irrespirabile e per sopravvivere fino all’estate bisognerà armarsi di tutto punto. I pollini sono così. Ogni anno trasformano la più bella delle stagioni in un vero e proprio supplizio. Le allergie al polline colpiscono quasi 6 milioni di italiani. Il dato sembra sottostimato, visto che ogni anno aumentano le persone che hanno episodi di riniti e congiuntiviti.

Gli allergici sono già in trincea, con il fazzoletto in una mano e l’antistaminico nell’altra. Sanno che il meteo impazzito e le temperature invernali sempre più calde hanno preparato anche quest’anno un’invasione. Già, perché con i primi raggi di sole primaverile le piante cominciano a sganciare le loro «bombe». «I pollini sono dei granuli invisibili a occhio nudo, grandi appena qualche millesimo di millimetro e dotati di una forma tondeggiante e un basso peso specifico per volare e disperdersi meglio». Renato Ariano è specialista in allergologia e pneumologia all’ospedale di Bordighera (puoi chiedergli un consulto qui). È molto importante fare il punto della situazione perché in Rete ci sono tante fake news sulle allergie al polline.

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Allergie al polline: il cambiamento climatico sta peggiorando la situazione

Nei prossimi 100 anni, l’aumento di ozono e anidride carbonica potrebbe far schizzare i livelli di polline nell’aria fino al 200% con un «impatto significativo sulla salute umana a livello mondiale». A sostenerlo è uno studio dell’Università del Massachusetts, recentemente pubblicato sulla rivista PlosONE, che ha messo in luce quanto il clima “impazzito” possa avere un impatto anche sulla salute respiratoria dell’uomo. Allergie che comparivano ad aprile o maggio, esplodono già nel mese di marzo. Questa situazione non è un dettaglio. Da una parte dura di più il periodo di esposizione, dall’altra bisogna ricordarsi che le terapie preventive devono essere iniziate almeno un mese prima dell’arrivo dei pollini.

Una persona su cinque soffre di allergie al polline

Il problema delle allergie è molto diffuso. Oggi si stima che il 20% della popolazione mondiale ne soffra.  I ricercatori statunitensi hanno fatto crescere piante di una graminacea, il fleo (Phleum pratense), tra i maggiori responsabili di manifestazioni allergiche respiratorie, in un ambiente con elevati livelli di ozono e anidride carbonica, simulando i livelli attualmente presenti nell’aria e quelli previsti per il futuro, studiando poi gli effetti della loro interazione. Anche la pandemia ci ha messo il carico da novanta. L’aver vissuto per molti mesi con le mascherine ci ha resi meno forti.

Ci sarà un’ “invasione” di pollini

I ricercatori hanno verificato che elevati livelli di anidride carbonica, che stimola la crescita e la riproduzione delle piante, aumentano la produzione di polline di ogni fiore del 53%, qualunque sia il livello di ozono. Al contrario elevati livelli di ozono, che contrasta la crescita delle piante, riducono la percentuale di allergene ma la forte stimolazione di polline prodotta dall’anidride carbonica aumenta l’esposizione complessiva all’allergene, in presenza di elevati livelli di entrambi i gas.

Allergie al polline: emergenza da marzo a settembre

Ogni regione d’Italia ha i suoi nemici.

  • «Al Nord abbiamo soprattutto i pollini prodotti dalle graminacee. Si tratta di piante erbacee selvatiche che attecchiscono in qualsiasi prato e che fioriscono da aprile a settembre».
  • Al Sud mietono più vittime i pollini delle erbe note come compositae (artemisia) e chenopodiacee (barbabietola da zucchero, amaranto).
  • «Non conosce confini, invece, la parietaria, un’erba lanceolata simile all’ortica che si può trovare in campagna ma anche in città, per esempio sui muri delle case diroccate. È una delle piante allergeniche più importanti di tutta l’area mediterranea, dove fiorisce tra marzo e luglio».

Quando il granulo di polline entra in contatto con le mucose di occhi, naso e gola, si discioglie per effetto dell’umidità. Rilascia così alcuni enzimi proteici che negli allergici scatenano la produzione di istamina e dunque la reazione infiammatoria. Il ritornello è sempre lo stesso: starnuti, occhi arrossati, tosse e fiato corto.

Ci sono alcune regole da seguire per limitare al minimo il contatto con gli allergeni.

Allergie al polline: due tipi di test

Per capire a cosa si è allergici, il primo passo è rivolgersi a uno specialista per sottoporsi a un test cutaneo. Il cosiddetto Prick test viene eseguito facendo penetrare nella pelle dell’avambraccio gli estratti purificati degli allergeni più comuni. La presenza di eritema e la formazione di un rigonfiamento (chiamato ponfo) dopo una decina di minuti permette di identificare l’allergene incriminato e l’entità della reazione allergica. «Il test può essere eseguito a qualsiasi età e in ogni momento dell’anno». Giorgio Walter Canonica è presidente della Siaaic – la Società italiana di allergologia, asma ed immunologia clinica (puoi chiedergli un consulto qui) .

«È però fondamentale sospendere l’assunzione dei farmaci antistaminici almeno una settimana prima dell’esame per non alterarne i risultati».

Se gli esiti del test non portano a una diagnosi certa, è possibile ricorrere al dosaggio delle IgE specifiche. È un esame del sangue che permette di dosare gli anticorpi della classe IgE (immunoglobuline E) specifici per ogni allergene.

Allergie al polline: come tenere a bada i sintomi

Quando l’unico sintomo da tenere a bada è il classico raffreddore da fieno accompagnato da congiuntivite, un piccolo aiuto può venire dall’impiego di colliri specifici e di lavaggi nasali con soluzioni saline in spray, che permettono di pulire le mucose eliminando gli allergeni. Questi però possono essere solo rimedi temporanei, a cui ricorrere magari proprio nell’attesa dei risultati del test cutaneo.

Allergie al polline: gli antistaminici di seconda generazione 

«Poi l’arma principale è rappresentata dai nuovi farmaci antistaminici di seconda generazione, che non provocano più sonnolenza né seri effetti collaterali al cuore», aggiunge Canonica. Altra soluzione molto efficace, gli spray nasali a base di steroidi. «Purtroppo non vengono rimborsati dal Servizio sanitario nazionale. Sono però molto utili nel controllare la rinite e nel prevenire l’insorgenza dell’asma, soprattutto nella nuova formulazione che li vede combinati all’antistaminico nasale».

I broncodilatatori

Quando la fame d’aria si manifesta, è opportuno ricorrere ai farmaci broncodilatatori, che provocano un rilassamento della muscolatura delle vie respiratorie. «Se l’asma è lieve, possiamo usare al bisogno i broncodilatatori a breve durata d’azione. Quando invece i sintomi diventano più importanti, allora è meglio usare i broncodilatatori a lunga durata d’azione (i cosiddetti Laba) combinati con i corticosteroidi inalatori. Tengono il bronco dilatato anche per 12 ore consecutive, fino a 24 ore quelli di ultima generazione in uscita sul mercato». Di certo questi ultimi faciliteranno la vita dei pazienti perché permettono un’unica somministrazione al giorno.

Allergie al polline: l’immunoterapia specifica o “vaccino”

Con antistaminici e spray è possibile controllare l’allergia silenziandone i sintomi. Per combattere il problema alla radice, però, la parola d’ordine è immunoterapia specifica, ovvero vaccino. Solo così è possibile dare una «regolata» al sistema immunitario in modo da ridurre la produzione degli anticorpi IgE diretti contro i pollini.

«I vaccini sottocutanei e quelli sublinguali sono ugualmente efficaci. La scelta va fatta in base alle esigenze del paziente e al tipo di allergia». Nel caso delle allergie ai pollini, il vaccino viene somministrato con uno schema pre-costagionale, cioè a partire dai mesi invernali fino alla fine della stagione della pollinazione. Gli adulti, per una questione di praticità, preferiscono in genere il vaccino sottocutaneo, con iniezioni somministrate anche una sola volta al mese. Per altri pazienti adulti e nei bambini dai cinque anni in su, invece, è più usato il vaccino sublinguale. Questa formulazione viene somministrato a casa in pastiglie o instillando quotidianamente alcune gocce sotto la lingua.

Allergie al polline: bambini a rischio

Proprio i bambini sono tra i soggetti più esposti alle allergie ai pollini. Il loro numero è in costante crescita. «Basti pensare che a oggi la rinite allergica colpisce circa il 7% dei bambini tra i sei e i sette anni, e il 15% dei ragazzi tra i 13 e i 14 anni». Massimo Landi è pediatra di famiglia torinese e membro del direttivo Siaaic. I bambini più a rischio sono quelli che hanno una predisposizione genetica, con uno o entrambi i genitori allergici. «Per aiutarli a combattere i sintomi è possibile ricorrere ai farmaci antistaminici di seconda generazione. Alcuni possono essere somministrati già a partire dai due anni».

Il broncodilatatore può essere usato a qualsiasi età 

«I cortisonici nasali e per aerosol possono essere usati tranquillamente a partire dai sei anni. Discorso a parte per il salbutamolo (broncodilatatore). Quello in spray può essere usato a qualunque età, mentre una recente nota dell’Agenzia italiana del farmaco impone di usare quello in gocce per aerosol solo a partire dai due anni».

Allergie al polline: la pioggia è un’alleata

Per conoscere quali saranno i giorni più critici per l’allergia, è fondamentale fare attenzione alle previsioni del meteo. «La produzione di polline è massima nelle belle giornate di sole, soprattutto nelle ore centrali in cui sale la temperatura». Renato Ariano è l’ideatore del Bollettino dei pollini Aaito.

«Per questo motivo è consigliato arieggiare casa e uscire all’aperto durante la mattina, prima delle dieci, oppure alla sera». La tregua degli starnuti è invece segnata dall’arrivo della pioggia, un prezioso alleato contro i pollini che vengono abbattuti al suolo e distrutti dall’acqua. L’umidità dell’aria favorisce poi la chiusura delle antere dei fiori, riducendo temporaneamente la liberazione di nuovi granuli.

I temporali sono invece pericolosi per gli allergici

Qualche rischio, però, lo si può correre quando si prospetta all’orizzonte un temporale. Nelle fasi iniziali, infatti, i vortici d’aria possono risollevare i pollini formando un pericoloso aerosol che aumenta il rischio di crisi d’asma. Per prepararsi a ogni evenienza, dunque, è meglio affidarsi ai bollettini dei pollini. Sono in grado di fornire previsioni settimanali aggiornate quotidianamente incrociando i dati meteo con le concentrazioni di pollini registrate nelle città italiane. Anche su smartphone: «Meteo Allergie» è la nuova app gratuita scaricabile dal sito pollineallergia.net.

Allergie al polline: non solo tosse e raffreddore

L’allergia ai pollini è una malattia sistemica che interessa tutto l’organismo. Può arrivare a coinvolgere persino l’apparato digerente, come spiega Eleonora Savi, direttore dell’unità operativa dipartimentale di allergologia dell’Ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza e membro del direttivo Siaaic. «Il 30% degli allergici ai pollini sperimenta una reattività crociata con alcuni alimenti che, una volta ingeriti, possono provocare edema e prurito del cavo orale. Nei casi più gravi possono persino peggiorare i sintomi dell’allergia respiratoria».

Attenzione anche alla frutta e alla verdura

Il problema è che frutta e verdura crude condividono le stesse molecole che provocano allergia nei pollini. L’allergene PR10 (Pathogenesis related protein), per esempio, è presente nel polline di betulla ma anche in sedano, mele, nocciole, carote, prugne, pesche e albicocche. La proteina profilina, che compone il polline di graminacee, parietaria, olivo, betulla e altre piante, è anche nella polpa di meloni, angurie, banane e numerose verdure. Per risolvere il problema bastano pochi minuti di cottura, perché questi allergeni comuni ai pollini vengono completamente denaturati dal calore.

Anche l’acidità è loro nemica. Per mangiare in tutta tranquillità la frutta, dunque, si può preparare una macedonia con succo di limone. «Diffidate da chi vi dice di eliminare dalla dieta pasta, pane, riso e altri cereali in caso di allergia alle graminacee», ammonisce Savi. «Anche se si è riscontrata una positività ai test allergometrici per il grano, possono essere tranquillamente ingeriti prodotti da forno o pasta. Eliminarli dalla dieta è un errore gravissimo».

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