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Long Covid colpisce anche i giovani con pochi sintomi

Uno studio norvegese ha dimostrato che la coda lunga della malattia colpisce anche gli under 30 con pochi sintomi

Long Covid nei giovani. La coda della malattia colpisce i giovani paucisintomatici, cioè anche quelli che hanno avuto la malattia in forma lieve. È questo in estrema sintesi l’inatteso risultato di uno studio dell’Università di Bergen in Norvegia. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Nature Medicine. Ormai non c’è più dubbio alcuno sul fatto che Covid 19 ha conseguenze anche dopo la fine della positività. Finora però si riteneva che la maggior parte dei casi riguardasse chi avesse avuto la patologia nelle forme più serie, con sintomi almeno moderati. Tra chi ha avuto la necessità di essere ricoverato in ospedale ad esempio gli esperti sostengono che il 75% di loro è interessato da Long Covid. Già alcuni studi precedenti avevano sottolineato come Covid potesse avere complicanze su molti organi del corpo umano. In particolare i danni maggiori sono ai polmoni. I sintomi di Long Covid sono in tutto dodici.

Long Covid nei giovani: ecco cosa dice la ricerca norvegese

Ora questa nuova ricerca sostiene che anche i giovani possono essere interessati da questi sintomi. In particolare i ricercatori in forza all’università norvegese di Bergen sottolinea come più della metà delle persone sotto i 30 anni che hanno avuto la malattia in forma lieve possono sperimentare long Covid.

Gruppo San Donato

Il team di lavoro ha analizzato i dati relativi a un gruppo di pazienti che ha vissuto l’isolamento domiciliare perché contagiati dal coronavirus che provoca la patologia. Tutti i pazienti avevano un’età compresa tra i 16 e i 30 anni. Successivamente gli esperti hanno confrontando i loro dati con quelli di pazienti che invece erano ricorsi alle cure dell’ospedale per risolvere la situazione.

Quali sono i sintomi nei giovani?

Ebbene i risultati non lascerebbero dubbi. Oltre la metà dei giovani isolati a casa – esattamente il 52% – ha avuto per almeno sei mesi diversi disturbi. I sintomi più frequenti sono stati:

Il gruppo di lavoro, guidato da Bjorn Blomberg, ha messo sotto osservazione 312 pazienti. Sessantacinque di loro ha avuto bisogno del ricovero in ospedale. Gli altri sono rimasti in casa in isolamento, perché colpiti dalla forma lieve della malattia.

Long Covid nei giovani: preoccupa soprattutto la sensazione di spossatezza

In totale più di sei pazienti su dieci – esattamente il 61% – aveva sperimentato il perdurare di sintomi a sei mesi dall’infezione, indipendentemente dalla gravità della malattia. Dei pazienti isolati a casa, il 52% aveva sintomi persistenti a sei mesi dall’infezione. Nel dettaglio, il 13% manifestava ancora perdita persistente di olfatto e gusto, mentre un altro 13% problemi cognitivi. La difficoltà di memoria ha interessato invece l’11% del campione. Quello che preoccupa di più gli esperti è però un altro sintomo, cioè la stanchezza persistente. Sono diverse le malattie infettive che causano stanchezza. L’esempio tipico è quello della mononucleosi. Il problema è che con Covid sembra che questo disturbo sia ancora più importante.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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