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Tumore al polmone: più persone dovranno fare screening di prevenzione

Gli esami aumentano le possibilità di sopravvivenza e la qualità di vita, ma ancora troppi pochi vi si sottopongono

Si allarga la platea di persone che dovranno sottoporsi a uno screening per la prevenzione del tumore al polmone. Per il momento negli Stati Uniti, ma presto le indicazioni potrebbero essere diramate anche in Italia.

Prevenzione del tumore al polmone: cosa dicono le nuove linee guida

La Società Americana di Oncologia ha cambiato le linee guida per l’adesione ai controlli. Si possono leggere le nuove indicazioni sulla rivista scientifica A Cancer Journal for Clinicians. Gli esperti raccomandano screening ogni anno per i fumatori e gli ex fumatori dai 50 agli 80 anni che fumino o abbiano fumato 20 sigarette al giorno per 20 anni. Chi ne fumi o ne abbia fumato due pacchetti al giorno, saranno sufficienti dieci anni e così via.

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La Società Americana di Oncologia stima quindi che le raccomandazioni aggiornate sostengono che potrebbe salvare la vita a un ulteriore 21% di pazienti.

Sappiamo che oltre al fumo di sigaretta, un altro fattore di rischio importante è l’età. Il cancro ai polmone colpisce più facilmente chi abbia almeno sessant’anni.

Qual è la situazione in Italia ora per gli screening di prevenzione del tumore al polmone?

Finora il programma di prevenzione si rivolge alle persone che abbiano più di 55 anni e che
fumino o abbiano fumato 20 o più sigarette al giorno per 30 anni. Per gli ex fumatori lo stop alle sigarette deve superare i 15 anni per essere esclusi dai controlli.

Gli esperti USA hanno tolto la clausola dei 15 anni dallo stop dell’ultima sigaretta

Ora gli oncologi americani hanno deciso di eliminare l’indicazione sulla durata di anni trascorsi dalla cessazione del fumo come criterio per lo screening. Quindi dovranno sottoporsi agli screening anche quelli che hanno smesso di fumare più di 15 anni fa.

Gli esperti sostengono che il rischio di sviluppare un tumore al polmone non si ferma anche se siano trascorsi 15 anni dall’ultima sigaretta nelle persone che sono state forti fumatrici nel passato. Quindi ha senso che si facciano controllare.

Quanto vale in percentuale di abbassamento del rischio la prevenzione del tumore al polmone?

Due studi svolti proprio in Italia hanno dimostrato che con gli screening c’è una riduzione della mortalità che supera il 20 per cento. Inoltre il tasso di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi va al 72%, contro il 15% dei tumori diagnosticati in assenza di screening.

Oltre alla Società Americana di Oncologia anche la Task Force per i Servizi di Prevenzione degli Stati Uniti, un gruppo di esperti indipendenti, raccomanda già dal 2021 lo screening annuale ai polmoni a partire dai 50 anni.

In cosa consiste lo screening?

Ora è molto importante convincere la popolazione a sottoporsi a questi test. I numeri di coloro che aderiscono a questi programmi di prevenzione sono ancora molto esigui.

Il cancro ai polmoni può essere identificato con una tomografia computerizzata a bassa dose o TAC, che è al momento l’unico test di screening raccomandato. Durante l’esame il paziente si sdraia su un tavolo e una macchina a raggi X utilizza una bassa dose di radiazioni per acquisire immagini dei polmoni.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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