SaluteTumori

Per molti casi di cancro alla prostata può bastare il monitoraggio attivo

Uno studio dimostra che a volte si possono evitare o ritardare terapie molto invasive che hanno importanti effetti collaterali

Monitoraggio attivo per il cancro alla prostata: ci sono importanti novità. Non è necessario l’intervento chirurgico per diversi uomini che abbiano ricevuto una diagnosi di tumore alla prostata. È sufficiente il monitoraggio attivo. La notizia è contenuta in uno studio presentato al congresso dell’Associazione Europea di Urologia in corso a Milano. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica New England Journal of Medicine.

Un recente studio sempre italiano ha confermato i risultati di questa ricerca. Gli esperti hanno analizzato i dati di quasi 1.000 pazienti che avevano ricevuto una diagnosi di tumore alla prostata a basso rischio. Rappresentano più o meno il 10/15% di tutte le diagnosi. Si possono leggere i risultati sulla rivista scientifica Jama Open Network.

Gruppo San Donato

Monitoraggio attivo per il cancro alla prostata: tassi di sopravvivenza molto simili

I ricercatori hanno dimostrato che nei pazienti con tumore alla prostata localizzato il monitoraggio attivo garantisce tassi di sopravvivenza a 15 anni di circa il 97 per cento. Si tratta degli stessi tassi assicurati dalla chirurgia e radioterapia.

Gli esperti hanno analizzato i dati di quasi 1700 persone con una diagnosi di cancro alla prostata localizzato. Il gruppo di lavoro ha suddiviso i partecipanti in tre gruppi. Hanno seguito il primo con il monitoraggio attivo. Il secondo ha subito una prostatectomia, quindi l’asportazione della ghiandola. Il terzo gruppo è stato sottoposto a radioterapia. Gli esperti hanno seguito i partecipanti per 15 anni.

I risultati dello studio presentato a Milano

Alla fine del periodo di controllo i ricercatori hanno riscontrato una mortalità per cancro alla prostata del:

  • 3,1% nel gruppo con monitoraggio attivo,
  • 2,2% in quelli con prostatectomia,
  • 2,9% con la radioterapia.

Il monitoraggio ha quindi garantito tassi di sopravvivenza molto simili agli altri due metodi, senza avere gli effetti collaterali di intervento e radioterapia. Ci sono però anche degli svantaggi. Sale infatti il rischio di sviluppare metastasi: il 9,4% contro il 4,7% di chi aveva ricevuto l’intervento chirurgico e il 5% di chi aveva fatto la radio. Più alto anche il rischio di progressione clinica della malattia.

Inoltre, circa 2 pazienti in monitoraggio su 3 nel corso dei 15 anni necessitavano comunque della chirurgia o della radioterapia.

Cos’è il monitoraggio attivo per il cancro alla prostata?

La sorveglianza attiva si attua su pazienti con cancro alla prostata poco aggressivi. L’obiettivo è quello di allontanare o nei migliori dei casi allontanare terapie più invasive, non immediatamente necessarie. Intervento chirurgico e radioterapia presentano effetti collaterali, che in alcuni casi possono avere conseguenze importanti sulla qualità della vita dei pazienti. I principali sono disfunzione erettile e incontinenza urinaria.

Le caratteristiche del paziente

Il paziente deve avere queste caratteristiche in genere, anche se la valutazione va fatta con il proprio medico curante, ragionando su rischi e benefici:

  • PSA totale: non deve superare la soglia dei 10ng/ml. La densità del PSA non dovrebbe superare lo 0,2.
  • Durante l’esplorazione rettale il medico non deve trovare noduli palpabili o un nodulo piccolo.
  • La percentuale di infiltrazione del tumore nel singolo prelievo non deve superare il 50%.
  • Il punteggio di Gleason (che si ricava dagli aspetti istologici del tumore ed è correlato con l’aggressività della malattia) non deve tassativamente superare il valore di 6.

Leggi anche…

Mostra di più

Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
Pulsante per tornare all'inizio