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Lo stress cronico pericoloso per il cuore

I neuroni che controllano la paura diventano iperattivi, aumentando i livelli di infiammazione nell'organismo. Di conseguenza sale il rischio di infarto e ictus

Scoperto il meccanismo con cui lo stress mina la salute del cuore: lo fa in maniera indiretta, accendendo in modo improprio il centro del cervello dove ha sede la paura. I suoi neuroni, resi iperattivi, stimolano la produzione di molecole infiammatorie nell’organismo, che a loro volta finiscono per colpire l’intero apparato cardiovascolare aumentando il rischio di infarti e ictus.

A dimostrarlo, per la prima volta, è uno studio pubblicato su The Lancet dal Massachusetts General Hospital e dalla Icahn School of Medicine di Mount Sinai, negli Stati Uniti.

Gruppo San Donato

Lo studio sul cervello

I ricercatori hanno osservato l’attività del cervello di quasi 300 persone di età superiore ai 30 anni utilizzando tecniche di imaging come la tac e la pet, e per ciascun soggetto sono andati poi a misurare i livelli di stress percepito. Dall’incrocio dei dati è emerso che le persone più stressate presentano una iper attivazione dell’amigdala, il “centro della paura”.

Gli effetti sull’organismo

Questa regione cerebrale, molto primitiva, ha anche la funzione di stimolare il midollo osseo a produrre i globuli bianchi per combattere le infezioni e riparare i danni che potrebbero derivare dalla situazione di pericolo che ha generato lo stress. Per questo motivo, i ricercatori hanno pensato di andare ad esaminare anche le condizioni del midollo osseo delle persone stressate, scoprendo che è particolarmente iperattivo, proprio come la milza, l’organo dove si producono i globuli rossi.

Questa condizione anomala si associa poi ad un aumento dei processi infiammatori a danno delle pareti delle arterie. Ciò pesa gravemente sulla salute dei vasi sanguigni, aumentando il rischio di formazione di pericolose placche arterosclerotiche. Non a caso, dopo un periodo di monitoraggio della durata media di quasi quattro anni, è emerso che i soggetti più stressati e con amigdala più attiva sviluppano malattie cardiovascolari con maggiore frequenza.

Lo stress cronico come fattore di rischio

Gli esperti hanno ripetuto lo studio su 13 soggetti con disturbo post-traumatico da stress (una condizione di stress che segue a un forte trauma): hanno così verificato che questi avevano amigdala e sistema immunitario più attivi, maggiore infiammazione dei vasi e maggior rischio di malattie cardiovascolari (infarto e ictus).

La scoperta indica dunque che lo stress cronico può essere molto pericoloso, e per questo dovrebbe essere trattato alla stregua degli altri fattori di rischio noti per il cuore, come il fumo e la pressione alta.

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