Salute

Impiantato per la prima volta un bronco in 3D su un bambino

Il bambino, affetto da broncomalacia, ha subito l'impianto di un bronco stampato in 3D e con materiale bio-riassorbibile

All’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma è stato impiantato, per la prima volta in Europa, un bronco stampato in 3D su un bambino di 5 anni affetto da broncomalacia, una patologia caratterizzata dal cedimento della parete bronchiale.

Cos’è la broncomalacia

Per broncomalacia, che è una patologia rara, si intende la perdita di sostegno da parte degli anelli di cartilagine che compongono le vie aeree. Questo cedimento contribuisce a limitare il normale flusso gassoso e può condurre all’insufficienza respiratoria. La cartilagine indebolita, inoltre, tende a intrappolare le secrezioni respiratorie (come il catarro) favorendo la comparsa e il susseguirsi di infezioni polmonari.

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Perché viene e come si cura

Questa lesione può avere un’origine genetica, può associarsi a forme di prematurità, può insorgere in seguito a traumi o infiammazioni croniche o essere causata dalla compressione di vasi sanguigni anomali. Talvolta è sufficiente rimuovere la causa del problema ma nella maggior parte dei casi è necessario ricorrere a un impianto 3D.

Bronco in 3D: di cosa si tratta?

Dopo 6 mesi di studi, gli specialisti del Bambino Gesù hanno disegnato il dispositivo partendo dalle immagini dell’anatomia del piccolo, ottenute con la Tac e poi rielaborate con tecniche di bioingegneria. Una volta definito il progetto, il bronco è stato stampato con un materiale bio-riassorbibile (policaprolattone e idrossiapatite) che si aggancia al bronco “vero”, restituendogli la sua funzionalità. Nell’arco di 2 anni, poi, viene man mano eliminato dall’organismo.

Credits: Ospedale Bambino Gesù di Roma

L’intervento chirurgico

I chirurghi dell’Unità di Funzione di Cardiochirurgia Complessa con Tecniche Innovative e del Laryngo-Tracheal Team, guidati dai dottori Adriano Carotti e Sergio Bottero, hanno eseguito il delicato intervento, che è durato 8 ore. Il bronco del bambino, a causa della broncomalacia, era compresso tra l’arteria polmonare sinistra e l’aorta toracica discendente, generando il restringimento del condotto respiratorio. A causa di questo problema, il bambino, soprattutto nelle ore notturne, aveva bisogno di ventilazione artificiale per respirare. Gli specialisti, dunque, hanno spostato le arterie polmonari responsabili dello schiacciamento bronchiale e hanno proceduto con l’impianto. Il dispositivo è stato posizionato all’esterno del bronco malato, ancorandone il tessuto al modello 3D con delle suture. Dopo un mese dall’operazione, il piccolo ha fatto rientro a casa e ora respira normalmente.

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