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Come viene fatta l’esplorazione rettale?

Questo esame, utile per individuare la presenza di disturbi o patologie a carico di retto, intestino, colon o prostata, è temuto da molti. Guarda il video per scoprire in che modo viene eseguito e se è doloroso

L’esplorazione rettale è l’esame interno del retto, condotto manualmente dal medico, che consente di verificare la presenza di disturbi o patologie a carico di questa struttura o di quelle limitrofe.

A cosa serve l’esplorazione rettale?

Questo esame può essere utilizzato per diagnosticare l’appendicite, il tumore del retto o, nel caso degli uomini, della prostata, per valutare la tonicità dello sfintere anale, o per individuare la presenza di fecalomi, cioè ammassi di feci disidratate. Questo esame può essere utile anche per verificare la presenza e lo stadio di alcune malattie proctologiche come le emorroidi, le ragadi, il prolasso rettale, il rettocele e altre patologie rettali. Si raccomanda di fare questa visita appena possibile, alla comparsa dei primi sintomi. Da una parte perché anche in questo caso la diagnosi precoce può rendere più semplice la terapia e la cura di queste malattie. Dall’altra parte perché potrebbero essere sintomi anche dello sviluppo di un tumore, come quello alla prostata o al colon retto. Questo esame serve anche a comprendere se le terapie stanno facendo effetto.

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L’esplorazione rettale è molto importante negli uomini

L’esplorazione rettale costituisce un controllo cruciale della prostata, da fare almeno una volta all’anno negli over 50. È fondamentale per individuare un’ipertrofia prostatica benigna, cioè un aumento del volume della ghiandola prostatica, o un carcinoma della prostata, che è uno tra i più diffusi tra gli uomini.

Cosa succede durante l’esame?

La prima parte della visita consiste in una ispezione della parte esterna dell’ano. Successivamente l’ispezione è interna attraverso l’esplorazione digitale, quindi con il dito del professionista.  Se necessario per comprendere meglio la situazione, il proctologo può decidere di utilizzare anche l’anoscopio. Si tratta di un piccolo tubicino lungo 5-6 cm e largo poco più di un dito che permette la visione diretta del canale ano-rettale.

Il medico, dopo aver coperto la mano con un guanto lubrificato, introduce con delicatezza un dito attraverso l’ano per poi arrivare fino al retto del paziente. Con la digitazione è in grado di ispezionare e palpare questo distretto e ricercare eventuali anomalie o malattie.

Tutti possono sottoporsi a questo esame?

Non sussistono controindicazioni.

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