Salute

Candidosi vaginale (o candida femminile): cause, sintomi e come curarla

Il chirurgo ginecologo Gianluca Benassi spiega quando insorge l'infezione e quali sono le terapie disponibili per curarla

Cos’è la candidosi

Spesso il termine “candida” viene utilizzato come sinonimo di “candidosi” ma è bene fare un doveroso distinguo. «Si ritiene che la candida, che è un fungo, risieda normalmente negli apparati genitale e intestinale e nel cavo orale di ognuno di noi. È tenuta sotto controllo dal sistema immunitario e dai lattobacilli, ossia i nostri batteri “buoni”. Quando questo micete cresce in maniera smodata e prolifera, si scatena un’infezione, cioè la candidosi». Così Gianluca Benassi, chirurgo ginecologo presso la Casa di Cura Città di Parma.

Perché la candida prolifera e scatena l’infezione

«Quando si verifica una diminuzione dei lattobacilli o il sistema immunitario è indebolito, magari a causa di una prolungata terapia antibiotica, deficit immunitari, patologie e forte stress psico-fisico, la candida cresce abbondantemente e in maniera incontrollata, complice anche l’ambiente caldo-umido dell’apparato genitale femminile» sostiene Benassi.

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Sintomi della candidosi

«La candidosi si riconosce fondamentalmente da una triade di sintomi: perdite biancastre, che sono lattiginose, prurito più o meno intenso e bruciore intimo» conferma lo specialista.

Come si trasmette la candidosi

«Questa infezione si trasmette principalmente attraverso i rapporti sessuali» puntualizza Benassi. «Però questa non è l’unica via di contagio: la candida, purtroppo, semina delle spore che hanno un grado di resistenza altissimo e possono insediarsi anche sugli asciugamani. Nel caso ci fosse uno scambio di biancheria, dunque, il micete potrebbe trasferirsi a un’altra persona».

Come si fa la diagnosi

«Spesso la diagnosi si fa già osservando il quadro clinico della donna: le perdite bianche, definite a “ricotta”, sono caratteristiche e indicative di questo disturbo» conferma il ginecologo. «Tuttavia non ci si può sempre limitare alla diagnosi visiva perché con l’arrivo di nuovi tipi di candida la sintomatologia è spesso dubbia. In questi casi si procede con un tampone vaginale, che è la metodica di scelta. Esistono anche dei kit rapidi che forniscono delle valutazioni sul ph vaginale, aiutando indirettamente nella diagnosi del problema».

Terapie possibili per debellare la candidosi

«Attualmente per la cura della candidosi possiamo prescrivere dei farmaci derivati imidazolici, che sono efficaci, ben tollerati e devono essere assunti per via orale. La posologia viene indicata dallo specialista ma in generale si opta per uno schema di trattamento che varia da 3 a 6 mesi. Sebbene questi farmaci siano i più utilizzati, esistono anche dei prodotti topici, in particolare delle creme vaginali, che permettono di risolvere quanto prima il problema» spiega Benassi. «Il ginecologo, infine, ha a disposizione anche dei medicinali ad azione chimica (come l’acido borico), che abbassano il ph vaginale, o dei probiotici, che consentono di ripopolare l’ambiente vaginale di lattobacilli».

Tutti i consigli di prevenzione

La candidosi può essere prevenuta mettendo in atto questi accorgimenti:

  • Limitare l’assunzione di zuccheri semplici, alimenti processati e alcolici perché questi potrebbero alterare l’equilibrio della flora batterica vaginale e preferire frutta (in particolare i mirtilli), verdura, omega 3 (sgombro, salmone, tonno, aringhe) e fibre (riso e pasta integrali). Ecco la dieta “giusta” contro la candidosi.
  • Bisognerebbe utilizzare il preservativo durante i rapporti sessuali, in modo da non trasmettere l’infezione.
  • Per quanto riguarda la biancheria intima, è sempre meglio indossare slip di cotone piuttosto che nylon o pizzo.
  • L’ambiente vaginale deve essere privo di umidità. Al mare, dunque, è opportuno cambiare il costume dopo aver fatto il bagno, indossandone uno completamente asciutto.

Chiara Caretoni

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