Salute

Assorbenti: istruzioni per l’uso

Quando è meglio usare quelli esterni e quando quelli interni? Le coppette mestruali come funzionano? Quali sono le norme di igiene? Tutte le risposte dell'esperta

A differenza di altri Paesi europei, in Italia fino ad appena qualche mese fa gli assorbenti erano considerati alla stregua di beni di lusso. Erano quindi venduti con un’imposta sul valore aggiunto del 22 per cento. Per intenderci come quella applicata a sigarette e vino. Oggi, grazie a una lunga battaglia portata avanti da associazioni femministe, ma non solo, la cosiddetta tampon tax è scesa dal 22 al 10 per cento. Una vittoria parziale, dunque, visto che resta ancora strada da fare per conquistare quell’aliquota del 5% che spetta ai prodotti essenziali.

Se una cosa è certa, in tema di assorbenti, è che servono. Servono ogni mese a ogni donna, dall’età fertile fino alla menopausa, periodo di post gravidanza compreso. I dubbi possono sorgere semmai su quali scegliere tra tanta varietà. Ci sono gli assorbenti esterni, quelli usa e getta, lavabili, con ali, senza ali, i salvaslip, i tamponi interni, le coppette mestruali. Non esiste un prodotto migliore in assoluto e molto dipende da abitudini, stile di vita, sensibilità personale e altri fattori come età e tipo di ciclo.

Gruppo San Donato

Assorbenti esterni, ideali durante il sonno

Come indicano i dati sugli acquisti, gli assorbenti esterni sono i preferiti dalle donne. Sono composti da diversi strati di materiale. In genere cotone, cellulosa e altri sintetici come il polipropilene, polimeri superassorbenti (i gel che imprigionano i liquidi) e, in minima parte, dalle colle adesive che servono per fissarli allo slip. «I materiali con cui sono realizzati sono sicuri e scientificamente testati sulla pelle. Gli assorbenti più spessi di solito comportano un minor comfort e non per forza assorbono meglio. Dipende tanto dal materiale utilizzato e dal suo grado di assorbenza. Prodotti più sottili, con materiali più assorbenti, possono essere più performanti di altri più spessi». Corinna Rigoni è  specialista in dermatologia e venereologia, presidente dell’Associazione Donne Dermatologhe Italia.

Con o senza le ali

Optare per quelli con ali o senza, invece, è solo una scelta di comodità e protezione: le ali garantiscono una maggiore aderenza e quindi protezione dalle perdite, di contro per qualcuna possono essere meno comodi da indossare. «Indipendentemente dal tipo scelto, consiglio gli assorbenti esterni quando si dorme, in quanto rispetto agli altri tipi possono essere cambiati dopo un intervallo di tempo maggiore senza rischi per salute», aggiunge la dermatologa.

In solo cotone per le pelli più sensibili

«A volte la pelle nella zona genitale è particolarmente delicata e sensibile, come per le più giovani. Oppure si può soffrire di disturbi come psoriasi, dermatite atopica, vaginiti, cistite, candida. In questi casi gli assorbenti esterni comuni possono causare irritazioni, prurito, infiammazioni o una certa dolorabilità della zona vulvo-vaginale. In questo caso suggerisco i prodotti composti al 100% in cotone. Quindi per tutti gli strati, e non solo quello esterno a contatto con la pelle. Il cotone è una fibra naturale nota proprio per la sua funzione ipoallergenica. È naturalmente morbido e fresco, favorisce la naturale traspirazione della pelle senza alterare temperatura e umidità e trattiene bene i liquidi».

Interni, perfetti per chi pratica sport

All’inizio, era il 1936, c’era solo il tampax. In Italia si diffuse qualche anno dopo. Fu una vera rivoluzione perché il tampone interno, come oggi, regala più libertà rispetto a quello esterno. Non si sposta, consente di fare il bagno in mare e praticare più comodamente lo sport.

«A seconda del tipo di lavoro che si svolge e dello stile di vita, più che un’opzione il tampone è l’unica alternativa alle coppette mestruali. Gli assorbenti interni, o tamponi, infatti, hanno la capacità di assorbire il sangue mestruale direttamente dall’interno del canale vaginale. Al contrario di quelli esterni, quindi, il sangue non fuoriesce dalla vagina, con i vantaggi che ne conseguono».

Come sono fatti gli assorbenti interni?

In genere contengono cotone ad alta assorbenza o rayon, un derivato della cellulosa. All’assorbente è legato un piccolo cordino che resta fuori dalla vagina e serve a tirare fuori il tampone al momento di cambiarlo. Alcuni sono forniti di applicatore. Si tratta di un doppio tubicino, esterno e interno, in plastica o estendibile, che si ritira dopo averlo infilato e che rende più facile l’inserimento nella vagina. Il grado di assorbenza è indicato sulla confezione con un numero di gocce:

  • quelli con 1-2 gocce hanno il grado di assorbimento minore, equivalente a meno di 6 grammi;
  • quelli con 3-4, arrivano a 9-12 grammi.

«I tamponi devono garantire una protezione adeguata ma non eccessiva. Meglio cambiarsi più spesso che utilizzare un prodotto troppo assorbente. Diventando caldo e umido, aumenta il rischio di creare una dimora accogliente per i batteri, alcuni dei quali rischiosi per la salute. Consiglio quindi quelli da 2 o 3 gocce, non quelli da 4 e nemmeno quelli da 1».

La sindrome da shock tossico

Non serve essere particolarmente esperte, ma con i tamponi le regole di uso e igiene sono più rigide per evitare rischi per la salute. Il più temuto è la sindrome da shock tossico. È un evento fortunatamente molto raro, causato dalle esotossine del batterio Staphylococcus aureus. Si trova nel naso e nella vagina. Insieme allo Streptococcus pyogenes, attiverebbe una risposta immunitaria molto elevata.

Quali sono cause e sintomi?

«L’uso sbagliato dell’assorbente interno può esserne una concausa. Va però detto che la sindrome non è legata al mero uso di tamponi durante le mestruazioni. Può insorgere anche dopo alcuni interventi ginecologici. I sintomi sono:

  • febbre alta,
  • vomito,
  • diarrea,
  • vertigini,
  • dolori muscolari,
  • mal di gola,
  • svenimenti,
  • eruzioni cutanee.
  • Nei casi più gravi può provocare danni importanti e perfino essere mortale se non si interviene in tempo.

Oggi il rischio è minore per l’attenzione che è stata data al materiale di cui sono composti i tamponi, un tempo in fibra di carbossimetilcellulosa, oggi ritirata dal mercato. È molto importante però leggere bene le istruzioni prima di applicarli. Tra le concause dell’insorgere della sindrome vi sono l’igiene poco accurata e un intervallo di tempo eccessivo tra i cambi dei tamponi».

L’utilizzo corretto degli assorbenti interni

Il tampone va inserito soltanto dopo essersi lavati con cura le mani. Non va mai forzato per evitare di provocare piccole lacerazioni e aumentare così il rischio di contaminazione batterica. Bisogna rilassare la muscolatura. Le posizioni più comode, di solito, sono da sedute o con le ginocchia leggermente piegate.

«Va cambiato ogni due o tre ore, se non è possibile non vanno comunque mai superate le sei ore. Ecco perché è sconsigliato di notte. Inoltre, non bisogna indossarlo prima del ciclo mestruale, né per assorbire altri tipi di perdite vaginali».

Miti da sfatare sul tampone

«Lo possono usare anche le ragazze che non hanno ancora perso la verginità. L’inserimento di un assorbente interno non comporta la rottura dell’imene, in quanto viene inserito nella stessa cavità da cui fuoriesce il flusso di sangue mestruale. Poi, non si può “perdere” dentro: il tampone è trattenuto dai muscoli pelvici, quindi non può muoversi. Infine, è molto difficile che il cordino si possa rompere perché è cucito attraverso l’intera lunghezza del tampone. Se mai dovesse succedere, per la rimozione ci si può rivolgere al medico».

Le coppette mestruali

Rispetto agli assorbenti esterni o interni, non assorbono ma raccolgono il sangue. Le coppette mestruali sono dei piccoli contenitori a forma di campana, morbidi e compatti, realizzati in materiale anallergico, solitamente silicone medicale. Si inseriscono nel canale vaginale e poi si ripiegano. Sul fondo hanno una parte allungata per essere facilmente afferrate. Esistono di vari tipi e misure, alcune più adatte alle principianti, altre a chi non ha avuto rapporti, altre ancora a chi ha flussi abbondanti.

Quali sono i vantaggi delle coppette mestruali?

Presentano una serie di vantaggi:

  • comportano una minore necessità di cambiarsi,
  • costano poco,
  • sono ecologiche perché si acquistano una sola volta e possono essere riutilizzate fino a dieci anni.

Uno studio pubblicato dalla rivista The Lancet dice che sette donne su dieci, dopo aver provato la coppetta mestruale, non la lasciano più. Eppure in Italia fatica a diffondersi e secondo gli esperti si tratta soprattutto di un ostacolo psicologico. «Non ci sono rischi per la salute. Anzi, le coppette mestruali sono indicate per chi ha avuto reazioni allergiche con gli assorbenti perché comportano un minor rischio di allergie. Anche dal punto di vista della protezione sono degli ottimi ausili. Sono studiate per isolare la zona grazie all’effetto sottovuoto per cui non c’è alcun tipo di interferenza né con l’acqua, né fuori dall’acqua, ed evitano qualsiasi tipo di perdita».

Consigli per l’igiene

Il pH vaginale è tendenzialmente acido, adatto alla vita dei batteri «buoni», ma durante il ciclo cambia diventando leggermente più basico. «Questo, insieme al sangue mestruale, comporta un’alterazione dell’ambiente che può esporre a piccoli squilibri della flora batterica. Per questo nei giorni del ciclo bisogna riservare un’attenzione in più all’igiene intima, che non dev’essere esasperata, ma accurata sì. L’assorbente va cambiato ogni quattro ore circa. Nei primi giorni, a seconda del flusso, dopo due o tre ore. Prima di farlo va rinfrescata la zona intima. Non serve usare tutte le volte il detergente intimo, e in ogni caso va usato pochissimo prodotto, basta una nocciolina. Per evitare di eccedere nelle dosi consiglio di optare per il dispenser o diluire il detergente nell’acqua del bidet, in modo che il lavaggio sia meno aggressivo possibile».

Come scegliere il detergente giusto

È importante poi scegliere il detergente giusto. «Dev’essere appositamente formulato per la zona intima, con un pH intorno ai 3.5 per non alterare l’ambiente vaginale. L’ideale sarebbe alternarne uno attivo a uno lenitivo, arricchito con sostanze idratanti come salvia officinalis, malva sylvestris, timo o calendula, per contrastare l’eventuale secchezza delle mucose. Una volta pulite, bisogna risciacquare con acqua abbondante la parte e assicurarsi che la pelle sia perfettamente asciutta prima di rivestirsi. Le salviettine imbevute, invece, vanno bene solo si è fuori casa e non si può fare il lavaggio tradizionale nel bidet».

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