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Vaccino Pfizer: dopo sei mesi l’efficacia diminuisce, terza dose più vicina?

L'azienda in collaborazione con la BioNTech ha reso noti i risultati di uno studio che riaprono il discorso sulla terza dose

Quanto dura l’efficacia del vaccino Pfizer dopo la seconda dose? A sei mesi dalla seconda iniezione il vaccino Pfizer BioNTech vede la sua efficacia diminuire. È questo in estrema sintesi il principale risultato di uno studio che i due colossi farmaceutici hanno pubblicato in preprint su medRvix. Questo significa che non sono stati ancora valutati da un team di esperti indipendenti. Si tratta in poche parole di dati preliminari.

Esclusi i casi asintomatici e la variante Delta

Gli scienziati di Pfizer e BioNTech hanno preso in esame gli effetti del loro vaccino nei sei mesi successivi alla seconda iniezione. I ricercatori hanno preso in esame la situazione di più di 44.000 volontari provenienti da sei Paesi diversi. Lo studio non ha tenuto in considerazione il tasso di infezioni asintomatiche, né la variante Delta. I dati sono riferiti al mese di marzo, quando non era ancora molto diffusa, com’è invece oggi.

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Efficacia del vaccino Pfizer dopo la seconda dose diminuisce del 6% ogni due mesi

In questo lasso di tempo la protezione contro il coronavirus che causa Covid 19 resta molto alta, in media intorno al 97% nel prevenire le forme gravi. Quindi confermata l’alta affidabilità contro i ricoveri nei reparti Covid e nelle Terapie Intensive. Nei sei mesi l’efficacia del siero nella prevenzione del  contagio scende dal 96% all’84 per cento.

In particolare i risultati dello studio sostengono che la capacità di prevenire l’infezione da Covid-19 con pochi sintomi diminuisce di una media del 6% ogni due mesi dopo la somministrazione. Nel dettaglio:

  • resta all’incirca del 96% nel periodo compreso tra una settimana e due mesi dopo la seconda dose,
  • scende al 90% tra i due e i quattro mesi dopo la seconda dose,
  • diminuisce all’84% nel periodo compreso tra quattro mesi e sei mesi.

Cosa succede con la terza dose?

Contestualmente il colosso americano e quello tedesco hanno reso noti i dati dei risultati dei test sulla terza dose del loro vaccino contro la variante Delta. Gli studi clinici hanno confermato che il terzo richiamo rafforza la protezione contro la variante Delta. Una terza dose ha effetti neutralizzanti della variante Delta cinque volte maggiori tra le persone che abbiano tra i 18 e i 55 anni. La protezione è addirittura 11 volte maggiore per coloro che si trovino in un’età compresa fra i 65 e gli 85 anni. Al momento solo Israele ha deciso di procedere con la terza dose per persone che abbiano particolari difficoltà immunitarie. Molti esperti in Europa e USA sostengono invece che sia ancora presto per mettere a punto una terza vaccinazione per i loro cittadini.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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