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Contagio con variante Delta: bastano davvero pochi secondi?

Le parole della premier di uno stato australiano hanno messo in allarme il mondo. Ma le sue affermazioni sono dimostrate dalla scienza?

Il contagio con variante Delta sta spaventando il mondo. Chiamata anche variante indiana perché è lì che è stata identificata la prima volta, si sta diffondendo molto rapidamente e secondo tutti gli esperti diventerà quella dominante. Se in Gran Bretagna è già responsabile di 9 casi su 10, da noi per il momento è all’incirca al 25 per cento. La sua caratteristica particolare è l’estrema contagiosità. Alcuni studi hanno confermato che sia il 60% più trasmissibile della variante Delta, quella inglese per intenderci, che già aveva un indice di contagio maggiore del 50% rispetto al coronavirus che ha causato la pandemia lo scorso anno.

Contagio con variante Delta: cosa ha detto la premier del Galles del Sud

A buttare benzina sul fuoco ci ha pensato Gladys Berejiklian. La premier del Galles del Sud in Australia ha spiegato che il focoloio di Bondi, una spiaggia vicino a Sidney, sia stato causato da un incontro di pochi secondi – tra i 5 e i 10 – all’interno di un centro commerciale tra due persone senza mascherina. Questa affermazione si basa sull’esame di alcune riprese delle telecamere del supermercato. All’inizio della pandemia alcuni studi avevano confermato che occorresse almeno un quarto d’ora di contatto ravvicinato al chiuso con una persona infetta.

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Nessuna base scientifica per le sue affermazioni

Come ormai è noto gli aerosol emessi da una persona contagiata si propagano come il fumo di sigaretta. È evidente che in uno spazio chiuso senza ventilazione idonea, la nube di virus resti nell’aria. Se ci passiamo in mezzo e la respiriamo, ecco che possiamo essere contagiati a nostra volta. Va detto subito che la stima dei pochi secondi che servirebbero al contagio non ha basi scientifiche. In più dobbiamo ricordare che in Australia non è obbligatorio l’uso delle mascherine nei centri commerciali e che solo il 4% della popolazione è completamente vaccinato, cioè ha ricevuto le due dosi di vaccino, mentre solo tre australiani su dieci hanno avuto la prima iniezione.

Delta ha sintomi diversi: all’inizio assomiglia di più a un brutto raffreddore

Un altro problema della variante Delta è che si manifesta con sintomi diversi da quelli a cui ci eravamo abituati. Quelli più frequenti sono il mal di gola, il naso che cola, la febbre e il mal di testa. La tosse e la perdita di olfatto che erano i due sintomi più comuni sopraggiungono solo di rado. Questo porta soprattutto la popolazione più giovane, che sembra essere la più colpita, a sottovalutare la situazione, scambiando Covid con un raffreddore, con il risultato di non sottoporsi ai test e a non isolarsi in casa.

Contagio con variante Delta: il ruolo della seconda vaccinazione

La variante Delta è più resistente ai vaccini, soprattutto dopo una sola dose. La seconda iniezione porta però la protezione al 96% nei confronti dei sintomi gravi della malattia. Non sappiamo se questa variante sia più letale, perché è molto difficile calcolare le differenze, essendo presenti altre varianti come l’inglese, la brasiliana e la sudafricana.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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