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Un nuovo farmaco per il tumore alla prostata metastatico

Presentati i risultati dello studio TITAN, che ha dimostrato un beneficio nella sopravvivenza complessiva grazie a un nuovo farmaco, apalutamide, in combinazione con terapia ormonale

Il tumore alla prostata è uno dei più controllati e con una mortalità limitata: la sopravvivenza dei pazienti è dell’88% a cinque anni. Alcuni pazienti, però, presentano fin dalla diagnosi un tumore metastatico. Si tratta di un tumore sensibile agli ormoni, che quindi risponde ancora alla terapia ormonale (deprivazione androgenica), ma che si è diffuso oltre che alla prostata anche in altre parti del corpo.

Un nuovo farmaco per il tumore alla prostata metastatico

Al simposio dell’American Society of Clinical Oncology’s Genitourinary Cancers (ASCO GU) sono stati presentati i risultati dello studio TITAN, che hanno dimostrato un beneficio statisticamente significativo nella sopravvivenza complessiva grazie a un nuovo farmaco, apalutamide, in combinazione con la terapia di deprivazione androgenica. I dati dello studio confermano una riduzione del rischio di morte del 48%. «I risultati finali dello studio TITAN consolidano quelli già noti, relativi all’analisi preliminare. Questo è un dato di chiara rilevanza clinica perché l’aggiunta di apalutamide alla deprivazione androgenica ha dimostrato anche a lungo termine un miglioramento della sopravvivenza complessiva» ha commentato Orazio Caffo, Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica all’Ospedale Santa Chiara di Trento.

Gruppo San Donato

«L’efficacia del trattamento è stata osservata anche in tutti i sottogruppi e si è riflessa anche in un evidente vantaggio negli endpoint secondari. Tutto questo con un profilo di sicurezza ormai consolidato che si è anche tradotto nel mantenimento della qualità di vita dei pazienti. Nel complesso, quindi, i risultati a lungo termine dello studio TITAN confermano che l’aggiunta di apalutamide alla deprivazione androgenica rappresenta una strategia in grado di offrire una significativa opportunità terapeutica ai pazienti con malattia metastatica sensibile alla terapia ormonale».

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