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Tumore al seno: a Ferrara ricostruzione gratuita di areola e capezzolo dopo mastectomia

Il progetto nasce dalla volontà di offrire un percorso completo alle donne operate al seno

Sta diventando sempre più decorata la pelle degli italiani. Secondo la fotografia scattata dall’Istituto Superiore di Sanità, solo nel nostro Paese a scrivere in modo indelebile sul corpo sono più di 7 milioni di persone. A fronte, però, di chi lo fa con lo scopo di imprimere un simbolo sulla propria cute, c’è una parte che ha effettuato un tatuaggio in conseguenza a problemi di salute. È il caso di chi ha subito, ad esempio, un tumore al seno e necessita di ricostruire areola e capezzolo mediante un tatuaggio medicale.

I diversi tipi di tatuaggio medicale

Nei diversi esempi di tatuaggi medicali rientrano quelli del trucco permanente per le sopracciglia per le persone allergiche al make-up convenzionale. Ci sono poi una serie di tatuaggi con finalità medica che servono a coprire condizioni patologiche della cute al fine di ripristinarne l’aspetto sano. Pressoché ovunque sono a totale discrezione e a carico dei pazienti, che si rivolgono a centri privati.

Gruppo San Donato

Tumore al seno: la ricostruzione dell’areola e del capezzolo

Dall’azienda ospedaliera di Ferrara, di recente, è arrivata un’iniziativa accolta con entusiasmo: un ambulatorio per la ricostruzione dell’areola-capezzolo tramite dermopigmentazione per le donne che hanno subito una mastectomia, ovvero l’asportazione della mammella. Il progetto nasce dalla volontà di offrire un percorso completo alle donne operate al seno, garantendo loro la possibilità di concludere un percorso difficile come quello della lotta contro il tumore all’interno di una struttura sanitaria accreditata “Breast Unit”.

Il servizio è gratuito e comporta più sedute di dermopigmentazione

L’iniziativa garantisce non solo la ricostruzione del seno – già considerata parte integrante della cura del cancro dal Servizio sanitario nazionale – quanto il rimodellamento e il ritocco estetico del capezzolo in maniera totalmente gratuita. «Il trattamento comporta più sedute di tatuaggio e richiede un rapporto di fiducia con la paziente basato sull’ascolto e sulla capacità di infondere serenità e sicurezza», spiega il professor Paolo Carcoforo, Direttore dell’Unità Operativa complessa di Chirurgia 2 dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara e Presidente della Società Italiana di Chirurgia Geriatrica (S.I.C.G.).

Una volta capite le esigenze, ma soprattutto valutati l’anamnesi, il percorso della malattia e le conseguenze psicologiche derivanti dall’intervento chirurgico si passa alla dermopigmentazione, o tatuaggio all’areola e del capezzolo, una tecnica molto simile a quella del classico tatuaggio. In questo caso, però, cambiano le tipologie di pigmenti, altamente specifici, e ovviamente lo scopo. «La tecnica prevede l’introduzione di pigmenti specifici attraverso un’iniezione sottocutanea in campo sterile». Il tutto viene effettuato da un operatore sanitario specializzato.

Tumore al seno e ricostruzione dell’areola e del capezzolo: non ci sono limiti di età

Possono accedere gratuitamente al servizio donne sottoposte a trattamento chirurgico che preveda l’asportazione del complesso areola-capezzolo con età pari o inferiore ai 70 anni. «Non è un’età tassativa ma indicativa. Ci sono state pazienti particolarmente in forma superati i 70 anni che sono state sottoposte al trattamento. Alla stessa maniera, non c’è un’età in cui si inizia a effettuare questo trattamento. Purtroppo l’abbiamo effettuato anche su pazienti di poco più di 30 anni», conclude il professor Carcoforo.

Obiettivo: cancellare le cicatrici fisiche della malattia

Lo scopo è quello di porre la donna con diagnosi di tumore al centro del percorso affiancandola con la massima empatia per coglierne i bisogni e consentendole di “uscire” dal tunnel del tumore per affrontare una nuova vita, come persona guarita dalla malattia.

Superare un tumore al seno è già un grande ostacolo. Se, anche una volta guarite, rimangono i segni fisici della malattia, diventa ancora più difficile chiudere il capitolo. Ecco perché la dermopigmentazione gratuita è un modo per tornare alla quotidianità, con lo stesso entusiasmo ma anche la stessa bellezza di prima. La donna, oltre che guarire, può così riprendere una vita del tutto normale, sentendosi a proprio agio in ogni situazione.

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Simona Cortopassi

Classe 1980, è una giornalista iscritta all’Ordine regionale della Lombardia. Toscana d’origine, vive a Milano e collabora per testate nazionali, cartacee e web, scrivendo in particolare di salute e alimentazione. Ha un blog dedicato al mondo del sonno (www.thegoodnighter.com) che ha il fine di portare consapevolezza sull’insonnia.
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