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Se mi ammalo di Covid all’estero cosa succede?

Dipende molto dal Paese dal quale si vuole tornare. Ecco le regole secondo il ministero degli Esteri

In tempi di coronavirus e variante Delta la domanda che si pone chi stia partendo per una vacanza è: cosa succede se mi ammalo di Covid all’estero. Diciamo subito che non c’è una risposta uguale per tutte le situazioni, perché dipende dal Paese in cui intendiamo trascorrere le nostre ferie. La confusione è generale. Si è parlato a lungo di Green Pass o Digital European Certificate, ma la situazione non è ancora chiara.

Consultare sempre il sito Viaggiare Sicuri

La cosa certa è che se risultiamo positivi in un altro Paese o se abbiamo avuto contatti stretti con positivi non possiamo rientrare in Italia. Il nostro certificato verde viene sospeso. Dobbiamo trascorrere del tempo nei Covid hotel o in altre strutture messe a disposizione del governo della nazione in cui siamo. Naturalmente c’è l’assistenza dell’Ambasciata italiana. In alcuni casi l’Unità di crisi della Farnesina, che è il nostro ministero degli Esteri, può predisporre un rientro. Ma non sempre questa è possibile, anzi.

Gruppo San Donato

C’è un sito di riferimento per rispondere a tutte le domande. È Viaggiare sicuri. Qui troverete tutte le informazioni sulle regole da seguire sia per quando vorrete andare in un Paese straniero, sia quando vorrete tornare a casa in Italia.

Le indicazioni sono però diverse a seconda del Paese in cui vogliamo andare o da cui vogliamo tornare.

Repubblica di San Marino e Vaticano

I luoghi più tranquilli sono la Repubblica di San Marino e la Città del Vaticano. Nonostante siano ufficialmente due Paesi stranieri, è come se fossimo in Italia.

Se mi ammalo di Covid all’estero: Paesi europei e Israele

C’è poi un gruppo di Paesi, tendenzialmente europei, in cui non ci sono limitazioni per gli ingressi. Alcuni giorni prima della partenza bisogna compilare il Passanger Locator Form, oltre alla presentazione del Digitale European Certificate prima di varcare la dogana. Come si diceva, si tratta dei Paesi dell’Unione europea, quindi: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria. Stesse regole anche per Andorra, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Principato di Monaco, Regno Unito e Irlanda del Nord, Svizzera e Israele.

I minori di sei anni non devono fare il tampone

Se rientriamo in Italia senza Certificazione Verde dobbiamo procedere a isolamento fiduciario e sorveglianza sanitaria per un periodo di dieci giorni. Occorre informare immediatamente il Dipartimento di prevenzione dell’Azienda Sanitaria e fare un test molecolare o antigenico al termine della quarantena. I bambini con meno di sei anni di età non devono fare il tampone, ma devono restare in isolamento. I minorenni dai 6 ai 18 anni non devono fare l’isolamento se accompagnati da un genitore o da un accompagnatore da loro delegato che abbia la Certificazione verde Covid.

C’è un’unica differenza per chi rientra dal Regno Unito: stare in isolamento per 5 giorni. Serve poi comunque un tampone anche se si è in possesso del Green Pass.

Se mi ammalo di Covid all’estero: se viaggio Oltre Oceano

Si tratta di Stati Uniti, Tailandia, Canada, Giappone, Australia, Nuova Zelanda, Singapore, Ruanda e Corea del Sud. Si può entrare anche solo per turismo.

Canada, Giappone e Usa

Se si è in possesso di Green Pass e si rientra da Canada, Giappone e Usa non bisogna sottoporsi a tampone, né a isolamento. Bisogna però compilare il modulo per localizzarsi e comunicare alle Asl il proprio arrivo in Italia. Per gli altri Paesi servono un tampone entro 72 ore dal rientro, non si possono prendere mezzi pubblici e un isolamento di dieci giorni.

Attenzione a tutti gli altri Paesi

Per tutti gli altri Paesi le limitazioni sono molto severe. Innanzitutto fino al 30 luglio non si può entrare se non per motivazioni familiari, di lavoro o di salute. Un italiano può sempre rientrare, così come i propri familiari e chi sia in possesso del documento di soggiornante di lungo periodo, ma serve un tampone negativo entro le 72 ore prima del rientro e poi comunque, deve stare in isolamento per dieci giorni.

Nessun rientro è possibile da India, Bangladesh, Sri Lanka e Brasile.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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