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Sclerosi multipla: i neurologi chiedono di poter utilizzare il farmaco cladribina per più cicli

Secondo i neurologi italiani ed europei un terzo ciclo di questa terapia, al momento non consentito dalle attuali linee guida, potrebbe portare giovamenti per un lungo periodo di tempo

Efficacia sulla riduzione dell’attività infiammatoria, ma anche sulla progressione della disabilità a lungo termine, senza sorprese dal punto di vista della sicurezza. Una terapia che si assume per bocca per un periodo di tempo limitato. Sono le caratteristiche della cladribina, farmaco efficace per il trattamento della sclerosi multipla recidivante, la forma più comune di questa malattia.

«Abbiamo verificato che la terapia ha un’efficacia sulla riduzione dell’attività infiammatoria, ma anche sulla progressione della disabilità a lungo termine» conferma Francesco Patti, Responsabile del Centro Sclerosi multipla al Policlinico G. Rodolico San Marco di Catania. «Un altro aspetto importante riguarda la qualità della vita: il paziente, in trattamento orale e con poche compresse per un periodo di tempo limitato, può quasi dimenticarsi di essere malato».

Gruppo San Donato

Sclerosi multipla: i neurologi chiedono di poter utilizzare il farmaco cladribina per più cicli

Il trattamento con cladribina prevede l’assunzione del farmaco per due cicli, uno all’inizio del primo anno e un altro all’inizio del secondo anno, mentre negli anni 3 e 4 non è richiesto alcun trattamento con il farmaco. Le attuali linee guida non consentono però un terzo ciclo con cladribina, ma secondo i neurologi italiani ed europei un terzo ciclo potrebbe portare giovamenti da un punto di vista di efficacia per un lungo periodo di tempo.

«La Società italiana di neurologia si sta esprimendo su questo aspetto in quanto si sta andando sempre più verso un trattamento personalizzato», spiega Claudio Gasperini, Direttore dell’Unità di Neuroscienze all’Azienda
ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma. «Da studi condotti anche in altri Paesi stanno emergendo dati che ci dimostrano come cladribina, utilizzata anche con un terzo ciclo, possa giovare ai pazienti. Auspichiamo quindi che, nell’ambito della terapia personalizzata, ci sia la possibilità per noi neurologi di potere utilizzare il farmaco anche oltre i due anni».

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