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Musicoterapia, il potere delle note

Testo di Elisabetta Rotriquenz, psicologa e docente di psicologia giuridica all’Università di Firenze, sul suo blog di Tiscali Quante volte capita di riascoltare canzoni che hanno accompagnato periodi della propria vita, dall’infanzia all’adolescenza fino all’età adulta, e che hanno anche caratterizzato momenti significativi durante la crescita. Quando dopo anni succede di risentire un particolare brano in un attimo e con incredibile facilità possono tornare alla mente ricordi che sembravano svaniti. Da ciò si evince come la musica abbia un enorme potere nella rievocazione dei ricordi e nell’espressione delle emozioni e dei sentimenti.

Testo di Elisabetta Rotriquenz,
psicologa e docente di psicologia giuridica
all’Università di Firenze,
sul suo blog di Tiscali

Quante volte capita di riascoltare canzoni che hanno accompagnato periodi della propria vita, dall’infanzia all’adolescenza fino all’età adulta, e che hanno anche caratterizzato momenti significativi durante la crescita. Quando dopo anni succede di risentire un particolare brano in un attimo e con incredibile facilità possono tornare alla mente ricordi che sembravano svaniti. Da ciò si evince come la musica abbia un enorme potere nella rievocazione dei ricordi e nell’espressione delle emozioni e dei sentimenti.

Gruppo San Donato

La World Federation of Music Therapy (Federazione mondiale di musicoterapia) ha dato nel 1996 la seguente definizione di musicoterapia: «È l’uso della musica e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia) da parte di un musicoterapeuta qualificato, con un utente o un gruppo, in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l’apprendimento, la motricità, l’espressione, l’organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive. La musicoterapia mira a sviluppare le funzioni potenziali e/o residue dell’individuo in modo tale che questi possa meglio realizzare l’integrazione intra- e interpersonale e consequenzialmente possa migliorare la qualità della vita grazie a un processo preventivo, riabilitativo o terapeutico».

Più nello specifico, la musicoterapia è un tipo di intervento psicologico che permette al paziente di comunicare attraverso un codice alternativo definito ISO (Identità sonora individuale), cioè attraverso la musica, il suono e il movimento, tutti elementi utili a facilitare la comunicazione e ad aiutare il paziente a esprimere le proprie difficoltà. L’obiettivo è quello di raggiungere un’armonia psicofisica, un giusto equilibrio con se stessi e con gli altri e di conseguenza una buona qualità della vita.

Tutte le attività creative sono molto utili per raggiungere un equilibrio psicofisico. La musica, come anche il canto e la danza, ha bisogno di ordine e concentrazione per esprimere al meglio le sue potenzialità creative e artistiche. Essa ha un effetto positivo sia a livello fisiologico sia psicologico, in quanto, attraverso i suoni, può far emergere sensazioni e stati d’animo inconsci. Di fatto, la musicoterapia permette di esprimersi attraverso un codice alternativo a quello verbale e proprio per questo può essere funzionale a quelle persone che hanno difficoltà a esprimere le proprie emozioni per sbloccare resistenze o conflitti interiori.

Il terapeuta utilizza soprattutto suoni, musica, silenzi e movimenti per aprire un varco nei canali comunicativi del paziente. Prevale quindi una modalità di comunicazione non verbale, dando così particolare valore alle emozioni, alle sensazioni, alle immagini, ai ricordi. È proprio la musica che riesce a far emergere sensazioni legate a ricordi sopiti che attraverso determinati suoni riesplodono nella memoria.

Ci sono comunque diversi ambiti di applicazione della musicoterapia che spesso vanno a integrarsi alla psicoterapia: preventivo, educativo, socio-riabilitativo e terapeutico. La musicoterapia può essere applicata al paziente singolo o al gruppo e oltre agli adulti può essere molto utile anche ai bambini. Infatti, può essere usata nei casi di: autismo infantile, ritardo mentale, disabilità motorie, morbo di Alzheimer e altre demenze, psicosi, disturbi dell’umore, disturbi somatoformi, disturbi del comportamento alimentare, ecc.

La musicoterapia può essere adoperata anche durante la gravidanza. A livello prenatale è impiegata per stimolare il sistema nervoso del bambino, il canto prenatale serve per migliorare la tecnica respiratoria della futura madre, durante il parto aiuta a rilassarsi e a contenere l’ansia. Un altro ambito di applicazione della musicoterapia è la scuola, dove spesso serve nei casi di handicap e disagio. In questo caso i bambini entrano in contatto con i compagni di classe attraverso la musica e i suoni. In particolare, vengono svolte attività di improvvisazione vocale e strumentale, manipolazione di strumenti e oggetti sonori, ecc. che hanno come obiettivo quello di far capire al bambino il mondo che lo circonda e il rapporto con gli altri.

La musicoterapia è utilizzata anche con gli anziani per contrastare il decadimento fisico e mentale e per cercare di mantenere e recuperare funzionalità intellettive che vanno deteriorandosi con il tempo. Il potere della musica è senza dubbio enorme. Anche laddove non si presentano patologie, aiuta chiunque a rilassarsi, a socializzare, a distrarsi e a divertirsi. Basta scegliere la colonna sonora giusta per iniziare la giornata.
Elisabetta Rotriquenz

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