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Il sale iposodico previene l’ictus

Chi soffre di pressione alta e utilizza un sale a basso contenuto di sodio per condire e cucinare corre un minore rischio di malattie cardiovascolari. Ecco lo studio presentato al congresso di cardiologia

Suggerito ai pazienti con la pressione alta, il sale iposodico è l’unico prodotto che contiene effettivamente meno sodio rispetto al prodotto tradizionale ed è in grado di prevenire l’ictus nelle persone ipertensione. A confermare l’utilità effettiva del sale iposodico una ricerca presentata al congresso della Società Europea di Cardiologia 2021 e pubblicato sulla rivista New England Journal of Medicine. In effetti era già stato dimostrato che un sale a minor contenuto di sodio (nel prodotto iposodico il cloruro di sodio viene sostituito con il cloruro di potassio, fino al 70%), abbassa la pressione sanguigna. Ma il suo effetto su malattie cardiache, e nello specifico l’ictus, era ancora incerto. Inoltre, c’era la preoccupazione che causasse un eccesso di potassio nelle persone con malattia renale cronica.

I partecipanti allo studio

Lo studio (Salt Substitute and Stroke Study) ha confrontato l’effetto del sale iposodico e di quello tradizionale sull’insorgenza di ictus, eventi cardiovascolari, iperpotassiemia e mortalità generale. Condotto tra il 2014 e il 2015, ha arruolato oltre 20 mila persone residenti in 600 villaggi diversi nelle aree rurali di cinque province della Cina. I partecipanti avevano già avuto un ictus oppure avevano un’età pari o superiore ai 60 anni, con una pressione arteriosa poco controllata.

Gruppo San Donato

Come utilizzare il sale iposodico per prevenire l’ictus

Le oltre 20 mila persone analizzate nello studio sono state divise in due grandi gruppi per permettere il confronto ai ricercatori. Una parte utilizzava un sale iposodico (circa il 75% di cloruro di sodio e il 25% di cloruro di potassio) al posto di quello normale per cuocere, condire e conservare gli alimenti. In più, sono stati esortati ad utilizzarlo con parsimonia. L’altra parte del campione, invece, usava il sale tradizionale per le medesime attività e nelle stesse quantità. Ricordiamo che l’Organizzazione mondiale di sanità ne raccomanda 5 grammi al giorno, quindi circa un cucchiaino di caffè.

Meno sodio, meno ictus

Dai risultati è emerso che chi utilizzava il sale iposodico aveva il 29% circa di rischio di ictus. Mentre chi usava quello normale oltre il 33%. Il sale con meno sodio ha ridotto anche l’incidenza di altri eventi cardiovascolari, come sindrome coronarica o problemi vascolari. Per quanto riguarda la sicurezza, non vi è stato un aumento del rischio di eventi avversi gravi attribuiti all’iperpotassiemia con il sostituto del sale. Né sono stati identificati altri rischi.

«Questo studio fornisce prove chiare su un intervento che potrebbe essere intrapreso molto rapidamente e a un costo molto basso» ha dichiarato il ricercatore principale, Bruce Neal del George Institute for Global Health, Sydney. «Il risultato della sperimentazione è particolarmente entusiasmante perché la sostituzione del sale è uno dei pochi modi pratici per ottenere dei cambiamenti».

I sali integrali e colorati non contengono meno sodio

Nei sali colorati si esalta spesso la presenza di altri minerali e un minor contenuto di sodio. Tuttavia, quando ci sono, si tratta di tracce, che servono giusto a conferire colore e sapore, mentre l’effetto sulla salute è minimo. Lo stesso discorso vale per il sale integrale. Il suo aspetto grezzo deriva dalla mancata purificazione e dalla presenza di qualche minerale in più. Ma il contenuto di sodio è identico a quello del sale bianco. L’unico che davvero ne contiene meno – e per questo è suggerito dai medici ai pazienti ipertesi – è proprio quello iposodico.

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