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Così frutta e verdura proteggono l’organismo

«Zero, 5, 30». È la combinazione della cassaforte della salute: niente fumo, cinque porzioni di frutta e verdura al giorno e trenta minuti di attività fisica sempre al giorno. Basta una passeggiata. Che frutta e verdura siano potente scudo contro tumori, incidenti cardiovascolari, invecchiamento cellulare precoce, è noto da tempo. Ma il perché era finora scientificamente poco chiaro.

«Zero, 5, 30». È la combinazione della cassaforte della salute: niente fumo, cinque porzioni di frutta e verdura al giorno e trenta minuti di attività fisica sempre al giorno. Basta una passeggiata. Che frutta e verdura siano potente scudo contro tumori, incidenti cardiovascolari, invecchiamento cellulare precoce, è noto da tempo. Ma il perché era finora scientificamente poco chiaro.

Di recente, invece, si è individuato uno degli interruttori immunitari che frutta e verdura attivano. Il retroscena curioso è che questo interruttore è lo stesso che un veleno come la diossina «accende» per danneggiare l’organismo. È il recettore cellulare AhR (Aryl hydrocarbon Receptor). Il suo ruolo e il meccanismo di azione è stato chiarito anche grazie agli studi effettuati dopo la tragica fuoriuscita di diossina da una fabbrica di Seveso, nel 1976. Da un disastro ambientale alla soluzione di un rebus scientifico.

Gruppo San Donato

Il recettore AhR è diffuso sulle cellule delle mucose e in quelle dell’apparato gastro-intestinale. Se a premere l’interruttore è la diossina si scatenano conseguenze nefaste. Se invece è l’I-3-C si attiva un potente scudo protettivo. L’I-3-C è la sigla di una molecola, l’indolo-3-carbinolo, abbondante in frutta e verdura.

Alberto Mantovani, immunologo dell’Università degli studi di Milano e direttore scientifico dell’Istituto Humanitas di Rozzano, ne parla in occasione della presentazione dell’ormai tradizionale appuntamento di raccolta fondi dell’Associazione per la ricerca sul cancro (Airc): le «Arance della salute» nelle piazze italiane (trova le piazze). Sabato 4 febbraio, ovunque tranne in Lombardia ed Emilia-Romagna dove l’iniziativa slitta di una settimana, a sabato 11 febbraio. Malgrado gli scioperi della benzina, malgrado il blocco degli autotrasportatori, malgrado la neve, malgrado il freddo, le arance e i ventimila volontari Airc saranno in piazza.

Mantovani racconta al Corriere della Sera l’ultima scoperta: «Da tempo abbiamo la percezione che una dieta equilibrata, ricca di frutta e verdura fresche (almeno 5 porzioni al giorno) svolga un’azione chiave nella riduzione del rischio di diverse malattie, fra cui il cancro. Ora stiamo scoprendo sempre più e meglio le radici scientifiche di queste sensazioni. L’incrocio inatteso degli studi in immunologia e sugli inquinanti ambientali, la diossina in particolare, ha infatti gettato nuova luce sul ruolo benefico del consumo di frutta e verdura e di protezione contro il cancro. È stato dimostrato che alcune cellule dell’immunità, in particolare i linfociti localizzati nell’epitelio (superficie) del tratto intestinale, sono dotate del recettore AhR, una sorta di antenna fondamentale per recepire le sostanze contenute nella frutta e verdura fresche. Come sentinelle, i linfociti localizzati nell’epitelio — la prima barriera che protegge il nostro organismo dall’esterno — riconoscono la presenza di agenti estranei potenzialmente dannosi e inducono il sistema immunitario ad attivarsi. Il recettore AhR è fondamentale per il corretto sviluppo e funzionamento di queste cellule dell’immunità, che sorvegliano anche l’organismo contro l’insorgenza di tumori».

Ovviamente, frutta e verdura contengono altre sostanze protettive potentissime: i polifenoli, gli antociani dei pigmenti, anti-infiammatori, regolatori del metabolismo. E attenzione al sovrappeso, all’obesità: nell’adipe in più non vi sono solo cellule del grasso ma anche macrofagi (cellule di difesa) che liberano sostanze che favoriscono lo sviluppo dei tumori. Su di loro le cellule del cancro agiscono per «corrompere» le guardie e farne potenti alleati invece che nemici.

Fonte: Corriere della Sera

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